sabato 30 agosto 2014

Sale da bagno




Marco 50&50
“…le donne di Modena accettano un invito”

Alcune cose non si possono scegliere, come i parenti o i vicini di tavolo, perché tavoli ben distanziati a volte non bastano, bisogna essere fortunati, come con i vicini d'ombrellone.
Meglio, quest'anno non poteva andare, nessuno sotto al parasole attiguo o almeno così credevo, poi ho scoperto che quando io appoggio le infradito in spiaggia, loro, le ragazze di Modena, sono appena andate a letto e quando verso l'una io mi prendo una pausa dai raggi, loro raggianti arrivano, dopo pranzo solitamente faccio un sonnellino poi gioco con le formine per verificare l'elasticità del materasso e dopo la merenda mi presento in spiaggia mentre loro vanno in camera a dormire per evitare di dormire di notte.
Ieri pomeriggio non avevo sonno e la marmellata era finita così sono arrivato in battigia con largo anticipo, quattro pezzi di costume occupavano un pezzo della mia zona d'ombra e abbiamo fatto conoscenza, per dirla tutta ho fatto finta di nulla e loro pure.
Tra le onde le ho riviste, vedendomi mascherato avranno pensato ad uno scherzo di Carnevale e hanno chiesto aiuto sbracciandosi...




...l’addetto al salvataggio stava protestando con la Capitaneria per la mancanza di turiste tedesche, per farsi capire meglio aveva portato con sè i remi abbandonando il moscone in riva, in California non hanno nemmeno i mosconi ma ci si può aggrappare con soddisfazione alle boe



pensando di rendermi utile in poche bracciate le ho raggiunte, loro mi si sono abbracciate addosso trascinandomi sotto, l'acqua salata non mi è mai piaciuta così come gli scherzi in acqua, ma l'uomo mascherato non si scompone di fronte alle sfrontate di Modena, "ho rapito una secchia" dal bagnino e ho trasformato il loro bagno di sole in qualcosa di più umido...
Così abbiamo fatto amicizia ed un bagno al largo, lo stile ce l'hanno e la farfalla non è da tutte, quando mi hanno chiesto di voler migliorare la loro tecnica d'immersione le ho avvisate che le ultime teorie sconsigliano l'iperventilazione a favore del training autogeno e di una respirazione che deriva dalla disciplina yoga, ma loro volevano solo "guardare un po' sotto", non volendo giocarmele con un gioco di parole ho ceduto malvolentieri la mia maschera, il resto dell'attrezzatura comprese le pinne di pescecane era rimasto in terra lombarda.
Poi, il colpo di fortuna, al quale credo di aver risposto con un colpo di genio, vedremo...mi hanno detto che praticare lo snorkeling, con la sola maschera non dava loro soddisfazione.


Sono a San Giovanni in Marignano, seduto su una panchina bella ma scomoda…



…l’appuntamento è alle dieci sotto la torre…



…ho prenotato da Ivano un tavolo per tre nella veranda aperta ma chiusa…



…dovesse piovere non vorrei fare come questa turista…



...dopo le tagliatelle con i piselli…



…dopo la piada con crudo e squacquerone…



…dopo la teoria ed il corso in mare aperto, ci dovrebbe essere la prima lezione indoor sul corretto uso del boccaglio.

Domani, comunque, faccio un salto al Museo del Sale di Cervia, ho visto che nella mia zucca comincia a scarseggiare, sarà finito tutto sulla pelle delle ragazze di Modena.
“…che hai sulla pelle, che hai sulle labbra”




M 50&50

venerdì 29 agosto 2014

Tomar y tomar


Fabian Cancellara è un grande campione di ciclismo, più volte Campione del Mondo e una volta anche oro Olimpico. Ma è anche svizzero, quindi, che la sua specialità sia la Cronometro non suscita sorpresa. Tu lo inviti a salire su una bici e gli dici: hai 60 minuti per fare 60 chilometri; e lui esegue, spaccando il secondo, nel senso che quello che arriverà dopo di lui in classifica sarà disfatto oltre che distaccato di diversi minuti primi.

