domenica 9 giugno 2013

L'apice del viaggio


 del Guardiano del Faro

Il bello del viaggio è prima e dentro il viaggio stesso. La preparazione dell’itinerario, la verifica e le conferme delle prenotazioni, la concentrazione necessaria per approntare il bagaglio, un’occhiata alle previsioni del tempo, un controllo all’auto: gomme, olio, benzina; e poi si può partire tranquilli, o anche no, perché tutte quelle attenzioni serviranno a ben poco. Con il tempo si scoprirà che non serve proprio a nulla preparare il viaggio.

Lo scopo del viaggio è nel viaggio, non nel raggiungimento del punto d’arrivo. Fondamentale è il compagno di viaggio, ancor prima del motivo del viaggio. Prima di partire non lo puoi sapere quale sarà l’obiettivo del viaggio, lo scoprirai nel “durante” l’argomento dominante.

Go west, come quasi sempre mi è accaduto: the west is the best. Anche lui verso l’ovest, partendo come al solito da Levante. Partire da Levante pensando che il punto d’arrivo potesse essere di nuovo il Levante, fuorviante . Ma la mappa parla chiaro, Valencia e Alicante, nella Spagna del Levante.

Barcelona es bona si la bolsa sona: lo dicono i vecchi Catalani. Beh, credo che un po’ tutto il mondo sia  così, ma intanto gli argomenti sono diversi: le doc e le docg : vini o donne che siano. Avere in tasca la prenotazione per un tavolo nel ristorante più acclamato del momento è assai relativo, proprio perché quello sarà il momento dell’arrivo.

C’è un nubifragio a rallentare e a complicare subito le cose, c’è una gomma a terra da cambiare, esplosa. Lui non la può cambiare, perché già non riusciva a chinarsi fino a quel punto, ma con un ombrello in mano è più efficace di una tettoia. Anche a me faceva comodo piegarmi con sette otto chili di meno da flettere, a pensarci, oggi. Mogli o Sophie, parliamone qui, cambiando una ruota.


Ci vogliamo mettere anche un maldestro tentativo di furto all’autogrill a creare un’alchimia diversa e inquieta nei discorsi. Ci vogliamo mettere un po’ di ansia nel trovare l’albergo, il parcheggio, il senso di una serata corta perché la giornata è stata molto lunga. Ma la notte è lunghissima a Barcelona, ed è proprio l’Alkimia a sottolinearne i caratteri, già dall’insegna. Ci sono già dei piselli freschi nel piatto. A gennaio? E’ il tepore del Levante, quello che all’inizio dell’anno 2008 poteva già far maturare i primi piselli nelle piane di Alicante. Bisognerà tenerne conto per domani, una camicia a fiori può bastare, anche qui.

C’è un ricordo di ragazze disponibili in bikini e una statale che portava alle vacanze trasgressive della fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, in sella ad una Suzuki da stradista. La spiaggia è quella, la riconosce dall’alto dell’autopista. Decido di scendere. Ho capito da come si tocca l'orecchio con l'indice che va bene lì. Anche se è troppo presto per un bib gourmand all’ora di pranzo del Levante, ma vorrà dire che attenderemo fuori dalla porta. Che ci aprano prima delle due? Intanto c’è tutta la spiaggia di Benicasìm da spolverare. Il camping era quello, il chiringuito quell’altro, il bar è ancora lì di fronte, mentre la piccola discoteca ha cambiato indirizzo.

Proseguire per la statale significa picchiare la faccia su una delle zone urbanizzate più brutte della regione, in uno dei tratti di Costa di più belli della nazione, ma solo dove lasciata naturale, o dove solo punteggiata dalle ville dei primi tedeschi che scesero a colonizzare questa zona, anche gastronomicamente, sviluppando un gusto diverso, prima di venir sopraffatti dall’ondata dell’avanguardismo spagnolo. Guida sempre lui, posso solo far finta di non saper far altro che il controllore, mentre sono sotto controllo.

Il Marriott è in offerta speciale a Denìa, se no mi sarebbe toccato un pensiero tranciante e ricorrente, come sempre, a voce sommessa e dal tono mugugnante: se fossimo astemi e dormissimo in macchina questo viaggio ci costerebbe meno della metà. Ma anche l’acqua ha il suo prezzo, e quindi: dobbiamo ricordarci di non ordinare più l’acqua. A questi prezzi ogni due ristoranti viene fuori una mezza bottiglia di vino.  La Trufa de Denìa è scolpita con maestria da DaCosta, e scolpita rimarrà, da Costa a Costa, sia nella nostra mente che nel nostro stomaco per ben oltre tutta la notte, a combattere con fiori e alghe, pesci e molluschi, e noi a soccombere sotto il peso della ricerca dell’estetica e dell’esibizione delle tecniche che dovrebbero invece alleggerire la cucina nel manifesto dell’avanguardia.

Facile essere d’accordo su questi temi: ( fino a che ci sarà insalata nel mondo non mangerò più le alghe! Neanche in sottovuoto! ), più difficile prendere e riprendere sonno tra un transito all’altro dagli ampi bagni  delle due suites con vista sui campi da golf. Mi posso fumare una Fortuna all’aperto, in maglioncino, con un consolante Coca & Bacardi nel bicchiere, già con l’apice del viaggio raggiunto. Come quasi sempre, arricchito ma disilluso, spossato ma insoddisfatto. Meglio quelle che non me l'hanno mai data, meglio il dubbio. Butto la cicca: il letto è doppio ma vuoto.

Non siamo fatti per queste cucine, come non siamo fatti per frequentare locali ambigui, ma neppure espliciti, oppure mentire a chi sta a casa. In fondo siamo solo dei semplici, ma curiosi e attenti. 

Oggi, con lo stomaco in subbuglio più della mente, ci va bene una scampagnata sui colli del Penédes, tra nuvole e nebbie che avvolgono i vigneti. Qui c’è freddo, e c’è voglia di calore, di carni alla brace e di vino rosso, di mura di pietra e di mattoni. Di griglia e di profumo di legna bruciata. C’è bisogno di una cucina ignorante per poterci sentire di nuovo un pochino più intelligenti.

Quante cose si possano mettere a grigliare in Spagna qui lo scopriamo, ma l’orologio è già molto più avanti di questa cucina. La delega all’organizzazione mi ha sempre fatto piacere, ma odio cadere nel prevedibile: dove ci tocca andare stasera a soffrire? – Non lo so, non ho previsto nulla per questa sera. L’oste ci ascolta, e allora la sparo grossa, tanto costa uguale. Il Syrah del Penedès è incredibilmente affascinante per poterne lasciarne dentro un dito nella terza bottiglia. Andiamo dai Roca? Ma non mi avevi detto che erano chiusi?

L’oste, che ci ascolta –anche perché siamo rimasti solo noi- la spara ancora più grossa. I Roca sono miei amici. Riaprono stasera il loro nuovo ristorante. In menù in questa stagione ci sarà sicuramente anche la lepre a la royale…Volete che prenoti per voi? Dopotutto sono solo le 18… passate in hotel a Girona per lasciare il bagaglio  e alle 20.30 sarete già al tavolo. Va bene?

Franco che dici?

Si, va bene. Il sabato è sempre stato più bello della domenica, e oggi  è solo venerdì.


gdf Gennaio 2008 

 il mio piccolo regalo di oggi per il compleanno di Franck The big One







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