venerdì 26 settembre 2008

sweet autumn rain

è da ieri notte che 'The Growing Season' di Rebecca Martin mi fa compagnia. Stavo rientrando a casa sotto una dolce pioggia autunnale ripensando alla bella serata passata, (deliziata anche da un Brunello 2000 di Gianfranco Soldera, non proprio un vino da tutti i giorni, ma che Vino!!) e, tac, l'iPod che ho in macchina decide di fare partire questo disco, situazione perfetta. Belle canzoni, voce intrigante, atmosfere jazz soffuse, pianoforte e chitarra elettrica che ti portano altrove. Il chitarrista jazz Kurt Rosenwinkel produce e suona con gusto creando la base perfetta per i racconti di Rebecca giunta al suo ottavo disco.
Il critico musicale del NYT sicuramente esprime meglio di me il contenuto del disco: 'Rebecca Martin has a warm, unguarded voice, an instrument of modesty and forbearance. Her interior style can feel almost too spare for standards, though she has recorded good albums full of them, most recently with the jazz drummer Paul Motian. With her own songs, she manifests a deeper, more easeful authority. She can make the same phrase seem philosophical and conversational, and about as natural as sighing.........As the album’s producer, Mr. Rosenwinkel merits special recognition: the sound he has created, all softness and luminosity, complements the songs beautifully. But it’s Ms. Martin who opens herself up here, and who deserves the credit. She makes this album feel momentous, in the quietest possible way.'

vino del giorno: ovviamente il Brunello 2000 di Gianfranco Soldera, era l'ultima ma ho in arrivo 3 bottiglie del 2001 di cui si dice un gran bene. Per ora delle ultime annate il miglior ricordo me l'ha lasciato il 1999.

giovedì 25 settembre 2008

André Beaufort: le bollicine piu' buone del mondo..



La storia di Jacques Beaufort, récoltant manipulant di Ambonnay (comune classificato grand cru nella regione dello Champagne), e' singolare e appassionante. Ammalatosi verso la fine degli anni '60, quando lavorava ancora col padre André, si accorse delle sua allergia ai prodotti di sintesi della cura medica. Ripresosi curandosi con prodotti naturali e omeopatici decise che anche le sue vigne avrebbero rinunciato ai prodotti chimici. Da allora i suoi sette ettari sono condotti con cura maniacale ed allevati con olii di essenze e secondo i dettami dell’omeopatia e dell’aromaterapia e tutti i lieviti sono strettamente naturali.
Un'altra particolarita' di questa “maison”e che la sboccatura viene fatta ancora “à la volée", a mano, e non per folclore ma, come dice Beaufort, per “far respirare” un’ultima volta ogni bottiglia.
In cantina riposano riserve di vecchi millesimi per la clientela affezionata (cosa poco comune in Champagne dove i facili incassi immediati seducono quasi tutti i produttori). Si tratta di vini che rispecchiano il carattere del vignaiolo: potenti e ricchi di frutto ma anche morbidi e seducenti con finezza ed eleganza oltremisura, insomma degli autentici fuoriclasse!
Controcorrente alle mode, Jacques Beaufort produce anche uno Champagne demi-sec (perfetto con una scaloppa di foie gras...) ma sono da consigliare anche gli strepitosi:
- Rosè Grand Cru (70% Pinot Nero 20% Chardonnay 10% Vin Rouge d'Ambonnay)
- Grand Cru 1994 (80% Pinot Nero 20% Chardonnay)
Vini dal prezzo”umano” e da bere sempre, quando se ne ha voglia, senza aspettare Natale o Capodanno.....
Disco in abbinamento: Little Feat - waiting for columbus

martedì 23 settembre 2008

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oggi giornata lavorativa pesante, il rientro richiedeva qualcosa di bello ma non troppo impegnativo per aiutare a resettare il cervello.
Ho ripescato questo disco di qualche mese fa. Simpatico sin dal nome, dal titolo e dalla copertina. Perfetto. Bei suoni, classe quanto basta, qualche classica cover (Blind Willie Johnson, J.J. Cale e Curtis Mayfield) ben fatta. Guy Tortora è originario della California ma vive a Londra. Buon chitarrista, spazia tra blues, folk, country; insomma lo spettro sonoro comunemente definito Americana, aggettivo che non amo molto, per me suona del buon Blues'n'Roots. Nulla di spettacolare ma onesto e ideale per quanto richiesto dalle mie orecchie questa sera.