Lo scorso fine settimana è partita la Vuelta a Espana di ciclismo, a fine agosto, dall’Andalusia. Già da tempo però il campione elvetico si sarà detto : mah, visto che Stefanie (è la moglie) chiude per ferie il negozio di coiffeuse a Berna io a fine agosto preferirei andare a giocare a golf a Crans Montana con la famiglia. Ma perché empezar la Vuelta partendo da Jerez de la Frontera proprio adesso? Ma non sarebbe meglio andarci a dicembre a Jerez? (dice perché perché le sue radici sono lucane).

Ma gli ordini di scuderia non si discutono, e così eccolo, insieme a tutti gli altri, ad incrociare le desertificazioni andaluse nel mese di agosto: Jerez, Algeciras, Cadiz, Cordoba … Beh, il calendario internazionale è quello, e alla Vuelta a Espana tocca questo periodo dell’anno, però nulla impediva agli organizzatori di partire dalla Galizia o dalle Asturie, invece ecco il colpo di genio turistico. Prolunghiamo la stagione sulla Costa del Sol! Partiamo dall’Andalusia, così facciamo venire voglia ai telespettatori di prendere immediatamente un Ryan Air per Malaga, dove li aspetterà un bel clima Mediterraneo: cielo terso, sole a palla di rame e 45 gradi garantiti. Ryan Air da oggi anche in businnes class a 69 euro, e non solo per la sessantanovesima edizione de la Vuelta. Il prezzo non l'ha stabilito un ragioniere.

Spartacus è il suo soprannome -di Fabian- l’uomo che sfidò l’impero. Nobiltà d'animo, ma anche forza e carattere. E così dopo un paio di tappe, al campione elvetico -durante una breve intervista- è sfuggita una timida protesta, ma più che protesta direi una constatazione. Avrebbe detto - non so in quale delle cinque lingue confederate-  FA CALDO !

Apriti cielo. Si, e magari fosse venuto giù anche un rinfrescante acquazzone, invece no, dall’organizzazione pare invece sia partita una saetta arrivata in maniera non ufficiale a destinazione, risposta lapidaria che invitava -lui e gli altri- a bere di più, ecco. Hay que tomar mas!

Se dovessi bere di più dalle parti di Jerez non avrei molte alternative ho pensato, perché le dighe che consentono di rimanere in vita a coltivazioni e popolazioni in Andalusia sono piuttosto distanti dal distretto vinicolo di Jerez o di Malaga. Però ci sarebbe il Guadalquivir, che di acqua a ben guardare ne porta parecchia verso il mare, abbastanza da riempirne le borracce dei ciclisti diverse volte, anche se ne avevano due borracce piene già di loro.

Dai, prenditi un altro bicchiere di Amontillado … No, poi mi viene sonno … e va bene, se hai sonno dormi … poi quando ti risvegli riparti … Basta cominciare : quando decido di bere bevo, e me ne frego se il vino sia buono oppure no, biologico o di sintesi. In sintesi quello che conta è bere quando hai sete, se però quando hai cominciato a bere l’hai fatto con il vino la tua sete andrà oltre la sete. Una sete infinita, lunga come il Guadalquivir.

Quando decido di bere bevo, e me ne frego se il vino è buono oppure no, ma se è biodinamico meglio ancora, perché so che con quello non mi verrà il mal di testa, e quindi ne berrò di più, fino a quando il mio interlocutore si sdoppierà ai miei occhi, finché l’alcol mi avrà steso, penetrandomi come il coltello nel burro e amalgamando i miei liquidi con il suo liquido, fino a quando scorrerò placido e torbido come le acque del Guadalquivir. 

gdf


giovedì 28 agosto 2014

La passion du sud

del Guardiano del Faro

Mi piace riguardare le vecchie guide, perché sono piene di spuntini già metabolizzati, da ricordare con piacere, o magari no, però in ogni caso fanno parte della storia itinerante di questa vita, che già per più della metà ho dedicato alla cultura del cibo e del vino.

Questa però non può definirsi né vecchia né storica e rileggendola a breve distanza di tempo si rivela essere semplicemente obsoleta. C’è scritto 2013. Come dire : nove mesi fa? Eppure a rileggerla, a riguardarla, sembra vecchia di cinque anni. E volendo analizzare le valutazioni anche a epoche anteriori. Chiaro, il reperimento delle informazioni risale al 2012, e quindi rivedendole oggi ci si rende conto di quanto il cartaceo rincorre inutilmente il web, quando non è il web che si impegna a fare il contrario. Succede ... succede ...

