lunedì 30 giugno 2008

avrei voluto fare un post vinoso....



ma poi l'ascolto di questo disco mi ha fatto cambiare priorità. Perché è raro trovare oggi un ragazzo di 23 anni capace di sfoggiare tali doti da folksinger, esordire con un EP di sette splendide canzoni (ma che negli anni settanta avremmo definito un perfetto LP) da far invidia a ben più illustri colleghi.
Lui di giorno fa il muratore e di sera porta in giro le sue canzoni per le strade di Chicago. Fortunatamente questo disco pubblicato lo scorso maggio sta già facendo parlare di lui e chissà che la folk song non diventi presto la sua occupazione principale.
Andate sul suo sito e troverete l'invito a scrivergli e lui vi invierà gratuitamente la sua musica.

Pug: 'Well, certainly Dylan and Prine are huge for me. They might be obvious, but I think that's okay. Because there's something very fundamental about both of those guys that makes them accessible, so you can go off on a tangent of your own. They taught me that a song can be original in its logic or phrasing or spirit even while its using a structure or melody that's been around for a hundred years.'

vino in abbinamento: Macon Cruzille rouge di Vignes du Maines (Borgogna) un gamay fresco e sincero come le canzoni di Joe Pug

sabato 28 giugno 2008

i Traditional Pards


Esistono i Parrot Heads ( fans di Jimmy Buffett), i Deadheads (fans dei Grateful Dead) e...i Traditional Pards, i fans di Andrea Marti! Ieri sera ho assistito ad un bel one man show di A.M.alla cantina/taverna Moretti, locale nel pittoresco centro storico di Genova che sembra uscito da una canzone dei Dusty Chaps (club de Mexico polka - Domino Joe) e, ça va sans dire, c'erano i Traditional Pards schierati, a supportare il loro musicista preferito.., oltre a seguire Andrea in ogni data e a conoscere le sue canzoni a menadito i Traditional Pards sono sostanzialmente un gruppo di amici sempre pronti a far "fiesta"e a disquisire su tutto cio' che amano: musica, cinema, buona cucina, vino, insomma la convivialita' tout court, e non solo quello!
Grazie pards per la bella serata, ormai mi sento anch'io un TP!

Vino in abbinamento: Montepulciano di Emidio Pepe 2001, molto traditional!

giovedì 26 giugno 2008

Matt Bauer - The Island Moved In The Storm, 2008

Fino a qualche giorno fa non avevo mai sentito parlare di questo signore. Poi mi imbatto nella copertina del suo nuovo disco e bam! scatta una scintilla. Una rapida ricerca mi porta a scoprire questo personaggio. Poi trovo la presentazione di questo suo nuovo disco: 'In 1968 a young woman was found death along a dirt road near Eagle Creek, north of Georgetown, Kentucky. For thirty year, she was known only as 'Tent Girl', the name given to her by the Kentucky Post & times Star becaouse she'd been found wrapped in canvas resembling a tent bag. This album is a series of overlapping narratives inspired by her story as re-imagined and locales from Matt Bauer's rural Kentucky upbringing. These songs explore what it means to be home and to be lost, what it means to pass from life to death.'  Ovviamente poi mi sono letto tutta la storia della Tent Girl e di come si è arrivati alla sua identificazione dopo 30 anni.
Arrivato finalmente all'ascolto del disco sono bastate poche note dell'iniziale Sheltering Dark, una acustica appena sussurrata con in sottofondo un banjo lievemente pizzicato ed ho capito subito che questo sarebbe stato uno dei dischi che mi avrebbe accompagnato per parecchie delle serate a venire. L'approccio sia vocale che strumentale ricorda chiaramente gli Iron & Wine, la matrice folk è ben marcata grazie anche all'apporto, sempre discreto ed a un primo ascolto quasi marginale, di violino, organo e pedal steel che danno appunto un impronta più rurale. Visto la storia che ha ispirato le canzoni il disco è pervaso di riflessioni introspettive e sfumature noir da centellinare come si fa con un buon bicchiere da meditazione.
Vino in abbinamento: 99 di Azienda Agricola La Distesa un intrigante metodo solera secco da uve passite, come il disco da gustare lentamente per svelarne tutti i segreti.

