mercoledì 30 settembre 2015

Il profumo del ghiaccio di Oneglia è Pura Vida

Il Vesper, da Giovanni all'Arcobaleno, in Darsena a Oneglia
- del Guardiano del Faro -

La freddura è notissima; si, quella là, quella che gemella barman ed eschimesi, così astuti e sagaci da sapersi fare la casa con il ghiaccio, pagarsela o farsela pagare in cambio di qualche cubetto di ghiaccio aromatizzato.

Si, ma tutto il ghiaccio non è uguale, sia per le dimensioni sia per la qualità dell'acqua con il quale viene prodotto da quelle diaboliche macchine in acciaio che solidificherebbero qualsiasi liquido, trasformandolo in altro, come dare soldi buoni in cambio di obbligazioni, ma che non siano VW, mi raccomando.

Un po' come tutti gli strumenti,  il prodotto e la sua qualità dipenderà da come li usi gli strumenti o da che cosa ci metti dentro. Il risultato che può venire fuori ne sarà la logica conseguenza. Un mixer, uno shaker, un sifone: dipende tutto da te e da cosa ci metti dentro. Lo strumento non ha colpe.

Non c'è niente di peggio di un cocktail fatto con del ghiaccio che sa di pozzetto, anzi di pozzanghera ristagnante da due giorni dopo il temporale. Oppure troppo sottile, quello da discoteca, quello che si scioglierà ancor prima della ragazza con te al banco, quella con la gonna troooppo corta e il tacco trooooppo alto. Zuccherosa? Si, occhio allo zucchero liquido che sgorga da quegli occhi languidi. Nei cocktail farà anche danni peggiori, perché sarà quello il motivo del mal di testa, non la ragazza scosciata, e poi solo scocciata.

il bere miscelato, questo gesto è ormai considerato come un gesto da ghettizzare, una masturbazione non solo mentale, proprio di polso. Quasi nessun giornale ne parla più, e anche il web spesso si sofferma su spritz, mojito e altre bevande modaiole ad alto consumo ed a bassa gradazione, dimenticando che, come in cucina, la differenza la si può fare solo con i classici prima ancora che con la fantasia o la creatività.

Giovanni all'Arcobaleno
Un barman lo misuro sul Martini caro Bond, oppure su un Negroni, o sul suo parente light: l'Americano, che però bevo solo prima delle 11.30 A.M. La pulizia del gusto rimane prerogativa delle basi Vodka o Gin, perché Rum o Whisky prima o poi lasciano il segno mentre i due alcol bianchi per eccellenza ti fanno solo star bene per il tempo necessario a non pensare, e poi se ne vanno in un fruscio di seta, come quella con la gonna troppo corta, coltoti ormai su un piacere che non ti deluderà. Con lei invece lo sai già come andrà a finire, scrivendo di getto un appunto già visto e rivisto.

A Imperia Oneglia ci sono almeno tre locali dove divertirsi sul tema. Anche sul tema gonne corte a dire il vero, ma per fortuna ci sono ottimi professionisti a salvarci dalle sirene, piazzati solidamente dietro il banco di questi tre locali che si chiamano Inside, Arcobaleno e Conchiglia. Il problema è che stanno tutti e tre nel raggio, anzi, nel triangolo di 300 metri. Percorrere il perimetro equivale a perdersi inesorabilmente nel triangolo, meglio se in Bermuda, viste le temperature di questi giorni in Riviera. Da tutti si onora il Maestro Manara, King Georges, a partire da qui: eccolo Giovanni, purtroppo mi è venuto un po' "seppiato", effetto Martini all'asta del pesce, effetto plurimo vicino al mercato del pesce di Oneglia. Un fuori classe, o come direbbero i francesi "inclassable", come il suo amato Lillet, che vermouth non è. Niente Polp Fiction qui, qui pesce e alcol si incontrano da uomini veri, in mischia dura.