Le Guide Gantié magari non sarà molto conosciuta fuori dai territori di pertinenza, ma chi non ne ha mai sentito parlare sarebbe stupito dalla notorietà e dell’autorevolezza che gli è riconosciuta in tutto il sud della Francia.

Le Guide Gantié è il riferimento laggiù, anche di più della Michelin (roba da fighetti parigini per loro), perché si occupa essenzialmente di recensire ben 800 buone tavole e 500 prodotti gourmands che abbiano un riferimento circostanziato a quattro regioni confinanti tra di loro : Provenza, Costa Azzurra, Piemonte e Liguria. Anche qualche disponibilità di camere amplia e conclude l’orizzonte di ospitalità, del farniente proverbiale di ogni flaneur provenzale.

Saggiamente propensa ad evidenziare le tavole emozionanti e dove si spende il giusto ricorda comunque alcune grandi insegne presenti di qui e di là delle Alpi Marittime, evidenziate in unica icona botanica replicata da una a quattro volte.

Sembra un pacifico rametto d’ulivo, ma potrebbe anche far pensare ad una fronda d’alloro. Allori, i più eclatanti, conferiti in questa edizione a soli tre ristoranti che rientrano nei confini della circa 600 paginette scritte fitte fitte.

Di fitta me ne prende una a me allo stomaco e una al colon scoprendo che tra i tre top, oltre al sommo Louis XV di Montecarlo e a la grande Petit Nice di Marsiglia viene annesso di diritto sinistro La Bonne Etape di Chateau Arnoux, autentico dinosauriato di cucina.



Per quel che ci riguarda riscopro quanto conti per loro (e anche per me a dire il vero) il servizio di sala e chi la governa; questo aspetto modula e influisce pesantemente sul giudizio complessivo del ristorante in maniera decisiva a ben leggere, ed è così che il miglior indirizzo dove mettere i piedi sotto il tavolo in Liguria è considerato La Conchiglia di Arma di Taggia del Maestro di sala Giacomo Ruffoni; e in Piemonte, quasi di conseguenza, uno dei rarissimi top non poteva essere altro che Il Sorriso del mitico e ineguagliato Angelo Valazza. A pari merito con Il Duomo di Alba, va sottolineato. Villa Crespi è vista come una buona tavola di qualità, così come gli altri bistellati piemontesi, fino alla chicca rappresentata dalla parità numerica di rametti d'ulivo tra il Combal e il Consorzio, per dirlo in accento torinese.

Tra gli strafalcioni belinensi abbiamo in evidenza "Il Vescovadola" di Noli, o il Margunaira di Ventimiglia trasferito forzosamente a Sanremo, cosa che non mi dispiacerebbe viste le carenze alimentari del luogo. E Flavio Costa? Tanto per mettere sale sulle ferite, trattato alla stregua di un oste proprietario di un emozionante bistrot eno gastronomico.


Torno un momento sull’attualità, nel senso delle informazioni obsolete, tanto che nelle sole prime pagine dedicate alla regione del Boomerang sono subito almeno sei i locali recensiti e già scomparsi, ma si sa, il cartaceo non ce la può fare contro il web, salvo quando il web si comporta pigramente e riesce a scendere al medesimo livello di attualità, pubblicando recensioni di ristoranti visitati tre, quattro, o anche sei mesi fa, nascondendo pudicamente ormai anche la vera data di passaggio dell’ispettore anonimo ( rido ) ma rilevabile -la data- guardando con attenzione le foto, e interpretando con arguzia il testo.

La stagionalità dei prodotti richiesta dal recensore al ristoratore, poi non è rispettata dal recensore nel momento di produrre e pubblicare un articolo cotto e mangiato, ristoratore o chef che quando vedrà il reportage che lo riguarda messo in pasto agli squali avrà già cambiato la carta non una ma almeno due volte. Carta che una volta stampata per una Guida riesce almeno a strappare un sorriso invece che incitare a tirare un pugno sulla tastiera.

gdf

mercoledì 27 agosto 2014

Animal Farm



Marco 50&50

Stasera andiamo al cinema, hanno aperto un locale nuovo, vedrai che bello
I cinema sono tutti uguali
Vedremo, mettiti qualcosa di carino, ton sur ton, che dopo andiamo a bere qualcosa
Hai una fissazione per gli abbinamenti, cibo, vino, abbigliamento, gli animali non ci fanno caso e sono più liberi



