mercoledì 30 agosto 2017

Foto dall'alto



Piacciano agli editori, ma non ai cuochi che le guardano, proprio no, perché dicono che non si capisce un cz.
 Che facciamo? Le mettiamo a 45 o a 90?
A me piace cambiare posizione. Non mi fa impressione.

gdf

martedì 29 agosto 2017

Porto L.B.V. per me vuol dire Lo Bevo Velocemente


- gdf -

Inutile averci scritto sopra in ogni modo tranne in braille sui vini di Porto. Libretto con l'accento inglese falsetto incluso ma non posso far finta;  non mi resta sconosciuto il fatto,  per lo più dovuto a temi di pulizia del vino e di mercato, ma continuo a non capire come si possa destinare un vino del genere di gran mercato al supermercato da 12 euro. Cos'è un LBV? Come un grande Borgogna quando non lo sapeva nessuno.

Va bene che il mercato del Vintage sia stato prerogativa degli inglesi grazie ai portoghesi, o viceversa. Difficile conversare per me con quei popoli dediti all'imperialismo e fatico a comprendere quelle due lingue singolarmente, figuriamoci insieme.

Ma tra di loro si sono capiti veramente? Andare oltre il Vintage è pari a pensare a quelle cose alternative che potrei fare con la ragazza del bar sport  -sovraesposta - che ha appena litigato con il suo giovane fidanzato e, a questo punto cerca un Vintage che la capisca mentre traballa tra le bocce. Morbida e dirompente. 

Qui al colore non mi sorprendo: è succo di amarena molto maturo, pressato quanto concentrato;ci riesco se non mi suona il telefono. Al naso non c'è alcol. Sembra un Dugat-Py 2003. In bocca ti manda in confusione tra la sera e la mattina. Cioccolato, amarena Fabbri, amarena Fabri, e poi brioche ripiena di crema alla vaniglia e caffè. Dopo cena e colazione, tutto insieme e senza mangiare nulla.

Con la bocca asciutta.

gdf late bottled vintage

lunedì 28 agosto 2017

Bianchi - Rossi & Blues a Frabosa Soprana



Quattro appuntamenti di grande fascino e suggestione 
sulla terrazza del MiraMonti con al centro della scena
le note del Blues d'autore, grandi vini accompagnati
dalle preparazioni gourmet di Ezzelino.

PRIMO APPUNTAMENTO SABATO 2 SETTEMBRE


in scena:
Cà del Bosco Prestige, la storica Brandade di Ezzelino
accompagnate dalle note blues di Gianluca Martini (contrabbasso),
Andrea Scagliarini (armonica), Beppe Rainero (Dobro e Chitarra)"

prezzo 10,00 €

(calice di Cà de Bosco Prestige, e piatto brandade di baccalà firmata Ezzelino )

è gradita la prenotazione



Per info e prenotazioni:

tel. +39 0174244533
email: info@miramonti.cn.it

venerdì 25 agosto 2017

Muraglia


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VARIGOTTI - Si, vari e molti i gotti bevuti. Buoni gli gnocchi. E sempre ottime anche le due resident top, che tengono bene ( Hunziker e  Herzigova ) . Guarda che trovarne due così che cominciano con la H nella stessa spiaggia è un caso veramente difficile, in un luogo così piccolo, dove trovare un parcheggio in agosto è tutto olio che cola.

Ma il Muraglia - Conchiglia d'Oro di Varigotti ha un accesso privato, perché il locale è anche confidenziale hotel, con qualche camera quindi. Con qualche posto macchina e con tanti classici citati a mano sulla carta fotocopiata. Il Re della griglia senza fumo è lì, dissimulato tra il suo bell'assortimento di erbe aromatiche e qualche radice di zenzero.

Un generoso tocco di zenzero per il pesce grigliato e un tantino troppo olio nel pesce un po' troppo cotto in arrivo dalla cucina.

Caruccio ma la formula continua a funzionare bene. Non è più un ristorante con camere ma un'istituzione gastronomica, nel tipico stile "riservato" alla ligure. Molto stringata anche la carta dei vini ma oggi conta sempre meno questo aspetto. L'italiano medio alto sta diventando progressivamente astemio, quindi perché investire nel vino?

