mercoledì 31 dicembre 2014

The Funeral Party


del Guardiano del Faro

L’invito a partecipare arrivò per telefono, ovviamente a sorpresa come ogni convocazione ad un funerale, però essendo entrambi vivi gli organizzatori lo stupore non mancò di marcarmi l’intera giornata. Ripensavo all’idea così originale e al ruolo che avrei dovuto ricoprire per l’occasione. Ma centrale, al di là dello snodarsi dell’evento, rimaneva il ruolo della coppia, che voleva partecipare da viva alla giornata dedicata al proprio funerale. Un funerale per due.

In sostanza volevano essere certi che quando fosse arrivato il momento, tutto fosse ben organizzato e coordinato al meglio, per non fare brutta figura di fronte ai tanti ospiti, che una seconda occasione non avrebbero avuto, invece così si, così si poteva fare il funerale di prova in attesa di quello ufficiale, arrivando pronti all’appuntamento, un appuntamento certo, anche se non fissato sul calendario.

Il mio ruolo, lo posso dire ora che la giornata si è chiusa senza drammi, è stato quello di assaggiatore del buffet preparatorio alla cerimonia. L’appuntamento era per le ore 11.00, e il catering di un noto chef specializzato aveva già approntato non un solo lungo bancone ma bensì diverse isole dove gli ospiti (un centinaio) potevano attingere a piccoli snack e finger food caldi e freddi. Notevole il salmone Balik con le sue uova su blinis tiepido, o la terrina di foie gras su pan brioche all’albicocca. Il contrasto caldo freddo funziona sempre.


Un brindisi alla morte!
Che ci colga vivi!

Vacci piano Luca pensai. Ai vini e all’intrattenimento ci avrebbe pensato un sommelier un po’ folle, presentatosi con i capelli dritti in testa, incaricato oltre che a scegliere e servire i vini, anche a provocare situazioni humor, come arrivare alle spalle degli ospiti per spalmare miele e semi di sesamo sulle loro giacche, o sorprendendoli cospargendogli sui capelli una soluzione di burro e marmellata. Il tutto abbinato a Riesling tedeschi a bassa gradazione di alcool ma carichi di zucchero.

In alternanza al servizio al buffet si potevano omaggiare in silenzio le due bare disposte in parallelo in una fredda stanza debitamente illuminata con blu neon -quindi molto poco- conversando a voce bassa con i due proprietari, ben lieti di ricevere tante attenzioni e dolci parole da parte dei partecipanti. Deve esser bello ascoltare tante belle parole ancora da vivi, pensando di esser morti. E poi poter ascoltare pareri sul legno scelto per la bara, e anche sul colore del tessuto dell’interno.

Verso le quindici era prevista la messa, officiata in una vicina cappella, gelida, con tanto di Sacerdote adeguatosi all’anomalo compito. Gran finale con il viaggio in corteo al cimitero e ritorno alla casa dei due mattacchioni, dove nel frattempo il personale del catering aveva trasformato la grande casa in una magnifica location dove è stato bellissimo trascorrere una serata di gala indimenticabile. Krug ghiacciato per tutti ! Con dedica a chi non ha mai pensato di poter fare a meno di vivere ogni giorno senza stappare ogni volta e a ogni voglia un Krug. Buon anno !


martedì 30 dicembre 2014

Cappelletti in blues


gdf

Come cz faccia a mettersi a disossare un cucciolo di agnello alle otto e mezza di stamattina -ucciso ieri- lo sa solo lui. Chef sotto sbornia. Lo sa solo il suo cervelletto marinato nel rum di stanotte il perché e il come; quello dell'agnelino è ormai a cielo aperto, sotto le luci al neon della cucina. Coroner . Il sonno della ragione. Con i mostri presenti anche a occhi aperti.



Dico, ma smettila con quell'accetta, ho il mal di testa, sto buttando giù in un sorso tre arance spremute, deglutendo in attesa che salga un caffè lunghissimo, sperando che i visceri rispondano. Lui no invece, prosegue a sezionare l'animale; gli serve per la sera, un'altra sera da bruciare fino a notte fonda, senza che sia necessario, solo per abitudine. Se fai lo chef non sai che significa andare a dormire a mezzanotte. Blues is blues, una cosa ripetitiva, afro americana, ben eseguita dagli Dei di cucina sotto sbornia. In automatico.