Desidera?
Vorrei un caffè macchiato e una brioche, grazie
Ecco il caffè, la brioche come la vuole…
Vuota non mi riempie, lo dice la parola, facciamo alla nutella
Quelle alla nutella le abbiamo finite, eccone una al cioccolato tanto è uguale.
Mi scusi non quella bruciata per cortesia
Ma sono tutte uguali
Allora non avrà difficoltà a darmi quella bella dorata a fianco

Desidera?
Quattro michette
Le do quattro tartarughe, cambia il nome ma il pane è tutto uguale
Va bene speriamo abbiano la corazza fragrante, anche un mezzo toscano per favore
Le do quattro arabi, il peso è lo stesso, tanto sono senza sale anche questi…
Se non ha il toscano
Non si preoccupi, potrei scrivere arabo sui toscani o viceversa che nessuno se ne accorgerebbe, sono tutti uguali
Provi a farlo a Siena
Come?
Niente, dicevo che proverò ad ordinarlo a Siena

Desidera?
Buongiorno, vorrei qualche pomodoro cuore di bue…mi scusi preferisco quelli rossi che le ho indicato, a giusta maturazione
Ma sono tutti uguali
Quelli mi sembrano colti ancora verdi, colti in anticipo con la speranza che maturino in cella, ma ci muoiono in cella, facciamo quelli che le ho detto per cortesia
E io quelli verdi che ormai non maturano più a chi li vendo? Quelli rossi sono da esposizione, lei è senza cuore, allora che fa torna a casa senza cuore di bue o vuole qualche perino, tanto i pomodori sono tutti uguali…

Desidera?
Buongiorno, quel petto di pollo sulla destra
I petti sono tutti uguali
Non direi, non è da tutte una terza come la sua…
Diceva…(scegliendo un petto anomalo)
Signora, quello non è per niente lucido e il colore è tendente al giallo, preferirei l’altro (sempre che il suo non sia disponibile) grazie

Desidera?
Buongiorno vorrei le pastiglie per la pressione delle gomme, il medico mi ha detto di prendere le ics
Le ipsilon andranno benissimo, anzi no le ho finite, le do le zeta, sono farmaci generici o equivalenti, tanto sono tutti uguali
Torno dopo, mi scusi

(altra farmacia)
Desidera?
Una confezione di ics per favore
Lo sa che le zeta…
Si sono uguali, allora mi dia le ics
Come vuole

Mi fa il pieno per favore
Facciamo cinquanta, così non abbiamo difficoltà col resto, tanto è uguale
Ma se pago con la carta…
E’ carta straccia
Nemmeno Oro ?
Solo lingotti

Desidera?
Sei di questi scamponi dell’Adriatico per favore
Ne vuole una dozzina?
Vende anche le rose?
Come?
Niente, dicevo che sono belli rosa…ma cosa fa?
Gliene do una dozzina di questi, tanto sono tutti uguali ,le costano meno e le regalo anche una bottiglia di Sauvignon
Mi scusi mi dia i sei che le ho indicato, quelli hanno una chela si e una no se va bene, la testa se è ancora attaccata è più nera degli occhi e il nero si sta diffondendo sul carapace, mi crede incapace di distinguerli…
A me sembrano tutti uguali, come le bottiglie di Sauvignon, ma se il cliente vuole aver sempre ragione…
E questa dove l’ha sentita?
Alle Bollicine, una discoteca di Riccione, il DJ aveva un mixer per la musica e uno…

Buonasera, ho prenotato un tavolo
Si accomodi
Mi scusi, all’atto della prenotazione avevo chiesto se fosse possibile avere quel tavolo tondo in veranda, vista mare…
E’ occupato
Come occupato…
E’ già prenotato
Ma se l’ho prenotato io due giorni fa
Con chi ha parlato?
Con la titolare
Un attimo
Buonasera, mi dispiace per il tavolo, sono mortificata ma oggi non riesco proprio ad accontentarla.

Drin
Marco, sono gdf, arrivo fra qualche minuto, tu accomodati, mi sono fatto dare il tavolo migliore



“Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”

M 50&50









martedì 26 agosto 2014

Ciuppin & Bouillabaisse

gdf


La donna del mistero protegge i suoi segreti dietro a grandi lenti scure montate su un telaio rosso fuoco; riserbo ulteriormente coperto da un cappello di paglia forgiato vagamente sul carattere maschile. Unghie rosse, rossetto vermiglio, riccioli biondo paglia, abito nero. La borsetta buttata lì. Forse ha fatto tardi ieri sera.


