L’invito a partecipare arrivò per telefono, ovviamente a sorpresa come ogni convocazione ad un funerale, però essendo entrambi vivi gli organizzatori lo stupore non mancò di marcarmi l’intera giornata. Ripensavo all’idea così originale e al ruolo che avrei dovuto ricoprire per l’occasione. Ma centrale, al di là dello snodarsi dell’evento, rimaneva il ruolo della coppia, che voleva partecipare da viva alla giornata dedicata al proprio funerale. Un funerale per due.
In sostanza volevano essere
certi che quando fosse arrivato il momento, tutto fosse ben organizzato e
coordinato al meglio, per non fare brutta figura di fronte ai tanti ospiti, che
una seconda occasione non avrebbero avuto, invece così si, così si poteva fare
il funerale di prova in attesa di quello ufficiale, arrivando pronti
all’appuntamento, un appuntamento certo, anche se non fissato sul calendario.
Il mio ruolo, lo posso dire ora
che la giornata si è chiusa senza drammi, è stato quello di assaggiatore del
buffet preparatorio alla cerimonia. L’appuntamento era per le ore 11.00, e il
catering di un noto chef specializzato aveva già approntato non un solo lungo
bancone ma bensì diverse isole dove gli ospiti (un centinaio) potevano
attingere a piccoli snack e finger food caldi e freddi. Notevole il salmone
Balik con le sue uova su blinis tiepido, o la terrina di foie gras su pan
brioche all’albicocca. Il contrasto caldo freddo funziona sempre.
Un brindisi alla morte!
Che ci colga vivi!
Vacci piano Luca pensai. Ai vini e all’intrattenimento
ci avrebbe pensato un sommelier un po’ folle, presentatosi con i capelli
dritti in testa, incaricato oltre che a scegliere e servire i vini, anche a
provocare situazioni humor, come arrivare alle spalle degli ospiti per spalmare
miele e semi di sesamo sulle loro giacche, o sorprendendoli cospargendogli sui capelli
una soluzione di burro e marmellata. Il tutto abbinato a Riesling tedeschi a bassa gradazione di alcool ma carichi di zucchero.
In alternanza al servizio al
buffet si potevano omaggiare in silenzio le due bare disposte in parallelo in
una fredda stanza debitamente illuminata con blu neon -quindi molto poco-
conversando a voce bassa con i due proprietari, ben lieti di ricevere tante
attenzioni e dolci parole da parte dei partecipanti. Deve esser bello ascoltare
tante belle parole ancora da vivi, pensando di esser morti. E poi poter
ascoltare pareri sul legno scelto per la bara, e anche sul colore del tessuto
dell’interno.
Verso le quindici era prevista
la messa, officiata in una vicina cappella, gelida, con tanto di Sacerdote
adeguatosi all’anomalo compito. Gran finale con il viaggio in corteo al
cimitero e ritorno alla casa dei due mattacchioni, dove nel frattempo il
personale del catering aveva trasformato la grande casa in una magnifica
location dove è stato bellissimo trascorrere una serata di gala
indimenticabile. Krug ghiacciato per tutti ! Con dedica a chi non ha mai pensato di poter fare a meno di vivere ogni giorno senza stappare ogni volta e a ogni voglia un Krug. Buon anno !