venerdì 30 dicembre 2011

Un Bistrot Damare


- gdf 2011 -


Si Signora, si fermi, legga con calma. Ha visto? Non è la solita zuppa. E non è la solita pizza. E neanche i calamari sono quelli che arrivano dai mari caldi ma prendendo tanto freddo. Non è una novità, ma solo se visto dall'esterno. Questo delizioso localino dall'aspetto e dal look "tendenza" si articola anche su due spazi dehors, uno all'interno della cittadina - a due passi dal Grand Hotel di Alassio - e l'altro direttamente sulla spiaggia. La novità sta tutta dentro la nuova linea bistrot ligure, che lo sarà ancor di più dopo il necessario periodo di collaudo e di verifica di gradimento da parte del pubblico pagante. L'originalità non manca, la voglia di far bene neanche, i prezzi sono saggiamente bassi e la voce coperto è stata relegata al significato meteorologico, perché al bistrot Damare, "coperto è quando non c'è il sole" e "rigore è quando arbitro fischia", ma ad Alassio il sole non manca quasi mai e, se tra Sampdoriani "ciclisti" e Genoani ormai "tennisti", ci si vorrà finalmente trovare  seduti ad una buona tavola conviviale  e ridere delle proprie disgrazie calcistiche questo potrebbe diventare il luogo ideale per farlo.


Dai tavoli del dehors...








Stufato di maiale con crema di lepre e biscotto speziato ( per l'aperitivo...)


La "pizza" occitana, con stoccafisso mantecato e olive taggiasche
Ma c'è anche la Regina Margherita bordigotta o la Montecristo, che arriva in Corsica



Il fritto di totanetti, gamberi di Oneglia, acciughe fresche e zucchine


Il salmone marinato "façon Balik" con maionese all'aglio, semi di papavero e ragout di lenticchie


Non manca, oltre ad una breve ma personale lista di vini, anche una selezione di birre artigianali


http://www.damarerestaurantbar.it/

Per ora solo ad Alassio.

... e non manca neppure una scelta musicale di una certa classe...

-gdf-

giovedì 29 dicembre 2011

Alba Chiara


- gdf 2011 -

La Corsica all'Alba, 07.30 - 28 Dicembre 2011, dal Faro

Un bar trattoria di montagna, c’è tanto freddo fuori, ci sono tanti tavoli imbanditi dentro, è una giornata di festa, tante famiglie, tanta famiglia. E’ al primo della serie di antipasti, alza la testa dal suo vol au vent alla crema di funghi e mi guarda: ma che belli questi occhi verdi, ma mi conosce? Non connetto lo sguardo con i ricordi. Visualizzo a quota periscopio: ha l’anello al dito, ha un figlio, un marito e pure una suocera di fianco. L’aria e la postura scocciata e dimessa della casalinga disperata. Mi alzo, osservo meglio tra le tante teste, niente da fare, nessun riferimento, torno al tavolo, mi siedo, non mi ricordo, ma ce la devo fare prima del dolce, senza fare domande, devo chiudere il mio ennesimo gioco psicologico senza aiutini esterni.

Mi rialzo, vado in bagno, ma solo perché così ci devo ripassare di fianco; no, io non mi ricordo, però lei di nuovo piega il labbro da un lato, ma in maniera meno evidente di prima, il marito osserva. Ripasso, una scusa, mi avvicino al banco del bar per un drink diverso, uno sguardo al barman, troppo disinteressato, inutile fargli domande, mi volto, postura laterale, che, ahimè, mi enfatizza il profilo. Abbassa lo sguardo dal viso e osserva le rotondità, il pulloverino intendo, e sorride tra se e se. Penso: guarda che ci ho lavorato dieci anni per riempirlo, non so cosa ti ricordi tu ma prima ero troppo magro secondo me, e anche secondo alcune tue coetanee. Ma forse lei si ricorda altro: ma quanto tempo fa? Ma dove? In quali circostanze?

Andiamo per esclusione, rewind: rivediamo un pezzo di film, stringiamo l’inquadratura su una zona, sempre più ristretta, mettiamo a fuoco il soggetto, collochiamolo nella sua località, stringo ancora, arriviamo ad una villetta in collina, nessun adulto in casa, tutti a lavorare. Forse ci siamo, non è Lei; è una sorellina minore di una Lei, quella che ci spiava da una porta socchiusa per capire cosa facesse sul divano del salotto la sorella maggiore con quel magro e giovane  uomo. Ripasso per verifica, veramente niente male, sarà qualche mese sotto i quaranta, e credo che nel frattempo abbia capito cosa faceva sua sorella su quel divano, anzi, probabilmente in seguito ci avrà fatto l’abitudine e si sarà fatta una discreta esperienza visiva sulle performance della sorella, Chiara, che per nulla al mondo si sarebbe voluta presentare all’alba del suo matrimonio troppo impreparata.