Un triangolino di focaccia, monokini goumand hors de gamme. Chissà : sarà scesa dall’albergo per una colazione in giardino oppure sarà appena ritornata dalla spiaggia? Non lo so, quel look non dovrebbe essere frutto di una sveglia ritardata, e neppure provocata da un'insalata di verdura fresca consumata les pieds dans l'eau. Sento le alghe. Una spiaggia comincio a visualizzarla, come quella Tropezienne de la Bouillabaisse. Intanto la soupe, e un'altra volta la tarte. Pret à partir.


Gocce speziate di saggezza. Da far cadere una qui e una là, Sybilline; perché se cadessero a pioggia potrebbero offendere le sensibilità più esposte. Sarà qui per una Bouillabaisse o per un Ciuppin? Provenza o Liguria? La raffinatezza e l'eleganza di un brodetto da ricetta Ducassiana, evoluzione conclusiva di una lunga storia di pescatori approdati al porto di Marsiglia, oppure un Ciuppin, più legato al vecchio concetto come solo un porto di Genova o di Levante lo possono iconizzare Oggi mi sento di Levante. E' un concetto diverso, perché quando ti alzi e cominci a camminare devi girare a destra quando arrivi al mare per avere il sole alle spalle.

Buongiorno, mi sono alzato presto per pescare questo. Lo volete voi?
Si, è vero, la Bouillabaisse è più raffinata, più profumata, più delicata; e così può permettersi di annettere al proprio brodetto tranci di pesce nobile e crostacei di pregio, confortati dal caldo bouquet fatto di sentori che nulla hanno di un odoroso ritorno dalla pesca. "Solo" il frutto di un meticoloso lavoro di cucina, pescando origini e storie antiche ed evolutesi intorno ad una pesca di scorfani, gallinelle, triglie, naselli e grongo. Scorfani e gallinelle: storie di vita di pescatori ammarati tra belle e brutte pescate a terra. Lo zafferano la marcherà di profumo e di colore, facendo risaltare il giallo e il rosso, fino al tramonto di un pranzo di fine estate.


Il ciuppin sa invece di azzurro, di pesce povero raccattato in prossimità degli scogli. Si, ci può cader dentro qualche gamberetto, ma è il pesce azzurro, tutto compreso, che una volta cotto prenderà un colore, un aspetto ed una consistenza totalmente diversa. 


Il resto lo farà la mano, la sensibilità, la storia di chi ci ha messo le mani in quei pesci, fin da bambino. Scendere fino al fondo del mare muniti di maschera e boccaglio cercando ansiosamente tra le bolle la sirena potrebbe essere solo onirico, perché se quella tradizione non ti appartiene sarà come dedicarsi alla replica perfetta di un quadro a cui però mancherà quel tocco che lo animi, che lo renda vivo al momento della visione e indelebile nel ricordo. Il tratto di pennello, il colpo, il tocco dello chef.


Il Ciuppin allora, l’umile Ciuppin intriso di sapore e di carattere, con quella punta di acidità solanacea e di piccante canaglia, pendaglio da forca, che incredibilmente rinfresca invece di riscaldare questa meravigliosa zuppa da pescatori al ritorno da una lunga giornata in mare, per portare finalmente a terra il prodotto di tanta fatica e di rischioso lavoro. Seduti a tavola, osservando tra un cucchiaio e l'altro la donna del mistero,  che però è ormai andata via con i suoi segreti. I pirati restano.


Gli ho avvicinato alla bocca un gambero di Oneglia, l'ha mangiato in un sol morso. Buongustaia questa cliente affezionata con posto fisso al MA.RI.NA del Pino Porsche Possoni da Olgiate Olona. In trasferta ad Alassio ha aperto gli occhi.

Dalla cucina della Locanda dell'Asino uscirà anche altro.
Ma chi è stato a gufargli già una stella? Lasciamoli lavorare.

Una versione riuscita e raffinata dell'impepata di cozze

Lo spada di cui sopra, fini rapidamente in tartare, con gocce e colori dolci, acidità e sfumature esotiche ... un dessert di pesce l'ha definito Andrea Grignaffini

Insalata di pomodori cuori bue, bottarga di spada maison, pane al nero di cipolla bruciata ...