Mi offre una sigaretta. Molla l'agnello e mi offre la siga filosofica con lo chef, alle nove. Braccio dentro e braccio fuori dalla finestra della cucina. Era poche ore fa, proprio poche per pensare di metter su il fondo d'agnello, con ancora tra le gengive i resti dell'amatriciana delle quattro.

Le bottiglie sono li a testimoniare che non è stato un sogno. Ho dormito apparentemente bene, ma adesso so che è stato solo uno svenimento. La lingua è un maglione da alta montagna, gli occhi  e le palpebre sono quelle del bevitore pentito col timer, dell'Ali dopo il peggior incontro di pugilato, con le falangi che ora si muovono come le sue, ma non per malattia ma per eccessi; quindi ne valeva la pena, tanto, comunque. Blues is blues.

Smette finalmente di accanirsi sull'agnello, tira fuori dal frigo del brodo congelato e lo mette a scongelare, e poi a riscaldare. Tira fuori gli arrosti, li trita, tira la pasta, la stende, la riempie con precisione millimetrica.

Finalmente il brodo è caldo,nella prima tazza ci sciolgo un optalidon, ma con la seconda? Cappelletti, plin o ravioli? D'istinto dico cappelletti, non gli vengono gran che bene di forma, ma pieni di contenuti si, questo assolutamente si.


lunedì 29 dicembre 2014

12 scatti invernali da un assolato Nero di Seppia


gdf


Il piccolo ma caratteristico Borgo Foce di Imperia Porto Maurizio è stato completato nella sua ristrutturazione urbanistica da alcuni mesi, ed i primi a beneficiarne sono i ristoratori che hanno ben sopportato il trambusto e i disagi, e che ora raccolgono il seminato, da loro e dall'amministrazione. Nel dettaglio questo Nero di Seppia, che è uno dei ristoranti della provincia di Imperia che più "macina" numeri, talvolta impressionanti se messi in raffronto con altre realtà, che invece faticano assai. I nuovi spazi aiutano ulteriormente, il clima ed il sole pure, e glielo leggi in faccia ai diligenti dipendenti di Giosuè Bonomi che qui in estate si è dormito poco, e si è lavorato veramente tanto. L'inverno è appena iniziato, ma se la luce è questa sarà difficile vedere nero.


Giosuè con la sua lavagna portatile ammalia le signore

Riso basmati con arlecchino di verdure, spiedo di calamari e gamberi, salsa bisque


Dal lombardo Bonomi non mancherà mai un calice di Franciacorta, in bicchiere Zafferano

Risotto alle zucchine bardato di lardo sotto un altro spiedo gamberi al rosmarino

Il goloso maialino alla senape con pere allo speck





gdf

sabato 27 dicembre 2014

Io vivo adesso







By L'Apostolo

­­­Il giovane lacrimava di fronte ai discorsi dei vecchi, che solo di vicende passate sapevano dire, storie di guerra e di fame, di precaria vita, di ignoranza, di vita breve, di pance vuote, di analfabetismo, di malattie da mezza vita, di una tv per ogni cinquanta persone,  di mezzi di comunicazione e di trasporto di gruppo, e dove per poter uscire con una ragazza dovevi chiedere il permesso alla Famiglia, andandola a prendere in bicicletta, dove il catechismo era sostanzialmente obbligatorio, dove la domenica si doveva andare in Chiesa, dove se puzzavi di benzina voleva dire che avevi una macchina, o una rara motocicletta

Il secondo vecchio, un po' meno vecchio, raccontò invece di un'altra epoca, dove le mancanze e le carenze erano diverse; un'epoca comunque vecchia per il giovane, un periodo storico dove non c'era l'autovelox, dove non c'era l'obbligo delle cinture di sicurezza, dove non c'era l' alcol test, dove la Mercedes e la Bmw cambiavano il modello solo ogni sette anni,  dove non c'era il casco da mettere sul motorino, sul quale ci potevi caricare anche la ragazzina capelli al vento, dove nessuno te lo poteva menare per telefonino ma con due gettoni a doppia scanalatura ne conquistavi tre, dove i bot rendevano il 13 per cento e la borsa anche molto di più , dove se andavi in banca ti dicevano grazie e non vaffanculo, dove in discoteca si poteva fumare, e incredibilmente anche al cinema, dove le proiezioni valevano la pena di esser viste. Gli statisti si chiamavano Mitterand, Thatcher, Craxi, Kohl, Gonzales ... e se gli chiedevi un posto di lavoro, potevi anche sceglierlo.