Imperia oggi, dove l'aria che tira è rilassata, e fors'anche un poco rassegnata, dove, in maniera pragmatica si sta già guardando oltre l'epopea industriale e portuale, dato per scontato che certe condizioni di sicurezza economiche non ci sono più, dove l'olio e la pasta si incontrano diversamente, con difficoltà, ma dove per strada non si avverte ansia da sprint motoristico sanremese, eppure anche qui l'Aurelia inviterebbe a osare.

Basta sedersi qui, su una panchina ed osservare. Rari i motociclisti indisciplinati, e nessuno scooterone con cane in pedana e due bambini sul sedile -uno davanti e uno dietro- due borse sportive e conducente a sorpassare una o due linee continue -strisce pedonali comprese sull'Imperatrice- per portarli chissà dove, di solito al pronto soccorso dell'Ospedale di Sanremo. 

Non ci sono leggi speciali qui, qui si beve, si mangia,  qui si va parecchio a piedi, e andando a piedi si vedono meglio le cose, e senza neppure doversi troppo preoccupare di calpestare qualche deiezione differenziata, come succede spesso nei quartieri "bene"della città che invece dovrebbe essere dei fiori, che però come diceva  De Andrè ...

Beh, dai ragazzi, complimenti sinceri, si sta bene qui in darsena, da trasferircisi. Un piatto da Sarri, uno da Valzelli, uno da Didù, una pizza al Melograno ... e c'è molto altro; per le ragazze ambiziose il bel Giosuè al Nero di Seppia, per esempio:  insomma, come direbbero in Costa Rica : Pura Vida.



La ricetta di Giovanni: due parti di vodka a 50°, una parte di gin Tanqueray (che ne fa 47 e quindi diluisce ...) Lillet Bianco a sporcare il ghiaccio in cubi. Due granelli di pepe nero e una scorzetta di limone ( per spegnere la flemma ... )

Piazzetta Bianchi. All'angolo c'è L'Inside di Fiore Papaleo

Fiore mostra orgoglioso il suo ghiaccio personalizzato, dallo spessore doppio del solito

Il suo cocktail più gettonato è un Americano, le cui dosi non si rivelano, però gli ingredienti si. Questo si fa con Bitter Barbieri, Cinzano classico, Angostura, fetta d'arancia tarocco ( o Navel in altre stagioni) e un Selz personalizzato, preparato con acqua già gassata ... Importante anche la forma del bicchiere.





Ci spostiamo di nuovo in Darsena, a la Conchiglia

Qui domina Tamara de Lempicka, mica pizza e fichi

Ma ci siamo arrivati troppo presto ... alla prossima ragazzi ...


Gli indirizzi: 

Inside bar, Piazza Giuseppe Bianchi 11

L'Arcobaleno, via Andrea Doria 78

Conchiglia, Calata Cuneo 5

Tutti a Imperia  Oneglia














gdf


martedì 29 settembre 2015

Miti & Brianzoli


Marco 50&50

Sul più bello, mentre sto riguardando "Pierino contro tutti", mi viene una strana voglia.
Niente allarmismi, il rimescolio interno è dovuto soprattutto  al fatto che l'ora di pranzo si avvicina, fisiologica e logica conseguenza dunque, le curve della supplente rosso vestita sembrano ininfluenti, nel dubbio metto in pausa e mi concedo una pausa pranzo di tutto rispetto, il petto e la coscia di Michela, riappariranno per magia più tardi, telecomando permettendo.

Anche la mia macchina, prima di condurmi alle prime colline brianzole che portano dallo stellato birichino, mi comunica di aver diritto ad una pausa pranzo di tutto rispetto e si raccomanda con me perché non la lasci, come l’ultima volta, lontana dalle altre, non ti vergognerai di me, mi dice, mettendomi in imbarazzo, così le trovo posto tra una Ferrari ed una Maserati, immaginandomi già i vicini di tavolo, che, come i parenti, non si possono scegliere.