Eccellente salsiccia di tonno e funghi, e altro ... il piatto vale la deviazione, uscendo ad Andora o ad Albenga


Andrea Grignaffini della Guida de L'Espresso,  Francesco Cerea (ma c'è anche Chicco) del ristorante tristellato lombardo Da Vittorio, Mario Moreschi (gran gourmet), Giorgio Servetto ... e altri amici 





gdf 17 minuti

lunedì 25 agosto 2014

Piano C

gdf

L’anziano chef non ha neppure perso i capelli. Ma i suoi riccioli ondulati naturali sono ormai bianchi, e prendono ondulazioni che la brezza marina gli accentua. Sulla sdraia prende il sole, legge il giornale, appoggia gli occhiali, si guarda intorno, attende l’ora di pranzo sulla spiaggia di Ospedaletti. Tre stelle, anche senza mai aver rinunciato alla sua pausa estiva, l’intero mese di agosto, e neppure alla quindicina a cavallo dell’anno : i due mesi più pericolosi per chi gestisce un ristorante di qualità. La chiusura settimanale? Ovviamente la domenica, azzerando quasi completamente la percentuale di rischio di trovarsi a fronteggiare una clientela problematica. Ma quando un professionista deve decidere come impostare la tabella di ferie e di riposi settimanali sono molte le componenti che entrano in gioco. La strategia da scegliere è importatissima, quando ardua da identificare.



Piano A : la chiusura annuale la decideremo in base ai risultati di pubblico e di fatturato durante il primo anno di esercizio. Decide il cliente in sintesi.

Piano B : la o le chiusure stagionali le decideremo in base agli usi e ai costumi del luogo per non discostarci troppo dalle abitudini e dalle tradizioni: tutti chiusi o tutti aperti.

Piano C : le chiusure annuali saranno sempre e comunque da prima di Natale a dopo l’Epifania e durante tutto il mese di agosto.

Se non siete pronti a tutto scegliete il piano C, perché in quei due pericolosissimi periodi dell’anno nel vostro ristorante vedrete profilarsi persone, oggetti, cose e situazioni a cui non potrete far fronte, perché neanche su Plutone sarebbero pronti ad affrontarle nonostante la tecnologia e l’esperienza siderale.

La situazione è peggiorata, lo vedo leggendo Tripadvisor e Facebook. Da una parte il cliente inesperto ma pretenzioso che spara a zero sul ristorante e il suo chef per le molte mancanze riscontrate durante la sua tappa estiva e festiva. Da Facebook arriva invece la risposta incrociata del ristorante, da parte del proprietario o dello/della chef, incazzatissimo/a con i clienti ignoranti e pieni di mille pretese assurde.

Quando la moglie è in vacanza al mare … beh, se il marito è a casa a Milano a lavurà e i bambini in montagna con i nonni è un discorso,  perché se (la signora) arriverà da voi con il bagnino andrà tutto bene per tutti, ma se la famigliola arriverà tutta insieme sarà già un bel problema; sempre se arrivano,  perché potrebbero benissimo passare di persona a prenotare e poi non presentarsi  perché hanno cambiato idea. Vuoi dirlo anche al ristoratore che hai cambiato idea? Ma va, se ne accorgerà da solo che non ci siamo. C’è la pizzeria qua davanti che è molto meno impegnativa.

I clienti occasionali del mese d’agosto sono capaci di tutto: prenotare e non presentarsi, presentarsi, leggere il menù e rialzarsi dopo aver rifatto la mise en place al tavolo, o dopo aver mordicchiato tutti i tipi di pane ed aver già ordinato acqua e prosecchino. Possono ordinare mezze porzioni o piatti da condividere, possono bere solo un bicchier d’acqua ed ordinare un dessert, possono pretendere di cambiare almeno un ingrediente da ogni preparazione in carta.

Il ristoratore può solo arrabbiarsi e prendere atto, e poi sfogarsi con gli amici e i colleghi su Facebook, null’altro può fare.

Il cliente occasionale che esce dalla parti di Natale, fine d’anno o per l’Epifania può anche far peggio, perché potrebbe decidere di uscire per onorare i tradizionali  pranzi e le cene degli auguri, di famiglia o aziendali. Prenoterà per molti coperti, inserendo nell’elenco degli invitati anche persone che non ci volevano andare a quel pranzo o a quella cena, ma che per quieto vivere si accoderanno mestamente.