The Ballad(s) of Easy Rider


Ma gli hippies esistono ancora?
Non credo, e forse e' meglio cosi'.
Ho rivisto, credo dopo una ventina di anni, un film che rientra nella mia personale top twenty movies di sempre, Easy Rider.
Film importante perché si inserisce nel contesto culturale di quegli anni, cultura di controtendenza e voglia di evasione , libertà da una società medio borghese ed il tema del viaggio "on the road" alla Jack Kerouac.
Altri tempi.. e, se ora il film puo' sembrare un po' datato quello che non lo e' per nulla e' la splendida colonna sonora, canzoni immortali che non mi stanchero' mai di ascoltare, ne voglio ricordare qualcuna:
Steppenwolf - The pusher Steppenwolf - Born to be wild The Band - The weight The Byrds - Wasn't born to follow Fraternity of Man - Don't bogart me (aka Don't bogart that joint) The Jimi Hendrix experience - If six was nine Roger McGuinn - It's alright ma (I'm only bleeding) Roger McGuinn - Ballad of easy rider
Buon ri-ascolto.
Vino in abbinamento: Frappato di Arianna Occhipinti fresco e rigenerante.

mercoledì 25 giugno 2008

nxnw

L'anno scorso di questi tempi avevamo organizzato il primo NXNW. Avremmo voluto ripeterlo anche quest'anno ma purtroppo per vari motivi non dipendenti da noi abbiamo dovuto rinunciare. Ci rifaremo l'anno prossimo. Per ora ci piace ricordare quella bellissima giornata piena di bella musica, tanti cari amici ed un'indimenticabile botte di Bordeaux Chateau Le Puy.

martedì 24 giugno 2008

il mio vino quotidiano (o come come bere bene e quadrare il bilancio)

Visto che l'ho citato ieri voglio tornare a parlare di colui che io considero un eroe, anzi un autentico rivoluzionario, in quanto ha scelto di produrre i propri vini in modo, per dirla molto semplice, naturale e di metterli in vendita a prezzi accessibili a chiunque. Coi tempi che corrono, dove spesso vini 'veri', 'biodinamici', 'biologici' o quant'altro raramente scendono sotto i 10 euro, lui in cantina è ben sotto la soglia dei 5!  E i vini di Camillo Donati sono da bere, poche balle, ne berrei a secchiate senza troppe menate da pseudo intenditori o pecoroni dal gusto omologato e poi, dopo le suddette secchiate, volete mettere quanto è bello svegliarsi la mattina dopo in forma come pochi? 'Scientificamente' provato su di me. Oltre l'uva ed il suo lavoro non c'è nulla, niente enzimi, lieviti selezionati, chimica in vigna, temperature controllate o tutte le belinate che si inventano la gran parte degli enologi o le multinazionali della chimica. Poi, fondamentale, quelli frizzanti sono frutto esclusivamente della rifermentazione naturale in bottiglia.
I suoi vini sono la pura espressione della tradizione delle colline parmensi. Da lui troverete il Lambrusco più buono del mondo, che con un gusto così non avete mai provato, un Trebbiano che bello fresco è ideale per queste afose serate milanesi, e poi via con la Malvasia, il Merlot (ma non pensate ai 'soliti' Merlot), il Sauvignon, il Pinot Bianco, il Cabernet Franc.
Se come me non rinunciate al vino quotidiano andate o ordinate da lui, ne guadagnerà sia la salute che il vostro portafoglio.
Grazie Camillo.

lunedì 23 giugno 2008

ma (solo) la birra è rock?