Ma c’è sempre da imparare, soprattutto se si riescono a tenere gli occhi aperti nonostante il colore accecante dello spencer dell’industriale brianzolo, che, ad onor del vero, calza dei notevoli mocassini in camoscio e calze ton sur ton con il blu elettrico della giacca, si muove tra i tavoli come se fosse “di casa”, sono quasi tentato di chiedergli  a) la lista delle vivande, b) se mi sa indicare la toilette, c) se sa dove posso acquistare nelle vicinanze un procione in peluche, d) se, dato che la mia Porsche è dal gommista alla ricerca di un introvabile treno di gomme da neve, può darmi uno strappo a casa, dandone uno alla regola di non dare confidenza agli sconosciuti.

Ma, da Pierino, il personale di servizio è più veloce dei miei cattivi pensieri, insieme ad una minerale addizionata, mi portano con un sorriso la gran carta e la proposta lunch, nonché il cestino del pane.


Terrina di polpo in apertura con “integrazioni” stuzzicanti

Paccheri al ragù di scorfano col parmigiano dei poveri, (pane aromatizzato alle erbe e peperoncino) servito al tavolo da Pierino, il pesce c’è ma non si vede, sotto i paccheri abbondanza di pezzetti di gustoso scorfano


Pescatrice arrostita, purè di ceci, porri fondenti, olio e rosmarino, tre delicati tranci ben accompagnati




Tiepido, fragrante e diversificato pane di produzione propria, acqua, bollicine selezionate e firmate dal ristorante sulle colline di Viganò, caffè e piccola ma freschissima pasticceria, tutto incluso nella proposta pranzo che per quantità e qualità non pende certo in direzione del prezzo che invita alla prova anche in considerazione dell'accoglienza, dell'ambiente, del servizio e dei saluti in sala dello chef Theo e di quelli dopo i titoli di coda.

Mentre l’uomo in blu, dotato tra l’altro di uno sguardo di ghiaccio, distribuisce da una boccia di cristallo liquido ambrato, è già secondo pomeriggio e secondo i miei calcoli tutto quadra.

“P” Post Pierino Penati: Panorama Polpo Paccheri Pescatrice Piccola Pasticceria.
Polverizzato Pranzo, Piacevole Pausa, Per Prudenza Prenoterò Prossimamente Per Pasqua, Porsche Permettendo.
Prepareranno Prelibatezze ?
Probabile

Solo qualche anno fa avrei pensato che dopo una foto con Pierino, il dopo cena sarebbe stato inevitabile, o quanto meno auspicabile…un lungo fine serata con Michela Miti, stella della Commedia erotica all'italiana, invece all'aumentare degli anni e della pancia qualcosa cambia, sempre di stella si parla, ma di quella brianzola che soddisfa ampiamente la voglia della pancia distogliendo il pensiero da quella del sotto pancia...     


M 50&50

domenica 27 settembre 2015

Lady Bu, la bufala metropolitana





Marco 50&50

Daniele Giulietti e Niccolò Rizzi

Se qualcuno mi parlasse di una bufala metropolitana, penserei subito ad una di quelle leggende che raccontano qualcosa che non corrisponde a verità, che non esiste se non nell'immaginario.
Invece è tutto vero, la fermata della metropolitana è Wagner, le bufale sono ad un passo in diverse versioni e da quello che ho potuto appurare qualche ora fa, hanno tratto gran giovamento dalla musica in sottofondo del compositore tedesco e dalla mano di un determinato e appassionato chef ventisettenne dalle idee chiare e dalla forte personalità che, sicuramente, non vive di dubbi e d'incertezze.


Le bufale ciociare fanno regolare e soprattutto frequente transumanza da Castrocielo a Milano, in via Buonarroti undici, per permettere a Nico Rizzi, chef che tra le altre cose  può vantare un'esperienza di oltre mille giorni da Aimo, di poter servire sempre un prodotto ai massimi livelli e se consideriamo che Lady Bu, il locale in questione, è aperto sette giorni su sette quattordici ore al giorno, come vedete, non stiamo parlando di una bufala.




