gdf
In questo
week end, caratterizzato, tra gli altri, dallo scandalo dei furti ecclesiastici e da quello degli oli d'oliva
taroccati, nella città capitale dell'olio va in scena la festa dedicata proprio
all'olio, quello nuovo, appena frantoiato, che per tre giorni scorrerà su
trucioli di pane, utili per ungersi meglio le dita e sporcarsi la camicia.
Congiuntamente, leggo sul Secolo XiX, sono stati revocati i domiciliari a Scajola, quelli provocati dal caso Matacena. Se vorrà, potrà scendere a piedi da casa, sarà meglio, perché l'effetto primario provocato da questa festa annuale che impegna tutto il centro di Oneglia
e le strade convergenti sulla strategica Piazza Dante, è la fine del traffico scorrevole, in tutti i sensi, prima di
tutto in quello di marcia, non importa in quale direzione, non si fanno
preferenze in questo caso, e neppure l'olio fresco sarà in grado fluidificare i flussi di
automezzi.
Per
andarsene ci sarebbero diverse opzioni da prendere in considerazione, diverse
dall'utilizzo di un auto; per esempio prendere un treno, peccato che una buona
metà di questi non si ferma alla stazione di Oneglia ma tira dritto per l'altra
stazione imperiese, quella di Porto Maurizio, dove solo in estate qualcuno ci
sale o ci scende.
Via mare il
servizio non è garantito in direzione Sanremo, mentre gli autobus, ogni mezzora
garantirebbero la loro presenza, in teoria, perché quello delle 17 non passa, e
neppure quello delle 17.30, tuttavia un fuori orario si presenta con quel
rassicurante display che recita Sanremo, verso le 17.50
Prendere o
lasciare? L'alternativa sarebbe tornare di nuovo alla stazione FS, con
l'eventualità -od opportunità- di dormirci l'intera notte in attesa di un pigro
regionale che viaggi con almeno una mezzoretta di ritardo fisiologico.
Prendo.
Trattasi in realtà di carro bestiame privo di ammortizzatori, scarso di
poltroncine, per altro - i pochi sedili- montati direttamente sul telaio, utili
per meglio rendersi conto delle condizioni del fondo stradale. Per passare il
tempo si potrebbero contare tutti i tombini e le buche lungo i 25 chilometri.
Un bel
passatempo purtroppo disturbato dalla folla urlante in una decina di lingue
diverse, donne e uomini di almeno 20 nazionalità diverse da quelle europee,
tutti insieme, tutti che vogliono andare nella stessa direzione.
A occhio,
c'è solo un altro italiano a bordo, l'autista, che la strada la dovrebbe
conoscere e portarci comunque, in qualche modo, fuori dalla tentacolare
capitale dell'olio. L'operazione riesce, me ne compiaccio, ascoltando come fosse
musica l'insieme di idiomi che si fondono come un mantra che mi mette un po' di
sonnolenza, e quindi faticando un poco a recuperare lucidità mentre tutti
quanti gli stranieri sull'autobus, come ad un segnale convenuto, decidono di
scendere - tutti insieme- ad Arma di Taggia, in corrispondenza della nota
rotonda corredata dalle olive da 140.000 euro. Penso ingenuamente: abiteranno
veramente tutti qui o prenderanno una coincidenza per la Oil Valley?
All'incrocio
successivo mi prende un senso di solitudine, e solo quando l'autista lo infila
nella direzione opposta un dubbio mi assale, come quella volta che a Milano
presi quel treno per Tirano invece che per Torino, convogli piazzati
strategicamente sui binari affiancati per verificare la prontezza di riflessi
dei viaggiatori. In quel caso me ne accorsi verso Monza che stavo andando affanculo;
qui invece di farmi sorprendere anticipo la mossa e mi butto, dall'ultimo dei
sedili verso l'autista che mi osserva dallo specchietto.
Ma senta un po'? Ma dove sta andando?
Di qui non si va a Sanremo.
Infatti, ma non ha capito quello che
ho detto prima? Capisce l'italiano? Non ha visto che tutti sono scesi?
Proprio
davanti alla grande chiesa di Arma va in scena la presa per il culto.
Così ne fotto per
mille avrà pensato l'autista.
No, e perché sono scesi tutti?
Perché l'autobus che andava a Sanremo
è un altro, quello che ci segue; io torno a Imperia, perché ormai si è fatto
tardi.
Come a Imperia, con quel caos in
centro?
Lo so, colpa della Festa dell'Olio
Si, ma, io che faccio? Sono quasi tre ore che combatto per tornare al faro.
Scenda qui, davanti alla Chiesa
grossa, il suo autobus, quello che va a Sanremo, ci sta giusto seguendo.
Ma come seguendo se lei va dalle
parte opposta?
Scenda e non si preoccupi, alla
rotonda delle olive riprenderà la statale nella sua direzione.
Scendo,
l'altro autobus arriva, ma non si ferma perché è al completo, stracolmo dei miei ex
compagni di viaggio extracomunitari che conoscono le lingue meglio di me.
gdf
Riviera Trasporchi
RispondiEliminaBella lì, come si dice, avrei voluto scriverla io ;-)
EliminaAffascinato dai giochi di parole e dai riferimenti biblici noto che le coincidenze non sono il tuo forte, sarà una coincidenza, ho visto il tuo film sto ancora sorridendo, Belli di Babà, potevate avvisarlo…certo è che essere il solo a non aver capito potrebbe essere un pregio, chissà se nel libro della Baresani si parla di mosca bianca o di mosca nel caffè, stasera lo attacco…
RispondiEliminaesilarante :-))
RispondiEliminaNon fosse verò però
FRanck
In un periodo che prendevo il treno tutti i giorni e dovevo tornare da Roma a casa, presi dal marciapiede giusto un convoglio sbagliato essendo l'orario giusto ma sul binario sbagliato...ero stanca morta e inavvertitamente avevo preso un treno che finiva su un binario morto di una città morta a quaranta km da casa. Il fatto di essere nella direzione giusta mi diede la speranza di poter tornare a casa e imparare a leggere i tabelloni (ogni riferimento a Morte di un commesso viaggiatore è puramente casuale).
RispondiEliminaAlba
Idem!!! Prendendo il treno al volo a Termini per rientrare a Bordighera ci ritrovammo in un nonnulla [cit] a Zagarolo.
Elimina:)