vino del giorno: Sauvignon dell'Emilia 2006 di Camillo Donati, non il 'solito' sauvignon, particolare come tutti i vini di Camillo, anche lui non 'spettacolare' (non vincerà mai alcuna classifica) ma si lascia bere che è un piacere e fa il suo più che onesto lavoro: disseta!!! la gola e la mente.

lunedì 22 settembre 2008

sweet sonya

Non credo siano in molti a pubblicare il terzo disco a 18 anni. Sonya Kitchell ci riesce grazie alle sue ottime doti di autrice e la bella voce. Il buon Callieri ne aveva recensito positivamente il disco precedente su Rootshighway. Non ho avuto modo di sentirlo
per intero ma da quanto leggo e dall'ascolto di questo 'This Storm' mi pare di percepire un cambiamento nel percorso artistico di Sarah. Certo anche la frequentazione di Herbie Hancock, che dopo averla notata l'ha voluta in tour con se per tutto il 2007, ha avuto il suo peso. Una ulteriore crescita a livello compositivo e la professionale e misurata produzione di Malcolm Burn sono in realta le armi vicenti di questo disco che mi sta deliziando da qualche ora a questa parte. In alcuni momenti mi ricorda la migliore Feist (che coma al solito il Corrierone ha stupidamente definito qualche giorno fa cantante punk-rock) soprattutto nelle canzoni che rivelano il suo lato più intimista. Ma non mancano deliziosi agganci a quanto più mi piace, il country flavor di 'Running', la ballata che vira al rock di 'Fire', la splendida e quasi Mitchelliana 'Robin In The Snow' che apre la bella sequenza di sei canzoni per un ideale grande lato B.

vino del giorno: Riesling Vignoble de Katzenthal 2004 di Audrey et Christian Binner, piacevole e fresco nonostante la cattiva annata in Alsazia

sabato 20 settembre 2008

back to the roots

Ha dell'incredibile che dalla periferia nord di Londra arrivi un disco come questo di pura roots music, che affonda con piglio fresco come pochi nel country e nel blues al punto di far pensare che la mitica Sun Records sia rinata in Inghilterra.
Se poi pensate che Kitty, Daisy & Lewis sono tre fratelli di 15, 18 e 20 anni, si fanno accompagnare dal padre alla chitarra acustica e dalla madre al contrabbasso, hanno uno studio vintage in casa da paura e si stampano perfino i dischi a 78 giri, beh chapeau!
Il loro primo singolo è 'Going Up The Country', resa famosa dai Canned Heat, ma in realtà è una canzone del 1920 incisa da Beverly White. I fratelli Durham, collezionisti di vecchie incisioni, si son0 ispirati a questa registrazione, di cui usano il testo originale, e solo in seguito gli hanno fatto sentire la ben più famosa versione. Questo è il video:
 
e quest'altro rende bene lo spirito e la passione che anima questo straordinari ragazzi londinesi, guardatelo ne vale la pena:


Kitty Daisy & Lewis show us around from Pure Groove on Vimeo.

e per finire un clip dal bel documentario 'We Dreamed America'

La moto e' rock? La Triumph Scrambler si!