Ieri sera ho avuto la fortuna di perdermi la partita di una delle più scarse nazionali di calcio che io ricordi, nessun gol su azione in quattro partite ed una sola vittoria con gli avversari in 10, per assistere ad un grandissimo concerto dei North Mississippi Allstars. Il chitarrista Luther Dickinson si è confermato, nonostante l'ancor giovane età, uno dei migliori ed originali performer in circolazione ed il frutto ormai maturo allevato a generose porzioni quotidiane di Mississippi Fred McDowell ed Allman Brothers Band.
Nel pomeriggio avevo finito di leggere il numero 30 di Porthos, eh si più che quello di una rivista gli riservo il trattamento dei libri e lo leggo dalla prima all'ultima pagina in rigorosa sequenza. Insomma la rivista si chiude con il bellissimo 'Un Racconto Sul Vino' di Pier Vittorio Tondelli dove ad un certo punto lo scrittore ricorda con nostalgia gli anni di gioventù passati nelle osterie dove si cantava e suonava bevendo vino e di come inesorabilmente si sia passati alle birrerie, ai pub, a qualcosa che non appartiene alla nostra storia, alla nostra cultura. Inevitabilmente mi è tornato in mente quando al concerto mi son visto propinare alla simpatica cifra di 4 euro una birracia alla spina di infima lega. Non dico che mi ha rovinato la serata ma sicuramente il mio fegato non era molto felice. Al prossimo concerto mi porterò una bella borraccia termica con il Trebbiano di Camillo Donati leggermente fresco, lo compro in cantina a 3.50 euro, e risparmio pure. Del resto come dice Tondelli il buon vino è il simbolo della festa, della amicizia e della pace, esattamente lo spirito che dovrebbe aleggiare ad un concerto. Il vino si che è rock!

domenica 22 giugno 2008

Morgon' 03 di Marcel Lapierre (magnum)




Marcel Lapierre e' un gentiluomo di campagna, i suoi modi gentili ed affabili ti mettono subito a tuo agio. Non sempre e' cosi', a volte i vignaioli "veri" , quelli con le mani callose per intenderci, sono un po' burberi ed introversi. Devo dire che in questo caso il carattere dell'uomo rispecchia quello del suo vino. Il Morgon 2003 rigorosamente in magnum assaggiato martedi' 17 giugno a Rivergaro, nella bella manifestazione organizzato dalla brava Elena Pantaleoni de "La Stoppa", ci ha stupito per finezza ed eleganza, ma non solo, il carattere del Gamay con i suoi tannini setosi e la sua bella freschezza lo rendono un vino con ottime possibilita' di invecchiamento. Dimenticatevi i dopobarba, beaujolais nouveau che avete bevuto, questo vino e' un'altra cosa! Il Gamay non solo ha una sua (grande) dignita' ma si dimostra un vitigno di grande potenzialita', ma non dimentichiamoci che e' l'uomo che lo fa a fare la differenza. W Marcel La pierre.
Disco in abbinamento: Neil Young - harvest

sabato 21 giugno 2008

Meg Hutchinson - Come Up Full, 2008


Stavo guidando come tutte le mattine verso l'ufficio quando dal mio iPod, perennemente in random, parte questo disco a me totalmente sconosciuto. Purtroppo non avendo riportati sul display dell'autoradio le info di quanto suonato dall'iPod, il mio ascolto si fa sempre più attento per cogliere qualche elemento che mi possa aiutare ad identificare l'autrice di canzoni tanto belle e che ti catturano al volo. Siamo nel folk, direi costa est degli States, la voce è dolce alla Natalie Merchant ma ogni tanto qualche sfumatura mi ricorda Beth Orton, la band accompagna le canzoni con gran classe e discrezione per non interferire su quelli che devono restare i protagonisti del disco: la voce ed i testi.
Finalmente arrivato in ufficio posso staccare l'Ipod. scoprire il nome di chi mi ha fatto cominciare bene la giornata ed aggiungerla alla playlist dei favoriti.