Ringrazio gdf per le foto e per avermi fatto compagnia in questo percorso senza ostacoli e senza sbavature ma sicuramente impegnativo, anni di frequentazioni non gli permettono di andare oltre ad una "porzione Cremona" per ogni portata, conoscendolo, prima dell'appuntamento avevo fatto una passeggiatina propedeutica di ventimila passi che mi ha consentito di restituire sempre vuoti i sottoelencati piatti:

Pane di Matera (caldo) e olio umbro di Mancianti

Pappa al pomodoro, burrata di bufala, basilico di Prà e origano

Zuppa contadina di legumi con pomodorini confit, ricotta di bufala e briciole di pan fritto

The signatur dish

Melanzana candita al miele, mozzarella affumicata, pomodorini e basilico ... what else?

Omaggio all'oliva Taggiasca. Niccolò invitato sin da ora a Meditagiasca 2016

Risotto "belinense al 100%" . Nicò non dimentica le sue origini

Battuta di Fassona con stracciatella, insalate all'aceto di lamponi e verdure all'agro ... e rafano

Strepitosa guancia brasata con radicchio all'agro

Pre dessert croccante al caramello

Un tiramisù à la minute

Dopo l'assaggio d'Inverno di Mercoledì ventitré, Milano che si era scrollata di dosso il tappeto di fragole di pesche e di albicocche, prima di farci camminare sul fogliame tigrato ed autunnale, ci offre una giornata luminosa come raramente capita, così come raramente, anche per un mezzo toscano, capita di poter assaggiare una pappa al pomodoro con basilico fresco e cuore di burrata di bufala di questo livello, di questa consistenza e con questi profumi, lo chef è lo stesso che qualche piatto dopo, ha ribadito, ce ne fosse bisogno, di avere mano sicura proponendo al nostro tavolo uno strepitoso risotto con pesto avvantaggiato e burrata.

Il piatto presenta a mio parere molte più difficoltà di una pasta con gli stessi ingredienti e, se non avevo dubbi sul fatto che centrasse in pieno la cottura del Carnaroli, delle patate e dei fagiolini, temevo per l'equilibrio generale del piatto, per la forza coprente del pesto meno "dosabile"  e, soprattutto, temevo il "controllo" degli amidi per il rischio "agglomerato" che i chicchi corrono quando si devono vestire (in questo caso di basilico) di qualcosa che non sia solo brodo.
Sono uscito felice e per nulla "imbufalito" da quest'esperienza, sopra Milano un cielo diretto e senza filtri, come Niccolò Titia Rizzi.

E grazie a Ivyanna, Nicò, Giovanni, Andy e Daniele

M 50&50

sabato 26 settembre 2015

Errata corrige, non gourmet ma bensì gourmand



Andando al cesso con il colpo in canna lo colgo con il sorcio in bocca, lo becco, mentre comunica con i suoi dipendenti; dice: oggi invece dei soliti polli ci toccano solo rompicogloni, preparatevi! Tanto prima o poi se ne andranno anche questi.

Mi faccio delle domande tornando al tavolo. La prima?  chi sarà l'altro? io l'ho solo messo in Guida con buona menzione, stai a vedere che ho fatto di nuovo una cazzata.

Addirittura l'alter ego trovo al tavolo, ma distante; eccolo, è l'altro rompicoglioni, quello di un'altra Guida, quello che -siccome è giornata- mi fa pesare oneri e non onori relativi alla mia collaborazione, dei difetti della mia collaborazione, di ancor prima di inziarla, come fossi il nuovo AD di Volkswagen.

