mercoledì 20 luglio 2016

La sardenaira della zia Barbara


Che non è questa, ma di foto mie -migliori di questa- non ne avevo

gdf

Pochi giorni fa, trenta gradini più in basso del Casinò di Sanremo è stato inaugurato un nuovo locale che si chiama Crikkot. Non c'ero, per via della mensile tournée lombardo piemontese, e mi dispiace, ma ho recuperato in fretta.

Qui tempo fa c'era un bar con il palo, che è comunque un bel modo per risolvere la giornata facendo cassetto di notte. Di quel tempo, tolto l'imbarazzo della rigidità del palo, restano il lungo ed elegante bancone e una rinnovata scelta di bollicine haute de gamme, insieme a tanti vini apprezzabili ed a una proposta assai elasticizzata. Un Dom Perignon sotto un Casinò non deve MAI mancare, così come lo "stuzzica appetito" tipico della città.

Buttando dentro un occhio scorgo, oltre alla cantinetta a vista, anche una vetrinetta refrigerata che contiene, tra l'altro, una panna cotta ai frutti rossi che mi manda dei segnali forti. Da queste parti di Knam non ce ne sono, e quindi?

Intorno tanta freschezza, pulizia e voglia di nuovo, mi auguro.

Dietro e davanti al banco ci sono due deliziose veneri tascabili andine che hanno fatto la gioia di due pazienti ragazzi di qui, condividendo ormai vita e lavoro.

In bocca al lupo ragazzi, ormai il poker è servito. 

Lo penso mentre bevo un sorso di Muller e sgranocchio un pezzetto di sardenaira, quel prodotto da forno che, come mi insegnò 15 anni fa il Masieri, è insindacabilmente lo snack e il biglietto da visita della città. Tu la assaggi e capisci, subito o quasi subito. Un secondo pezzetto di sardenaira mi fa scattare il secondo allarme. Non serve neppure toccare la focaccia a quel punto del giorno. Il sole brilla.

Ho un pochino di confidenza con le ragazze, anche se un po' le sorprendo bevendo vino bianco per colazione, ma comunque la domanda si impone, specie dopo aver visto l'intero corpo della sardenaira, non bella, giustamente rustica di forma, di profumo e di gusto; che sa di mezza collina, di erbe aromatiche selvatiche,  di profondo entroterra, di lievito madre e di madre terra. Ma chi la fa questa sardenaira?

"la sardenaira la fa la zia" -La zia di chi? - "la zia di mio marito, la zia Barbara" 

Sono abbastanza imbranato a districarmi tra i termini parentali, ma in questo caso, a ore 9.30 ce la posso fare.

Una sardenaira, una focaccia e una panna cotta. Tre indizi fanno una prova. 

Visualizzo un P&B bistrot. Lo vedo già come un progetto fattibile. Sperabile.

Che bello sarebbe se insieme alla manualità della zia Barbara arrivasse pure la cerebralità -fosse pure nell'ombra- dell'ostico zio Paolo, almeno per qualche tapas d'autore, portando così al livello del pubblico normale una conoscenza profonda del mare e della terra all'ombra del faro.

 Cristiano Sanna,Thalia Alvear e Karen Alvear e ... Federico Masieri
Crikkot
Foto da www.Riviera24.it

gdf

5 commenti:

  1. Anche il Nobili ha dimostrato un certo interessamento ... chissà, se sarà sarà

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  2. Sarebbe bellissimo, fuori dai muri, en plein air e non en plein
    Franck

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  3. Pollice alzato per un p&b
    Giorgio C.

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  4. UP UP UP
    Di normalità se no moriremo

    Mauro

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