sabato 27 febbraio 2010

Il segno rosso del coraggio

Il tenente John Mellor era un uomo che viaggiava da sempre, figlio di un diplomatico inglese, fu accolto dai nativi dell’isola come un fratello, combatteva per portare la pace tra i deboli e gli oppressi sempre in compagnia della sua Tommy gun. Quando veniva la sera, nel rifugio tra le cime del Gennargentu, iniziava a strimpellare la sua chitarra con sopra appiccicato “this machine kills spanish”,cantava storie di pirati e di redenzione mentre i compagni Manca e Sedilesu non mancavano mai di tenere alto lo spirito della truppa a colpi si cannonau....
Ricordo come fosse ieri il momento che appresi la notizia della sua scomparsa,
ma ora come in quel maledetto 22 dicembre (giorno della mia nascita ahime')
non riesco ad accettare che Joe Strummer non sia piu' qui. A fare l'alba in qualche locale con rock'n'roll fans appena conosciuti,a leggere qualche libro nel suo bel giardino del Somerset, a guardare ammirato ore e ore le american recordings di Johnny Cash dall'altra parte del vetro, con la mal celata speranza che l'uomo in nero incidesse una delle sue canzoni,e credo che "Long shadow" meritasse di finire nella serie.
Chissà' se nella sua movimentata vita avesse mai messo piede in Sardegna. Si', perche' quell'isola che da sempre ha cullato sentimenti di rivolta contro le sue stesse regole patriarcali e oppressive, contro invasori che si sono susseguiti per secoli, ha dedicato il piu' bel omaggio a "Woody" il guerrigliero:
alcuni cittadini di Tonara (NU) possono vantarsi dal novembre scorso di abitare in Via Joe Strummer. Che invidia!
Qualcuno sa se a Duluth c’e Robert' Zimmerman street o che so Hendrix square a Seattle?
Di certo sono milioni di anni luce avanti e non si faranno mancare questi omaggi.
Perche’ finire nelle definizioni dei cruciverba ti da’ la garanzia di popolarita’ ma
avere una via intitolata a proprio nome e’ come entrare in paradiso, peccato che la porta sia gia’ chiusa.
Nel mondo del vino la Sardegna nonostante una lunga serie di vitigni autoctoni, perlopiu' eredita’ del lungo dominio spagnolo (cannonau in primis) ha avuto un lungo letargo.Tra quelli che sono riusciti a tracciare la via per un ritorno ai vini della terra c’e’ sicuramente il giovane Alessandro Dettori: ironico, imprevedibile, provocatorio ma quando dice a riguardo del suo vermentino
“il vino da bettola che andavo inseguendo” credo sia piuttosto serio...
Il bianco e’ in effetti il vino che mi piace di piu’ tra i suoi, i rossi sono da maneggiare con cura con un grado alcolico che facilmente (viste anche le rese per ha ridicole) supera i 16 gradi.
Vini che vedono solo acciaio e cemento, non filtrati e imbottigliati a mano dall’esercito di parenti. Se volete avere il privilegio di conoscerlo, occasione piu’ unica che rara,il 6-7-8 marzo sara’ presente ,insieme ad altri 100 vignaioli, nella manifestazione organizzata da sorgentedel vino al castello di Agazzano(PC).
Giovannino Seme di mela (John Chapman) pre-ambientalista pre-ecologista centinaia di anni prima dei verdi e del WWF,aveva l’abitudine di piantare meli lungo la sua missione di pace.

mercoledì 17 febbraio 2010

rassicurante

..come una coperta calda d'inverno, come una carezza data da chi ti vuole bene, come il seno di una mamma che allatta, come il crepitio del camino, come una torta di mele appena sfornata, come Richard Hawley e la sua musica..
Lo scoprii in un vecchio “from the blue room” (che allora si chiamavano “armadillo radio”o “late night at the bar” vol.1,2,3,4 ecc..) e da allora non l'ho piu' lasciato, Hawley mi accompagna nelle mie solitarie serate in attesa di chi arriva tardi o nelle fredde mattinate nevose col caffè bollente nella tazza. Mi piace il senso di malinconica rilassatezza che mi trasmette la sua musica, adoro il suo incedere sognante senza mai cadere nello zuccheroso mainstream di molti suoi colleghi. Le sue canzoni scaldano il cuore e le tematiche affrontate spesso sono figlie
dell'insoddisfazione conseguente al fallimento ma lasciano sempre un senso di profonda serenita'.

