New Wine Festival 2015
Tbilisi – Georgia
Quando venni a sapere che il New
Wine Festival si sarebbe svolto in uno dei parchi cittadini più importanti
della capitale, il DedaEna Park, fui piacevolmente sorpresa. Mi piaceva l’idea
di un evento all’aria aperta, in un’ atmosfera informale. Le mie aspettative non furono deluse. L’evento era in linea con la mia visione del
vino,senza tanti cerimoniali, solitamente noiosi e pomposi.
La cinquantina di produttori
radunati per l’occasione provenivano dai quattro angoli del paese.. Kakheti,
Imereti, Guria, Kartli… ed erano suddivisi in 3 categorie : grandi cantine,
piccole cantine a gestione familiare e vignaioli che perpetuano il tradizionale
metodo di vinificazione in Qvevri.
Inutile dire che ho sorvolato
rapidamente le grandi cantine per concentrare la mia attenzione su quelle
realtà che, a parere mio, hanno più da raccontare.
Il primo
giro di assaggi non poteva che essere dedicato ai produttori del cuore: Iago Bitarishvili, una delle figure più
significative nel comparto vitivinicolo georgiano, vignaiolo a Chardakhi nella
regione del Kartli, primo produttore ad avere ottenuto la certificazione
biologica in Georgia, nonché presidente del Tbilisi Wine Festival 2015.Il
carismatico Soliko
Tsaishvili, tamada per eccellenza, la cui cantina Chvenigvino Our Wine, è ubicata
nel cuore del Kakheti. Infine, Zurab Topuridze, il più
internazionale dei tradizionalisti che ha scelto di coltivare nei suoi vigneti
della Guria,antiche varietà praticamente scomparse, come il ramato Chkhaveri.
Si passa poi da un banco
all’altro, spinti dalla curiosità, dalla frenesia di degustare, di scoprire, di
scambiare due parole con i produttori. E, anche se la comunicazione non è
sempre facile, non tutti parlano inglese, sono i vini che splendono nei
bicchieria parlare.
L’evento è aperto al pubblico ed
ègratuito. In un paese dove vino è sinonimo di storia e cultura, non potrebbe
essere diversamente. A fianco agli operatori del settore, ci sono appassionati,
privati, bevitori tout court…
L’evento attira anche numerosi
visitatori stranieri soggiogati da quell’affascinante cultura del vino così
diversa dalla nostra.
Si degustano vini dai colori vivi
e caldi che sono uno spettacolo per la vista e stuzzicano narici e papille gustative con un ventaglio di
sensazioni insolite ed incantevoli.
Oltre al vino, ci sono anche in
degustazione formaggi, per la maggior di latte di pecora.
L’atmosfera è giovale e non solo per merito del vino… La
band locale rock NASI che è solita esibirsi nell’omonimo locale di Tbilisi
contribuisce a rendere l’ambiente più festoso.
A fianco alla musica moderna, di
qua e di là, si formano dei cori spontanei che intonano i tradizionali canti
polifonici. Sono canti di un’estrema bellezza, anche essi sono profondamente
radicati nella cultura georgiana al punto di radunare senza differenziazione di
età, ragazzi giovanissimi come uomini adulti.
Durante il Wine Festival, si è
provveduto all’apertura di un Qvevri appositamente interrato in precedenza in
una della aiole del Deda Ena Park per l’occasione. L’apertura di un Qvevri è
un’operazione che riveste una grande importanza, si tratta quasi di un
rito. Bisogna tenere a mente che le
anfore vengono sigillate subito dopo le fermentazioni alcoliche e malolattiche
e lo rimangono per lunghi mesi. Somiglia
ad una lunga gestazione al termine della quale soltanto il produttore che ne è
il genitore scopre finalmente la sua creatura.
La cerimonia di apertura del New
Wine Festival, invece, organizzata dal Georgian Wine Club e riservata a un
pubblico di soli operatori, si è svolta la sera prima, l’8 Maggio, in
un’atmosfera più convenzionale, nella stupenda location del Funicular Restaurant
di Tiblisi.
L’edizione di quest’anno ha voluto mettere sotto i
riflettori vitigni rari, per lo più sconosciuti o scomparsi. Vitigni rari ma
non privi di interesse. Ricordiamo che su 4.000 varietà di vitigni repertoriati
nel mondo, oltre 500 sono autoctoni della Georgia.
Durante la degustazione guidata da Malkhaz Kharbedia,
Direttore del Georgian Wine Club, abbiamo avuto l’opportunità di assaggiare una
decina di vini elaborati a base di vitigni dalle origini più varie, con metodi
di vinificazione diverse, di tipo tradizionale in Qvevri o ancora di stile più
moderno.
Protagonisti dei vini bianchi erano i vitigni Kisiprovenienti
dal Kakheti, i vitigni a bacca ramata Chkhaveri proveniente dalla Guria o ancora
il Rkatsiteli Rosé proveniente dal Khaketi. Tra i rossi spiccavano lo
Tavkveri originario del Kartli o ancora l’Otskhanuri Sapere, tipico
dell’Imereti.
Una miriade di vitigni e altrettanti vini che non
mancheranno di stupire il degustatore con colori e aromi davvero inusuali ...
Sophie
Grande Sophie, mi hai fatto tornare in mente le "cronache da Croda" :)
RispondiEliminaFabrizio