Chi organizzerà l’evento convincerà il ristoratore ad impostare un menù equilibrato, che possa piacere a tutti e che costi poco, scontentando quasi tutti, una percentuale dei quali andranno a scaricare la loro delusione su TripAdvisor, dove il ristoratore leggerà cose insopportabili, a cui, se sarà saggio, non risponderà, così come dovrebbe fare anche in caso di recensione positiva. Però non resisterà dal condividere con gli amici e i colleghi su Facebook la propria collera, che sotto Natale fa ancora più male al cuore.

Lo chef tristellato in pensione, con i capelli bianchi e ricci naturali continua a leggere il giornale sulla sdraia aperta sulla spiaggia di Ospedaletti, come ha sempre fatto nel mese di agosto, e anche durante tutte le feste di fine anno.

gdf


domenica 24 agosto 2014

Aoc Champagne Cuvée Brut 1er Cru Gastronome 2006 Pierre Gimonnet & Fils

- By Dj Il Duca -

Il Gastronome è un 100% Chardonnay, proveniente da diversi vigneti, sia Premier che Grand cru, della Costa dei Bianchi, che affina tre anni sui propri lieviti, dosato a circa 8 gr./l. - si sente - e sboccato nel 2012.

Nel calice, un paglierino carico e brillante, con effervescenza non finissima.
Il ventaglio olfattivo, abbastanza fresco e spigliato, attacca con una bella nota di brioche e burro, mista a un quadro floreale, molto delicato, di glicine e camomilla, cui si aggiunge la parte fruttata – mela, pesca bianca e limone - un tocco di nocciola e non troppa mineralità.

All’assaggio dimostra buona freschezza, con bollici(o)na esuberante e, a momenti, ardita.
L’ho trovato monocorde, con il sorso prigioniero dell’aspetto citrino, del quale, neanche più tardi, accennerà a liberarsi, per intraprendere l’iter dell’ampiezza del frutto e della mineralità. Senza dubbio, il dosaggio – avvertibile ben oltre l’indicazione maison – ha fatto il resto.

Dice, ma allora non ti è piaciuto. Ni.
Olivier Gimonnet mi disse, quando gli feci visita due anni fa, che il suo intento, circa il Gastronome, era di coniugare ricchezza e complessità di un millesimato, mantenendo, nondimeno, freschezza e giovinezza di un sans année.
Questo flacone è rimasto in mezzo al guado, senza confermare, pienamente, i buoni propositi di monsieur Olivier e rivelandosi un millesimato che si fa preferire all’aperitivo.

http://vinondo.blogspot.it/

sabato 23 agosto 2014

Elogio alla follia

Marco 50&50 

La foto del faro è di Giuseppe Porzani
Microstock Photographer



“ho sempre amato moltissimo di dire tutto ciò che mi viene sul labbro” (Elogio della follia - Erasmo da Rotterdam)

La follia ci libera dal ritegno e dalla paura e pochi comprendono quanto sia necessario essere pronti a tutto per farcela.

La follia ci libera dalla paura di scegliere che paralizza corpo e mente per quanto sana, gli esseri umani che riescono a superare la situazione di stallo causata dalla paura di scegliere difficilmente si fermeranno di fronte agli ostacoli, il record sui 110 è di un folle.

Custodisco con riconoscenza per distribuirla nei giorni bui, la dose di pazzia, ereditata da chi mi ha dato alla luce usando un flash da studio, indispensabile per vivere.

Ma il talento, si sa, va coltivato.
Così, a debita distanza, utilizzando un po’ di spirito d’osservazione, ho avuto la fortuna di prendere le migliori ripetizioni.

Oggi sul blog del farista, scrivo di un altro leone irrequieto.
Alcuni sparano solo a San Silvestro, altri fanno qualche botto in maschera, lui andava in giro tutto l’anno con i raudi e l’accendino in tasca, forse gli piacevano le scintille vista l'abitudine di grattare in curva col cavalletto della vespa, lo stile anche con le auto è sempre rimasto quello, se si può definire stile andare sempre fortissimo facendo il contropelo a tutto, poi le vende (le auto) per acquistarne di più veloci, una, prima di portarla dal demolitore, l’ha distrutta ad asciate, pur non avendolo sentito urlare frasi sconnesse con gli occhi spiritati posso affermare di avere visto un pazzo sul tetto, una situazione surreale, come quando, con l’auto perfettamente sotto controllo, scendeva ululando a mille dalla montagna affrontando le curve come se stesse sciando.