mercoledì 28 dicembre 2011

Metti il ratto in etichetta


- gdf 2011 -
Il cruccio, l'afflizione, la pena, il dubbio di molti produttori, imbottigliatori o commercianti di vino nel momento in cui hanno deciso che la loro etichetta sarà, come si dice in gergo : "di fantasia". Quindi si incontrano con il grafico per decidere quale sarà il logo, il simbolo, l'emblema, la citazione o il disegno che porterà quella bottiglia sulle tavole imbandite. E allora che ci mettiamo sopra? Ma mettiamoci un bel ratto bicolore, con in quale condividere qualche piacevole momento a tavola! Da notare anche l'originale "formula" : prodotto e confezionato...

lunedì 26 dicembre 2011

A.A.A. Cercasi Porto Vintage 1962


Mi piacerebbe infilarci in mezzo anche un 1962, magari proprio un Fonseca. Se ci fossero offerte... Grazie.
 -gdf-

domenica 25 dicembre 2011

L'ultima lepre 2011


- gdf 2011 -


Non è un segreto, il Direttore dell'Espresso apprezza molto e frequenta abbastanza spesso, non basta, confermerebbe che questa è una vera lepre à la royale degna di tavole parigine. Anche Massobrio apprezza e conferisce il premio dell'anno. Cosa dire, secondo me hanno ragione entrambi; al Bivio di Quinto Vercellese la  civilizzazione delle più profonde tradizioni non cessa di migliorare. E questa solenne lepre 2011 ne è la conferma. Non oserei di nuovo altrove, manca una settimana all'ultimo giro di calendario e vorrei tenermi un ricordo buono di uno dei piatti più classici, più ricchi, ma anche più difficile da realizzare al meglio.




Insalata di duroni di cappone






Pulpikan, folletto Bretone. E di dove se no... 




Risotto verde con broccoletti saltati


Tagliatelle al sugo di lepre


Lepre selvatica à la royale, purè di sedano rapa e ciliege di giugno all'aceto


Qualche caprino di Albertini, e altro...


E di nuovo Buon Natale a tutti

- gdf-

sabato 24 dicembre 2011

Qualche idea per domani




Comincerei con le buone intenzioni, e questa sequenza mi sembra abbastanza significativa e identificativa. Si, mi pare abbastanza gdf come sequenza, magari non esattamente queste etichette ma il senso è, e sarà questo. Buon Natale a tutti e grazie a chi ha avuto la bontà e la pazienza di venirci a trovare così spesso su questo blog e  averlo così fatto crescere a numeri sorprendenti. 
Auguri a tutti dal Bar degli Armadilli.  - gdf -

venerdì 23 dicembre 2011

Exquise



Una dolcezza di fondo,  niente di troppo acido, di troppo amaro, di troppo evidente, di eccessivamente concentrato, di troppo palese. Ma se ci presti più attenzione ti rivelerà invece una grande profondità di sostanza intrisa di delicatezza, carattere garbato, suadente,  senza nessuna nota troppo acuta. Un involucro ingombrante, ne sarebbe bastato uno molto meno ampio perché ci stesse dentro tutto quanto, non perché fosse poco il contenuto, solo perché al modo e alla maniera serviva una confezione diversa per esprimersi.  L’atteggiarsi ingenuamente con platealità come contrario, con troppi colori in etichetta, utili per confondere i superficiali, utili per stare al mondo comunque, apparendo chiassoso ma rimanendo impercettibile, sottovoce, mascherando la profonda sofferenza fisica e mentale con il romanticismo, senza usare il fisico come schermo, ma solo come scusa per sviluppare una pigrizia creativa, fatta più di idee che di forza. Exquise, un qualche cosa di non perfettamente riuscito, non dolce, non secco, finemente rilevato e alleggerito da un perlage di gentile ironia servita sottovoce; se l’hai capito al primo sorso bene, se no prosegui, l’anima sottile non si svela che attraverso i silenzi. Vorresti convincerlo ad essere diverso?
No, battaglia persa. L’Exquise ha un'energia sotterranea ben definita e consolidata, pennellata di pacatezza filosofica; una cultura alternativa, fuori dai sentieri più battuti, con i suoi spazi fluidi intercalati da accenti acuti. L’ultimo vino che abbiamo bevuto insieme, il giorno prima, e non poteva essere un altro.    - gdf -

mercoledì 21 dicembre 2011

Fedele scudiero, grazie di tutto


Per Franco Solari, amico e compagno di viaggio tra le migliori cantine e i migliori ristoranti di Francia. Sempre al volante, ovunque, sempre disponibile, anche a farsi 1000 chilometri per andare a mangiare una lepre alla royale. La persona migliore che il web mi ha consentito di conoscere. “Mon capitain” mi definiva, “sono il tuo fedele scudiero , indicami la strada e io la percorrerò” e l’ha sempre fatto sempre e solo per amicizia e per condividere una passione. Io che di amici veri ne ho conosciuti pochissimi in questa vita non posso far altro che dire grazie. Altre parole ora non mi vengono, ma con il tempo cercherò di dar forma e spazio ad una lunga e bella storia di amicizia.





Roberto Mostini - Il Guardiano del Faro