martedì 30 dicembre 2008

new year's eve


cari auguri di buon anno nuovo a tutti gli amici/pards armadilli e buone nuvole; 
che possano portarci quanto più desideriamo.

una canzone per domani sera:

NEW YEAR'S EVE by Jim Cuddy
I came down the stairs
and saw you standing there
looking across the crowded room
and crying running your fingers
through your hair.
And Auld Lang Syne was playing
people singing sorrow
from the year that has gone.
And I'm still fooling myself
I keep holding on.
There were so many nights
when we lay as close as thieves.
Lying on the bed together laughing
I'd feel your breath upon my cheek.
But it all comes down to this
one look into your eyes
tells me something has gone.
I must be out of my mind.
I keep holding on.
All my life I've known
things must change
find a way of their own.
History rolls along so slow.
We never notice where it's going.
I go out at night
to waste a little time.
People ask me how I'm doing now
I say I'm doing fine.
But Auld Lang Syne will ring
as people sing the sorrows
from the years that linger on.
Will I still be fooling myself.
Will I still be fooling myself.
Will I still be fooling myself
still be holding on.


un vino per domani sera:















(foto from altissimoceto.it)

mercoledì 24 dicembre 2008

sotto l'albero..


..vorrei trovare:
-un po' di serenita' e salute in famiglia (fondamentale..)
poi:
-fare la spesa da Eataly e Catherine Zeta-Jones con Ratatouille ci cucinano il pranzo di Natale...
-una bottiglia di Bâtard-Montrachet di Philippe Pacalet
-una magnum di champagne millesimato (1996) André Beaufort
-finalmente un disco bello di Springsteen
-Neil Young che apre gli archivi
-la sicurezza che la nazionale di rugby vincera' il sei nazioni
-mio figlio che a 10 anni continua a credere a Babbo Natale e non ama i cartoni giapponesi
-gli amici di sempre (forever young..)
-un giro con la mia Triumph scrambler
per questo Natale e' tutto...

E voi?

Canzone in abbinamento Elvis Presley - christmas

sabato 20 dicembre 2008

au revoir petit prince...



Didier Dagueneau e' tornato a volare accanto agli angeli alcuni mesi orsono e, complice l'avvicinarsi del Natale, "one of the greatest sauvignon blanc producers in the world" mi e' tornato in mente con nostalgica prepotenza.
Era esattamente il 17 settembre 2008 quando Didier insieme all'amico Serge Lavarenne si levava in volo da Nevers col suo ultraleggero, da quel volo non ha fatto piu' ritorno lasciando un vuoto incolmabile in chi lo conosceva prima come uomo che come produttore di vino. Aveva 52 anni ed alle spalle una vita avventurosa, corse in moto, con i cani da slitta e la passione per il volo. Dague-en-eau e' un po' “il coltello nell' acqua” un nome profetico quasi a simboleggiare una sorta di inquietudine esistenziale che lo porto' si' a praticare sport estremi ma anche a rivoluzionare i canoni di produzione del sauvignon blanc.
Il "wild man" della Loira ha lasciato una moglie e quattro figli; ma l'uomo che voleva fare il vino meglio dei suoi parenti lascia pure due grandi Pouilly Fumé e Sancerre che se non i migliori del mondo, sono quanto di più si avvicini a quest'idea; vini come il Pur Sang e il Silex, sauvignon in purezza, resteranno esempi indimenticabili di struttura, profondità ed eleganza.
Didier mi piace immaginarlo come l'omino biondo e barbuto sull'etichetta del suo Astéroide in stile petit prince in atto di spiccare il volo da un pianeta azzurrino trainato da una muta di cani volanti verso il firmamento stellato alla ricerca del suo personale paradiso. Ci mancherai Didier, una sottile malinconia velera' il mio bicchiere ogni volta che berro' un tuo vino....

ps un grazie all'amico Daniele Maestri, grande sommelier e profondo conoscitore di Didier per avermi raccontato innumerevoli aneddoti riguardanti questo grande vignaiolo

canzone in abbinamento: Jimi Hendrix "little wing"