Il giovane lacrimava ancora di più a questo punto, lui, che poveretto vive in un clima moderno, quello del proibizionismo, della raccolta differenziata, dove se beve un Campari e guida diventa un delinquente da emarginare, dove se guida in scooter si deve rovinare la cresta di gallo sotto il casco, dove la Microsoft gli cambia i programmi come le calze, dove sono le ragazze a verificargli le misure, dove se non ha il modello nuovo di smart phone is out, dove se ha preso una laurea è meglio che parta un minuto dopo per l'estero, dove le auto non si riconoscono più neanche dai fanali, dove se vuoi scegliere una guida hai davanti Salvini o Renzi, dove se vai in banca a chiedere una mano ti chiedono la garanzia della pensione del padre e del nonno, quelli che hanno vissuto, e che ti hanno raccontato come.

Io vivo adesso, cantava Max Pezzali, per consolarlo credo.

Mi dispiace ragazzo, pessima scelta, riprova più avanti.


Post sponsored by
Cachaça Tatuzinho


venerdì 26 dicembre 2014

Visioni di Santo Stefano



Marco 50&50

Lei si avventurò pericolosamente oltre la fascia protetta, sulla sua strada incontrò una fascia elastica che, molto probabilmente, non aveva mai visto in vita sua, ma non commentò, anche perché non avrebbe potuto farlo, contemporaneamente...


La sveglia personalizzata con la voce trillante di Cristina D'Avena mi colse sul più bello, i fiocchi non sono mai stati la mia colazione preferita ma mi alzai.


La zona rossa aveva necessariamente perso d'intensità, il capo redattore dell'Eco di Biella mi aspettava in quella che lui definiva, Red-azione, non avevo uno straccio di pezzo ed ero ridotto uno straccio, la quota, sentendomi farfugliare nel sonno parole incomprensibili&irripetibili, da rosa era diventata tutta rossa e stava letteralmente urlando nella mia direzione.




Uscii di corsa, imboccando un senso vietato mi resi conto che non avrei mai saputo spiegarle che il sogno vietato con la rossa rosso fuoco non era per mea culpa, la copia del cardiogramma per poter assistere alla visione era sparita con il seguito del sogno.



Bruciai un rosso poi rimasi bloccato nel traffico, abbandonai la macchina sotto un cartello di divieto di sosta sul quale qualcuno aveva scritto divieto di sogno.


Biella a Santo Stefano sembrava Milano a Sant'Ambrogio, il Santo Patrono, rimesso nell'armadio il completo da Babbo Natale usato il giorno prima per la consegna dei regali, vestito da vigile cercava di smistare il traffico pedonale diretto al Parco della Burcina, improvvisati maratoneti spinti dal senso di colpa dopo gli eccessi eno&gastronomici arrancavano con un pacco dono sotto braccio cercando, con poca convinzione, di smaltire grasso in eccesso e regali inutili.


Arrivai all'Eco di Biella fuori tempo massimo per la consegna del pezzo, in Red-azione non c'era nessuno, eppure il monitor del capo redattore era ancora acceso, un calice di vino posato pericolosamente vicino alla tastiera, un maglioncino arancione abbandonato distrattamente sulla spalliera della sedia girevole, misi il post con le visioni di Santo Stefano in evidenza sulla scrivania e mi diressi al Parco della Burcina, dovevo smaltire il nervosismo interiorizzato per essermi perso la prova del cuoco dai fratelli Gramegna, chissà di che colore è Rosso di Sera per pranzo...








M 50&50

giovedì 25 dicembre 2014

Aoc Champagne Cuvée William Deutz 1999 Deut



E’ la cuvée haute de gamme – 65 Pinot Noir, 35 Chardonnay e 10 Pinot Meunier - nonchè l’omaggio, il tributo, a William, co-fondatore nel 1838 ad Aÿ, insieme a Pierre-Hubert Geldermann, della Maison.