Quindi mi patisce. Ci godo e non gli rispondo, non mi rispondo, preferisco bere, e quando decido di bere bevo, non importa cosa, e lui da distante, non volendosi avvicinare neanche con un bastone da cieco, mi da involontariamente un'informazione straordinaria a voce alta. Oh! Adesso ci divertiamo, penso, ma proprio solo per divertirci invece di inveire verso chi come te fa la stessa cosa, ma con una coscienza ed una leggerezza diversa. Punto, Punto, non Giunti al Punto, ma Punto, ci punto, con i beach boys a suonare.

Mi rilasso, rifletto : Guida Gourmet no, ma Passione Gourmet, Reporter Gourmet, Viaggiatore Gourmet ed ogni altro seriale alieno -perchè non cartaceo- a me affine, andrebbe infine inserito in categoria gourmand e non gourmet, perché la fame è fame, la golosità è golosità, la gelosia è gelosia; e così arriverà prima o poi il momento in cui wikipedia finalmente riconoscerà il diritto di mandibola a chi tanto ha dato alla categoria, ai dentisti, ai gastro, agli edonisti, ai farmacisti, ai mangiatori seriali, ai bevitori tout court, a quelli dei 10.000 passi prima di pranzo -non si capisce in quale direzione, e bisogna alzarsi anche presto- salvo tornare seriali la sera nello stesso luogo di pranzo, quindi gourmand e non gourmet.

Onesti furono quelli dei Relais et Chateuax, ma non tanto quel direttore degno di Blatter, indicando le loro Grandes Tables come Relais Gourmand, e mai Relais Gourmet, mettendosi in una posizione comunicativa assai più efficace, assai più attrattiva, più edonistica e meno tecnica, ma, ahimè, pure loro hanno fatto da tempo un passo indietro, forse per evitare di sovrapporre un marchio con un altro, ed etichettando il singolo chef come Grand Chef piuttosto che identificarsi con un'insegna.


Ah! Non ultimo ma ultimo nell'anno le cose sono però cambiate, occupandomi di una rubrica da 500 articoli sull'anno molto solare, che si chiama Gusto, il che mi ha fatto però sentire un po' troppo Gioacchino, ma adesso c'è altro, come diceva il Vero Presidente PG : il mondo va avanti, e se il mondo mi viene incontro, io non mi scanso. Mi farò attraversare

giovedì 24 settembre 2015

Virale



Beh, però stavolta la civiltà e la misura delle reazioni su FB sono da encomio

mercoledì 23 settembre 2015

La rana arrogante



Marco 50&50

Dal prezzo sfacciato.
Doc, il marchio italiano, che, tra le altre cose, certifica la zona di origine delle uve utilizzate per la produzione di un determinato vino, pur essendo basato su principi francesi, non viene apposto sulle bottiglie d’oltralpe che si fregiano della sigla AOC, eppure, ieri sera, ho bevuto un vino francese d’oc.

Che ti sei fumato, mezzo toscano…hai superato il varco, lascia ad altri il vino, sei in un territorio minato, sciacqua i tuoi panni in Arno ma non venire qui a parlarci di vino

Intanto, nel Valdarno, vicino a Montevarchi, sono stati trovati dei reperti fossili di tralci di vite che hanno due milioni di anni, altro che duemila “mi piace”, quindi da mezzo toscano due mezze parole ci stanno, ieri sera, dicevo, ho stappato una boccia francese dal nome inglese, Arrogant Frog, in particolare un Syrah, Les Coteaux, Languedoc, Sud della Francia, una rana anche sul tappo, l’animaletto accattivante per una riuscita operazione di marketing.

Questo Syrah in purezza, anche se il colore non è bianco come un giglio ma rubino intenso con riflessi granati, porta la firma di Jean Claude Mas e con disinvoltura tredici gradi e mezzo.

Il fatto che mi sia piaciuto è secondario, che sugli scaffali sia andato a ruba anche, che in Internet se ne parli bene pure, un po’ meno secondario il fatto che abbia vinto la medaglia d’oro a Parigi ed altri premi, ma soprattutto che il prezzo da me pagato per la boccia sia due euro e quarantanove centesimi.