mercoledì 17 dicembre 2008

just a song (and a wine) before I go


starò via per lavoro fino alla vigilia di Natale. Ma un paio di belle cose verranno via con me e saranno anche ad aspettarmi al ritorno. I vini di Angiolino Maule li avevo già assaggiati ora finalmente li ho ordinati e ne ho in abbondanza a disposizione. Perché é il berli a casa che me li fa comprendere al meglio. Ho bisogno dei miei tempi, spazi, musica e perchè no un buon tabacco. Ho comprato praticamente tutte le tipologie da lui prodotte. Per ora ho bevuto i Masieri ed il Pico. Che bel bere! Il primo base Garganega con un po' di Trebbiano, piacevolissimo e beverino, da pasto quotidiano, difficile avanzarne. Il secondo più impegnativo anche per i suoi bei 14.5°, 100% Garganega è ricco, tanta struttura che lentamente si dipana, regala belle sensazioni. A fatica mi sono obbligato ad avanzarne un po' di entrambi per assaggiarli al mio rientro, una delle mie prove decisive per capire quanto un vino è vero, ma so già che non rimarrò deluso. Due grandi vini a prezzi umani ottima alternativa al mio vino quotidiano per eccellenza, quello di Camillo Donati.
Pete Greenwwod é di Leeds e Sirens è il suo disco d'esordio dopo varie militanze in alcune bands, una su tutte i Mojave 3. Gran bella sorpresa, manco Nick Drake avesse deciso di esordire nel 2008. Pete ci mostra un bello stile cantautorale tra Nick, Bob Dylan e Gram Parsons, ma riveduti e corretti grazie alla sua personale vena creativa. 10 canzoni che lasciano il segno più due brevi intermezzi musicali, A e B, a chiudere idealmente la prima facciata ed aprire la seconda. 'Negotiations and the Last Words' non può non rimandare al primo Bob Dylan grazie al fingerpicking ed ai riferimenti a vecchie canzoni blues, in 'I Use To Be In A Band' quando canta "Wear your t-shirt again and I'll wear a suit in the sun/And you'll think of Wilson and I'll think of Manson as best friends" non posso non pensare all'amico Jono, 'Wine and Bye' ha una delle migliori melodie dell'album ed un testo ricco di dolci presentimenti. 'Bats Over Batstow' ha un incedere country-rock dalle tinte psichedeliche non lontano da certe atmosfere alla Fairport Concention. Ma le canzoni più belle le lascia per ultime, le conclusive e squisite 'For A girl Like Mine' e 'Penny Dreadful', canzoni senza tempo, potrebbero essere state scritte 30 anni fa ma suonano attuali oggi e per anni a venire.

giovedì 11 dicembre 2008

you can't judge a book by the cover


ma dopo aver visto questa copertina lo scorso maggio mi sono regalato per il compleanno il disco di The Tallest Man On Earth. Ed ho fatto molto bene dato che Shallow Grave è un disco bellissimo. Anche incredibile se pensiamo che uno dei dischi più rappresentativi di pura American Folk music dell'anno é opera di tale Kristian Matsson, svedese. La cosa più semplice sarebbe dire che è un dylaniato come pochi ma in realtà dopo tanti ascolti la cosa più evidente é che con Dylan ha in comune le radici. Quelle radici che affondano nella musica popolare degli Stati uniti del sud: Carter Family, Leadbelly, Mississippi John Hurt e tutto quel magnifico repertorio dell'Anthology of American Folk Music che il nostro deve conoscere a fondo.
Chissà se apparirà in una delle tante classifiche dei dischi dell'anno. Ne avrei piacere perchè si merita un po' di attenzione, anche se le considero alla stregua di quelle dei vini dell'anno, completamente inutili e spesso ridicole.

I am The Tallest Man on Earth. so tall I have a feeling that my funeral will be expensive, they'll have to saw my body in half and put the two parts in separate graves. I guess some people will mourn the top part, some the bottom.

mercoledì 10 dicembre 2008

piccoli vignaioli crescono: Sébastien Riffault


Il ragazzo ci sa fare, eccome.. poco piu' che trentenne gestisce in maniera responsabile e coraggiosa la minuscola azienda paterna, il Domaine des Quarterons a Sancerre (200 km a sud di Parigi). Poco piu' di un ettaro vitato coltivato, come tradizione vuole qui, a sauvignon blanc (con alcuni filari dedicati al pinot noir) in un suolo silicico e calcareo che dona grande mineralita' e freschezza ai vini. In vigna nessun uso di artefici chimici e in cantina il meno possibile per lasciare una libera espressione al terroir.
I vini prodotti sono tre, due sauvignon e un pinot noir:
Sancerre Akméniné (sauvignon)
Sancerre Skeveldrà (sauvignon)
Sancerre Raudonas (pinot nero)
Akméniné e Skeveldrà hanno un bel colore giallo dorato intenso che presuppone una vinificazione in ossidazione controllata. gli aromi di pasticceria e lo iodio convivono con una netta vena minerale; calibrati e suadenti al palato, semplicemente buonissimi! Raudonas esprime l'elegante finezza di un terroir vocato si, ai bianchi, ma in grado di esprimere alla grande il potenziale di questo straordinario vitigno; tipico, fruttato complesso e corroborante!
Bravo' Sébastien, continua cosi' e regalaci sempre queste emozioni!


disco in abbinamento: James McMurtry - levelland

lunedì 1 dicembre 2008

ho visto il futuro della folk music.....no no siamo seri, ma lui è proprio bravo

How the lights will change
Coming back into the city
Driving homeward slow

Shimmer like you do to me
We laugh at all those changing trees
Autumn is falling down again

Out of this blue Sunday dream

Come to me with your smoky mouth
Raindrops fall on this old town
It's been me and you've been falling round

Well I lied to you when I knocked upon your door
See I was nowhere near your neighborhood

But if this all in our mind
If this is all just in our minds
Honey would you mind
Getting out of mine

This is all just in our head
And now it's screming red
Watching the leaves fall down and laugh at us instead

'All There Is' è una delle tante belle canzoni di Gregory Alan Isakov, autore già di tre dischi ed uno nuovo in uscita pare ad inizio 2009. L'ultimo 'That Sea, That Gambler' del 2007 è quanto di più convincente ascoltato quest'anno. Non è mai troppo tardi.

"...his music coasts on the same subtle strength and gravity that Bruce Springsteen built 'Nebraska' on. Hints of everyone from Steve Earle to Gillian Welch also creep into Isakov's twangy, shaded folk, but it's his absolute ease-the man sounds like he's swimming through his own songs-that makes his new 'That Sea, The Gambler' such a stunning disc."