Fare il pieno a pranzo a metà agosto è un bel risultato, difficilmente migliorabile rispetto al passato di un luogo che ha avuto un senso gastronomico superiore a quello di oggi, attraverso la lunga carta delle vivande, fino ad arrivare al carrello dei dolci, con frutta ... cotta.














giovedì 24 agosto 2017

Chiuso per inventario


-gdf-


Immagino un lavoro assai impegnativo. Più di un milione di bottiglie non è uno scherzo. Molte delle quali non sono neppure in vendita, ma messe a magazzino per scopo di investimento a medio o lungo termine. E poi almeno 300.000 preziosi flaconi depositati da clienti che qui hanno garanzia di conservazione in regime di controllo giornaliero di temperatura e umidità adeguate. E -le bottiglie- tutte garantite in sicurezza da massicce porte blindate.

Naturalmente, per via della produzione e della "speculazione" è il Bordolese ad essere presente con il 70% del totale. 17% dedicato ai grandi vini italiani, un 5% è Champagne mentre la Borgogna, che non è molto rilevante sul mercato speculativo (che abbisogna di quantità), si ferma al 2%. La piccola percentuale rimanente è invece composta da vini del Nuovo Mondo, gli Stati Uniti, la Germania e ovviamente la Svizzera, perché in Ticino si trova ARVI.


Orizzontale, ma soprattutto verticali, create su commissioni o comunque presenti in cantina. Mouton Rothschild dal 1945 al 2013. Masseto dal 1986 al 2013. Dom Perignon dal 1943 al 2006. Serve del Petrus?



Inoltre il 75% del totale delle bottiglie fa riferimento al punteggio minimo di 95/100mi, valutazioni ottenute da Robert Parker. Esistono anche 45 rarissime bottiglie dal formato anomalo di 27 litri, pari a 36 bottiglie da 0,75. I migliori vini del mondo come Cheval Blanc  o Yquem, sono presenti in formato da 12/15 litri. Queste si dovrebbero trovare facilmente in magazzino.

La bottiglia da 0,75 più costosa? Romaneé Conti 1990, 18000 Franchi Svizzeri mentre i grandi formati possono superare i 50.000 Franchi. Si, Franchi, perché siamo in Svizzera, a due passi dal confine, a Melano, vicino Mendrisio.

Decisamente impegnativo fare l'inventario da ARVI. 13 anni di paziente lavoro per mettere insieme questo impero del vino. Quindi in questo periodo non cercateli, perché tutti i dipendenti, impiegate incluse, stanno facendo uno degli inventari più divertenti possibili invece di partire per le vacanze.

gdf



mercoledì 23 agosto 2017

Il senegalese bianco


- gdf -

Mi tocca la spalla con un dito molto più grande del mio e di colore molto più scuro del mio.
Mi sorride con denti sani e bianchissimi.

"Ehi amico, questa è stazione Ventimiglia, il treno finisce qui, non ti faranno passare in Francia con questo, anche se fai finta di dormire"

L'ennesima disavventura gdf-trenitalia non fa più notizia, ma un blog resta comunque una cosa personale, anche se questo è sempre condiviso e condivisibile.

Per la mia memoria storica me lo tengo all'occhio e al dito un vero senegalese; il senegalese che mi ha salvato da un tentativo di espatrio extra anche se comunitario. Me lo tengo qui, dalle parti, dalle parti dell'armadillo, prima di una pizza comfort food al bar della stazione al confine dell'Impero.

Mi aveva notato (mi teneva d'occhio come un concorrente) e aveva capito che ero stanco della mia giornata non in una spiaggia della Riviera, a vendere chissà cosa, tra un Thello e Qhuello e, aveva adocchiato la mia borsa con l'elefante bianco, la mia 48 ore da Riviera.

Simile alla sua, più piccola ma molto simile alla sua, piena come la pancia dell'elefante. Borsa più utilmente piena la sua, anche se di povertà. Pancia più inutilmente piena di ricchezza la mia. 

Se dormi tre ore per notte può succedere, così come se la colazione è a base di Ricard e Sardenaira. il primo occhio si chiude ad Alassio, il secondo ad Andora. Da lì in poi è tutto dritto e quasi ad alta velocità. Facile fare un dritto invece di prendere una fermata intermedia. Arrivare lungo, ma con un senegalese non puoi competere.

Non era l'Eurocity Milano-Marsiglia, se no ce la potevo fare a fottere i controlli di frontiera, tirando dritto dormendo, con la mia borsa valigia con l'elefante africano, da senegalese bianco clandestino. E perfino senza biglietto obliterato.

Manu, Chao.



C'è Piero ... arruba arruba, l'uomo bianco se ne è andato via

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