Come si evince dallo scontrino, l’abbinamento su due piedi di fronte ai fuochi e manico della padella in mano è stato con un piatto di mezzi rigatoni conditi con carne trita saltata e aromatizzata con salvia, rosmarino e peperoncino appena colti, a chiudere col botto un ultimo calice di Rana Arrogante con una scheggia di grana(ta) padano riserva.

Dal sito riporto : “with creativity, know-how and a sense of humour, one can make Southern French wines shine around the world and give pure pleasure, at a reasonable price”

Ho apprezzato il vino che viene dalle terre di poeti e trovatori e ripensato alle influenze provenzali e alla lingua d’oc, così adatta alle rime, che ha “svincolato” dal latino la nostra con l’italiano di Dante, così, in attesa di provare ad azzardare a riscriverne uno, abbozzando un nuovo dolce stil novo e sperando di non essere arrogante come la rana in etichetta, sono andato a rileggere un sonetto a me caro che parla di amicizia con un tono quasi fiabesco, idealmente lo mando, con amor cortese, nel Sud della Francia.

Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ‘l disio.
E monna Vanna e monna Lagia poi
Con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuno di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.



M 50&50

martedì 22 settembre 2015

Una perla sotto i denti

"MA IL PESCE DOV'E?”
Due pallini 
"Non esiste la carta, neppure per i vini anche se il menu' degustazione al costo di 50 euro non comprende il vino. Ci propongono un pigato locale. Accettiamo. Con gli antipasti arrivano delle fettine di mozzarella di bufala con pomodorini , un piattino di fritto di mare, tonno crudo e un cappon magro che sapeva solo di pane bagnato nell'aceto. Come primo spaghetti aglio, olio e peperoncino decantati come "alla colatura di alici" il cui gusto pero' non si percepiva. Per secondo microscopica fettina di coda di rospo su un letto di patate straunte e quakche pezzetto di fungo porcino. Unica scelta tra i dolci : banalissimi tiramisu' e pannacotta e frutti di bosco. Conto totale per 3 persone 180 euro. Mia conclusione; sicuramente la quantita' non e' in discussione ma per 60 euro io voglio mangiare il pesce e sicuramente a quel prezzo si trova molto ma molto di meglio."
Recensito da cristina r. , da Torino
  • Visitato a Settembre 2015 "