Rassicurante è anche avere nel bicchiere il Brunello di Montalcino di Poggio di Sotto, e se è vero che il vino assomiglia a chi l'ha fatto allora qui ne abbiamo la conferma, Piero Palmucci gestice con perizia ed amore questo Podere, è persona affabile e generosa dai modi garbati e austeri e cio' lo si ritrova nel suo magnifico nettare. Il corredo aromatico dei Brunelli di Palmucci è sempre incredibile e si racchiude in particolar modo nelle riserve che custodirò gelosamente in cantina per parecchio tempo (armadilli permettendo..). Spezie dolci e sensazioni balsamiche emergono da una base caratterizzata da sentori di cuoio, di tabacco, di fiori rossi intensi ma gentili. Il tannino è vibrante, giovane, vigoroso ed elegantissimo la persistenza lunghissima rimane al palato fino alla fine, piacevolissimo e... rassicurante
.

domenica 14 febbraio 2010

settimana bianca

No, non sono andato a farmi una bella settimana bianca magari dal pard che vive sotto il dente di un gigante.
Dopo la bella nevicata di venerdi scorso su Milano tanto per stare in sintonia questa settimana ho bevuto soprattutto bianchi.
Due in particolare hanno lasciato il segno.
Lunedi ho partecipato ad una bella serata organizzata da Stefano Sarfati dedicata allo Chardonnay. Guidata dal bravo e competente (siamo molto in sintonia come 'gusti') Samuel Cogliati abbiamo (abbondantemente) assaggiato alla cieca sei espressioni di questo vitigno, tutte francesi.
Sorprendentemente quello che più mi ha colpito ed è rimasto nella mente e nel cuore è stato un Chardonnay dello Jura, La Reine 2004 di Domaine Labet. Uno Chardonnay tourt court ma dalla misteriosa complessità, nel bicchiere occorre aspettarlo un attimo, ha bisogno di tempo per poterne apprezzare in toto le sue qualità. E' frutto di vigne vecchie di oltre 60 anni e si trova ad un prezzo ridicolo se paragonato a più blasonati ma non sempre migliori parenti di Borgogna.
Dopo vari altri bianchi bevuti in settimana, dal Litrozzo de Le Coste al Filagnotti di Cascina degli Ulivi, stasera ho chiuso in bellezza con il Chateau Musar del 1998. Un vino incredibile, un autentico fuoriclasse. Prodotto in Libano da quel gran gentiluomo di Gaston Hochar da uve Obeideh e Merwah, autoctone di Mount Lebanon, di cui non so proprio nulla. Di certo so che questo vino non ha eguali al mondo e non riesco neanche a trovare le parole adatte per descrivere le emozioni e le sensazioni provate. Posso solo dire che secondo me è uno dei più grandi bianchi al mondo, sicuramente unico!

Questa canzone ci sta bene, anche se le mie non sono state solo visions of white.........



sabato 6 febbraio 2010

from the blue room

Di cassette ne ho fatte tante, per signorine, amici, feste o occasioni particolari, e in tanti ci siamo un po ritrovati nel protagonista di Alta Fedeltà. Poi sono passato ai CD ed ora voglio provare a sfruttare la rete che è anche più cheap. Vediamo che succede.