In un passato più recente avrei dovuto fargli da testimone, una sera mi telefona
Non mi sposo più ne ho conosciuta un’altra e l’ex non vuole rassegnarsi
Ma quale ex se ti stavi per sposare?
L’ex di quella nuova
poi mi fa una di quelle domande alle quali ho imparato a non dare risposte
Ma tu domani lavori ?
Stasera andiamo al Casinò, sulla strada per Saint-Vincent, all’improvviso aumenta la velocità e si avvicina pericolosamente al ciglio, mi dice di aprire il finestrino, lancia la radio fuori poi torna in sorpasso, dopo un po’ lo sento mormorare
Era un po’ disturbata…ma c’era da aspettarselo da uno che in casa fa vibrare le pareti affermando che il volume dello stereo è basso.
E’ pericoloso anche averlo come amico, nel periodo Porsche non mi sono reso disponibile,  devo dire che i problemi condominiali, però, non li trascina, aveva nevicato da poco così una notte facciamo due passi sulla neve, io senza sigaretta, all’improvviso s’illumina, rassegnato e un po’ preoccupato lo seguo mentre prepara un pupazzo, a metà si ferma ed inizia a far rotolare questa “pallona” di neve
Mi tieni aperta la porta dell’ascensore…
Il condomino arrogante starà ancora asciugando l’appartamento, la palla sulla porta di casa sciogliendosi  l’avrà allagato, mi chiedo se posso essere considerato un complice a tutti gli effetti oppure mi dovrebbero ringraziare perché non l’ho lasciato giocare con la fionda…eh si perché uno può anche affacciarsi dal terrazzo e con naturalezza pronunciare :
La vedi questa biglia di ferro, scommetti che con una fiondata arrivo fino a casa di Fragolone…
Intanto non voglio scommettere, ma soprattutto non voglio sparare fiondate in casa d’altri
SFIAMM
Avrei dovuto distrarlo con un pezzo dei Manhattan Transfer, ma non si tiene.
Il giorno dopo incontriamo Fragolone con l’aria da cospiratore triste che sembra ci debba dire con urgenza qualcosa
Ragazzi, ieri è successa una cosa assurda, mi hanno sparato in casa, ho trovato un buco così nella tapparella.
In ospedale, in occasione della nascita del suo secondo figlio mi chiama in disparte e mi mostra un fagotto verde, quando gli apro due occhi interrogativi mi spiega, come si fa con un bambino, le intenzioni.
Ma io mi chiedo, uno che è appena diventato padre, come fa a mettere da parte l’emozione e, circondato da amici e parenti, trafugare due camici da chirurgo per giocare al dottore con la moglie…
Cercava un trapano e al momento dell’acquisto ha specificato al venditore, voglio poter bucare qualsiasi cosa.
“in che senso qualsiasi cosa ?”
“Un dissuasore dalla sosta selvaggia in cemento a forma di panettone ad esempio”
A proposito di trapano, una sera, ormai passata in prescrizione, lo vedo uscire col trapano ma non dico niente, magari voleva far riposare un po’ l'ascia, quando rientra non resisto e glielo chiedo
Ma cosa ci facevi col trapano?
Quadri, un’amica
e…?
L’ho trapanata.
La birra gli è sempre piaciuta, una sera d’estate eravamo tra amici seduti all’aperto in un bar, il caldo umido rende pazzi i savi, lui era perfettamente a proprio agio, poi gli venne voglia di bere gratis o più probabilmente non voleva nemmeno rischiare di annoiarsi, così per una birra fece quel noi non avremmo fatto per nulla.
Si spogliò, mise scarpe, pantaloni, maglietta e boxer sulla sedia e, completamente nudo, attraversò il vialone in mezzo alle macchine dai gruppi ottici spalancati per lo stupore, poi tornò al suo posto e si rivestì.

“…state sani, applaudite, vivete, bevete, o celeberrimi iniziati ai misteri della Pazzia” (Elogio della follia - Erasmo da Rotterdam)

M 50&50