lanternablu, Owner alle Lanterna Blu, ha risposto a questa recensione., 2 settimane fa
....Torino, Torino...ogni estate la stessa musica.....ma che abbiamo fatto di male in Riviera per meritarvi?
Premetto che la coppia a cui si riferisce questa recensione, tavolo n.5 in tre persone, dopo aver assaggiato il Pigato consigliato - Poggio dei Gorleri Cycnus 2014, un tre bicchieri da sempre - ci ha messo il tempo di arrivare al primo piatto per poi mandare indietro la bottiglia mezza vuota dicendo che sapeva di tappo.....IL PALATO É UNA COSA SERIA...
E veniamo al PALATO, QUESTO SCONOSCIUTO...
Bocconcini di Mozzarella di Bufala DOP "mozzati a mano" , produttore caseificio Principato e tagliati a metà al momento, per garantire il massimo della freschezza e succosità, servita con Datterini di Ragusa...
Il fritto servito era di Calamari....specie ittica volgarmente definita...PESCE!
Piatto ovale con NOVE fette di buon spessore tagliate a mano di Tonno Rosso nostrano..PESCE!
Il nostro Cappon Magro, piatto tra i piû apprezzati dal nostro pubblico, é al disopra delle vostre capacità di discernimento e con il 50% di verdure e....PESCE!
Per ottenere un litro di Colatura di Alici bisogna sacrificare almeno dieci kg. di alici salate - PESCE!
Il condimento degli spaghetti si prepara rigorosamente " a freddo" aggiungendo in padella:
Extravergine di Oliva
Un cucchiaio da espresso circa a persona di Colatura di Alici, prodotta con orgoglio dal quel Maestro di mio Padre...
Un pizzico di origano secco
Qualche goccia di limone
mezzo spicchio d'aglio affettato in modo che possa essere spostato se non gradito
Una traccia di peperoncino
Si scola al punto giusto la pasta, si impiatta e finisce cospargendo di pane grattugiato tostato e scorza di limone grattugiata
Questo é quello che ho cucinato Sabato sera per circa 40 persone...Lo spaghetto aglio e olio probabilmente lo avete ricevuto altrove...
La rana pescatrice pescata da Nicolangelo era di 17 kg ed il medaglione servito era di misura adeguata per una tipologia di prodotto che, cucinato alla griglia, ha un calo-peso impressionante....PESCE!
Il contorno, spadellato a parte, consisteva in patate, porcini e cipollotti in quantità adeguata.
i dolci presentati, preparati freschi da noi quasi quotidianamente,erano Pastiera Napoletana, Tiramisû, Panna cotta con Lamponi - la cui foto campeggia ben visibile su questo sito - ananas....
Cito: "fettine, piattino,microscopica, pezzetto....sicuramente la quantità non é in discussione".....ma allora perché usare tutti questi vezzeggiativi?....
MIA CONCLUSIONE: unico tavolo di esperti in una serata da tutto esaurito dove, a cominciare dai loro vicini di tavolo Campani - grandi divoratori di pesce per DNA - é stato un'altro successo della nostra piccola ma generosa squadra.

Cordialmente, come prima, più di prima...

Massimo Fiorillo
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Massimo Fiorillo, che sono ansioso di conoscere. Ci andrò presto

gdf


lunedì 21 settembre 2015

Stoccalucco in 25 scatti


gdf


Neologismo di origine ignota che sintetizza con arguzia la due giorni di festa di fine estate tradizionamente in calendario sul finire dell'estate nella città del'arriere pays imperiese, nella cittadina dell'olio che domina la Valle Argentina, e dove gli effluvi del pregiato pescato essicato norvegese, pervade vicoli e piazze. Il nome originale sarebbe Festa dello Stoccafisso "Baucogna" e la leggenda narra che ...


.... Badalucco già in passato polo commerciale della Valle Argentina che grazie allo stoccafisso (che vi veniva portato coi muli) potè resistere nel ‘600 agli attacchi pirateschi. Oggi è gemellata con le Lofoten norvegesi. Questa è una ricetta a lunga cottura – almeno 7 ore dentro un calderone – in olio, vino bianco e brodo dove si disfano anche funghi secchi, acciughe, frutta secca, uvetta e altro… Viene festeggiato la terza domenica di settembre, e grazie alle belle giornate di fine estate, con un successo di pubblico straordinario.

Non solo stoccafisso ...

Indicazioni

Avvisi
Sembrava una mattinata tranquilla, ma nel giro di un'ora qui saranno in mille

Non si butta nulla

Meglio non fare richieste strane

Non si vive di solo stocco, e quindi andiamo a provare anche la "nuova" Taverna Canon d'Or

Piano terra, ma esiste anche un saletta (con salotto) al piano superiore

Il pane appena sfornato. Il Capo barman Luca Coslovich approva

Una parte degli antipasti, con panizza, cipolle ripiene, frittelle di pesciolini e di riso, peperoni arrostiti e melanzane grigliate

Tra i primi di pasta fresca, i tajarin al sugo di noci

Qui, per differenziarsi, fanno un buon baccalà alla marinara

Un discreto coniglio alla ligure

Servizio vini da bottiglione by gdf

Ben fatto l'originale budino di fichi d'india ...

... così come il classico creme caramel
Il conto? Circa 15/20 euro a testa

Anche la Galleria d'Arte merita una visita defaticante 



gdf