Oro brillante, intenso e cristallino. Il naso, fine e leggermente evoluto, diventa espressivo piano piano, rivelando nobile bouquet e grande complessità. Attacca la frutta, ben matura, sia bianca che gialla, con mela granny e cotogna, pesca noce, pera e albicocca, arricchita da tocchi floreali di giglio e gelsomino.

Senza assolutamente roteare, ma concedendo tempo e lasciandolo salire un filo di temperatura, arriva un’altra ondata di aromi: scorza di agrumi candita – arancia e pompelmo – note di torrefazione e tartufo, mandorla, un inebriante zafferano e persino qualche nota canforata, con la mineralità ancora compressa.
A occhi chiusi, avrei ribaltato le percentuali tra Chardonnay e Pinot Nero.

La bocca è stratificata e piena di charme, di bollicina finissima e cremosa, e ripercorre, simmetricamente, il cammino dell’olfazione. L’attacco è souple e ampio, con gli aromi che si fondono perfettamente. Il sorso mantiene l’atteggiamento evoluto, terziarizzato, che si traduce in un’espressione di frutta confit, nondimeno ancora ben contrastato da tesa acidità.

Una bilanciata armonia tra struttura e finezza, chiude una bevuta dalla lunghissima persistenza aromatica, con rimandi di funghi, caffè, zafferano e un tocco salino.

Gratificante con Etivaz e Comté 18 e 30 mesi.

  
P.S.:
E’ privilegio e gioia porgere, da queste pagine, i più fervidi auguri di buone feste, ai lettori dell’Armadillo.

mercoledì 24 dicembre 2014

Rosso di Sera


gdf


Lo sanno in molti ormai, lo sanno tutti quelli che frequentano questa zona a cavallo della provincia di Novara e quella di Varese. Lo sanno quelli che leggono molte notizie sul tema, che provengano dal web o dalle guide, quelle che ormai da anni - tutte -  hanno accolto tra le proprie pagine il locale dei fratelli Gramegna.


Davide Gramegna
Ne ho già parlato diverse volte, quindi stavolta lascerei spazio alle immagini della devastante degustazione di vini curata da Davide Gramegna e alla sequenza di piatti di Cristiano, autodidatta in continua crescita. Quando l'ho conosciuto sapeva a malapena aprire le ostriche e servirle al banco di un gran bel bar. Sapeva anche fare un ottimo gin tonic, e anche il tè  (con le bustine).



Ma gli autodidatti non hanno preconcetti, non hanno maestri da seguire o da imitare, caso mai qualche chef ideale a cui ispirarsi, a cui avvicinarsi, con curiosità e discrezione, sperimentendo empiricamente tante strade, che non hanno un margine o una fine. Merci les amis.


Cristiano Gramegna








Orizzontale di 3 Barbera alternative

Capesante arrostite, crema di finocchio, lime e olio alla vaniglia

Torcione di foie gras, scampo crudo, mela verde, bergamotto, arachidi ...

Il mio vino del giorno

Pappa al pomodoro, seppia e basilico

Blocco di lingua di vitello, rafano e verdure al'agro

Coniglio, barbabietola, salsa d'acciuga



Gnocchi arrosto, pecorino, carciofi acidulati e mentuccia



Davide insiste allo stappo

Fabio al servizio



Pasta e fagioli, e cozze



Morro di baccalà Giraldo, sedano rapa, corn flakes di riso nero e chutney di cipolla rossa

Trippa di vitello alla Romana con gamberi rossi di Sicilia


Guancia di vitello brasata alla birra Moretti con purè di patate

Cremoso al cioccolato Valrhona con mandorle, mandarini canditi e ricotta

Millefoglie sparsa di crema Chantilly e lamponi

Crema bruciata alla vaniglia Bourbon e gelato alla lavanda

Tiramisù di marroni glassati, e granita al caffè



Complimenti Cristiano.
Chi l'avrebbe detto 25 anni fa, quando facevamo altro, entrambi. Ma neppure sette anni fa, quando hai cominciato questa bella esperienza di vita.

http://www.osteriarossodisera.it/

gdf