Cominciamo con un 'From The Blue Room', di cui qualche brother and sister ne ha già qualche volume in CD, che alla fine risulta abbastanza ispirato da questo post.
Le 10 canzoni sono tutte da dischi piuttosto recenti pescando ovviamente tra i così detti 'minori' ma grandi nel saper regalare belle emozioni.  Se la cosa avrà seguito andremo anche alla ricerca di qualche piccolo grande disco dimenticato troppo in fretta.
Ecco il menu:
1 - True Believer di Matthew Barber
2 - Highway Prayer di Adam Carroll & Michael O'Connor
3 - The One That Makes You Happy di Joe Firstman
4 - Best di Jon Dee Graham
5 - Short Intermission di Big Phony
6 - Jesus di Blind Boys Of Alabama with Lou Reed
7 - The First Time i Saw You di Joe Pug
8 - Even Though The Sky Was Falling (One Beautiful Day) di Karyn Ellis
9 - Go West di Austin Lucas
10 - Forever Young di Kenneth Pattengale

total time: 40:15
file: mp3 dimensione 71,8 Mb
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giovedì 4 febbraio 2010

c'è una canzone che.....

Karine Polwart è scozzese, molto brava. Conosciuta qualche tempo fa grazie al video di 'I'm Gonna Do It All', grande canzone. L'album del 2006 da cui è tratta si intitola 'Scribbled In Chalk', un gioiello, dove c'è questa canzone, dall'incedere Barottiano, che per motivi misteriosi in questi giorni è sempre con me. Sarà che è tempo di signorine e domenica come ciliegina ci sarà pure Marketa!

Take It's Own Time
Words and Music: Karine Polwart (Bay Songs Ltd)
You ceased to mow the lawn ten years ago
You just wanted to see how your garden would grow
You abandoned the pruning shears and welcomed each weed
You permitted the soil to select its own seed

But it would be unfair to assume you don’t care
For you pay great attention to all that goes there
You simply abstain from a plan or design

You just let it all hang out and take its own time
You just let it all hang out and take its own time

And you follow a thread in a book that you’ve read
Or in something that someone you heard somewhere said
You say “It’s all connected, it’s all intertwined

If you let it all hang out and take its own time
If you let it all hang out and take its own time”

Now you don’t move too fast, you make it all last
You encounter a moment before it is past
And you say “Walking slow in this world is no crime”

You just let it all hang out and take its own time
You just let it all hang out and take its own time …




martedì 2 febbraio 2010

Joe Pug e Lissie via Daytrotter

Nel giugno del 2008 avevo scritto qui, in uno dei primi post di questo blog, dell'EP di esordio di Joe Pug. Finalmente tra pochi giorni esce il suo primo album 'Messenger'. Superato il piccolo shock della prima canzone, non brutta ma che c'entra poco con quanto ci si aspetta da lui, il disco conferma quanto già detto a suo tempo: oggi Joe è probabilmente il miglior esponente della canzone folk d'autore.





Anche Lissie ha esordito con un EP, anche se più di recente, e tra poco pubblicherà il suo disco d'esordio. Al contrario del mio pard difficilmente resisto al fascino delle donne del rock, quando sono brave s'intende!
Lissie scrive belle canzoni, il suo modo di cantare, che risulta perfetto nella sua imperfezione, emana un fascino unico e dai video che si trovano in rete sprigiona una carica incredibile.



Lissie "In Sleep" [Part 1 of 2] from Yours Truly on Vimeo.

La caratteristica che potrei dire accomuna questi due musicisti è che li ho conosciuti tramite Daytrotter un sito web eccezionale dove ogni giorno viene presentata una band o un autore, spesso all'esordio e quasi sempre di valore, che presentato le proprie canzoni dal vivo e per di più si possono scaricare gratuitamente. Lissie ha fatto da poco la sua seconda apparizione e tra gli altri troverete anche gli Swell Season e The Snake The Cross The Crown, piuttosto apprezzati all'Armadillo, che sicuramente meritano il download.

Vino: quello bevuto stasera, il Frappato 2006 di Arianna Occhipinti, sincero come la musica che sto ascoltando e che diventa sempre più buono ogni volta che lo stappo