Lo so, sono OT ma non ce l'ho fatta a non scrivere qualcosa in proposito.
Dopo svariati anni ridivento "motociclista", non ho saputo resistere al fascino della Triumph Scrambler !
Nel vocabolario del motociclista, il termine Scrambler indica quelle moto stradali degli anni sessanta trasformate in moto fuoristrada grazie a qualche accorgimento come scarichi alti, pneumatici tassellati e manubrio largo. La sua fama e' dovuta in modo particolare a Steve Mc Queen che, nel film La grande fuga del 1963, evade dal penitenziario in cui è stato fatto prigioniero in sella ad una Triumph trasformata in Scrambler ... Questo bastò per creare un mito, emblema di libertà in un'epoca in cui le barriere cadevano una dopo l'altra. Ed è più precisamente alla Triumph TR6c del 1968 che s'ispira questa Scrambler moderna, versione 2008.
Si', e' molto rock!!

Abbinamento: Rolling Stones - Exile on Main Street + Birra Baladin Super

venerdì 12 settembre 2008

the last waltz part two







A distanza di quasi una settimana riesco a scrivere qualcosa su una giornata per me/noi speciale senza farmi condizionare da una sottile malinconia che mi ha accompagnato nei giorni successivi....Gli amici piu' cari presenti il 7 settembre sanno perche' di questa decisione sofferta, e' un momento in cui le priorita' sono altre e la pur bella avventura del ristorante va (momentaneamente?) accantonata; le soddisfazioni sono state tante, almeno quanto i sacrifici affrontati per raggiungere i risultati che ci eravamo prefissati 5 anni fa quando decidemmo di metterci in gioco in un campo a noi sconosciuto...
La vita continua e le sfide non mancano, il tempo di riavere la zia Alfre in forma e via a cimentarsi ancora sulla strada del gusto magari in maniera piu' "easy" alla ricerca di nuove emozioni per la mente ed il palato.
Un'abbraccio a tutti, a quelli che c'erano e a quelli che non sono potuti venire, alla prox my friends! Stay tuned..
A special thanks to Bonfa and David for the great music!
l'abbinamento musicale non puo' che essere the Last Waltz di the Band

lunedì 8 settembre 2008

the last waltz del dente


Il mitico ristorante Dente del Gigante di Courmayeur, grazie al volere dei patrons Zii Alfred and Lou, ha voluto degnamente celebrare con gli amici la chiusura, ma che in realtà segna un nuovo inizio. Lascio volentieri a Tatix, se ne avrà voglia, spiegarne le motivazioni. Per quanto mi riguarda posso solo dire che nonostante qualche rimpianto, ne vedremo ancora delle belle, magari senza 'l'assillo' di stelle, forchette o altri giudizi. Di sicuro non mancherà, come è stato fino ad ora, la ricerca del gusto con proposte sempre attente alle materie prime giuste, sane e naturali; e la cantina sarà sempre all'altezza! Ci si divertirà ancora...
Purtroppo qualche defezione dell'ultima ora ci ha privato della compagnia di qualche caro amico quali il Barotti, il Traditional Man, la Repiz e Hazel. Non potrete mai capire cosa vi siete persi......
Grazie Zii per l'indimenticabile bella giornata! grazie a chi c'era ed anche a chi non ha potuto esserci. Appuntamento all'apertura del.....????......?????

mercoledì 3 settembre 2008

le melodie inaspettate di Ben Sollee


Ben Sollee suona il violoncello con lo Sparrow Quartet, in compagnia tra gli altri di Bela Fleck.
Un paio di mesi fa è uscito il suo disco solista 'Learning to Bend'. Sia che accarezzi le corde del suo violoncello o le percuota come se fosse una percussione, il suo risulta uno stile che travalica la sua formazione classica. In tutto l'album spazia tra folk, bluegrass, blues e jazz in modo veramente originale e con bella voce ricca di soul. Sicuramente uno dei dischi più onesti e piacevoli dell'anno, da non lasciarsi sfuggire.

in abbinamento: una Ribolla Gialla di Damijan Podversic, anche lei dallo stile originale e sincero