mercoledì 24 aprile 2013

Il contenuto della missiva bordolese e la dannazione del Sauternes


del Cavaliere di Sterimberg

Non si legge bene in calce; intendetemi, la firma si, ma non si leggono bene i nomi degli emissari inviatimi da Burdigala. Avevano forse  terminato l'inchiostro svuotando le ampolle per motivi latenti? L’avevano forse tutto impiegato insieme alle bacche di sambuco per dar tinta ai loro pallidi vini? Inoltre, che siano arrivati da est e non da ovest mi fa a lungo ponderare.

Loro non lo sanno, ma ci sono occhi che li hanno spiati già da Romans sur  l'Isere. Il Bourg de Pèage non l’hanno costruito solo per l’incasso, ma anche per il controllo degli extra comunitari. Non esiste un sud del Rodano dopo Lyon, e quindi, che arrivino da est o da ovest sempre foresti restano per noi quelli che raggiungono Tain l’Hermitage. Qui gli abitanti sono sempre rimasti di numero più o meno uguale da tempo immemore: qui ci conosciamo tutti, qui non ce ne sono di stranieri.

Sono rimasto privo di ombrelli, cappelli, e sciarpe. Quando è così vuol dire che l’inverno e la primavera stanno andando un po’ oltre il loro vincolo climatico, perché se ho obliato tutto l’arsenale di difesa dalle intemperie in taverne e locande, siffatta circostanza significa e denota che il tempo è stato veramente imprevedibile quanto severo, e i boccali abbondanti di forma e di quantità, prima ancora di ritrovare un uscio.

Anche oggi le nuvole minacciano da ovest, dall’Atlantico, mentre loro -finalmente- eccoli, anemici come i loro claret, si presentano sulla soglia de La Chapelle: il Marchese Joseph Fanfaluc de Fanfaron, palesemente Guascone prestato alla causa bordolese; e il suo scudiero:  François Baptiste de Fagninoch, probabilmente di origine Longobarda. A occhio, di due non ne fai uno, ma questi mi hanno mandato e questi mi toccano. 

Che arrivino da est mi fa pensare che siano andati a trattare prima con quelli sul Reno, o sulla Mosella, addirittura, dove stanno mettendo a punto un procedimento per far dei vini dolci, molto dolci, ma che nascono da acini acidi, anzi, molto acidi, spesso dimentichi sulle viti anche in tempo talmente freddo da sembrare crudo ed esanime. Vorrei vedere come faranno a farli diventare dolci, molto dolci. Lasciatele fare agli ungheresi certe melasse essenziali  ma non nauseanti! 

In omaggio, forse a causa della confusione creatasi tra i bagagli lungo il viaggio, mi consegnano dei flaconi originari dalla terra di Toscana, dicono. Due indizi fanno una prova: sono andati finanche a discernere come si fa il Vin Santo questi clonatori di cloni e di tradizioni. Mi donano un vino bianco dall’etichetta nobile: il Conte della Vipera. Contraccambierei volentieri con un Baron D'L per render pari il vitigno e di pari lignaggio il carico di solforosa, ma devo ripiegare su un ruvido e granitico St.Joseph trovato sotto il tavolo di rovere, mentre nei calici gli verso “il mio” dalla caraffa, per vedere l’effetto che fa. Ma non sembrano interessati né a questa tipologia di bianco dell’Eremitaggio, né ai rossi del Rodano.

Il contenuto dell'epistola, il motivo della missione, finalmente si palesa in tutta la sua impertinente realtà. Come essi abbiano mai potuto sapere che qui si fanno tra i migliori e più rari vini dolci del mondo li rivaluta ai miei occhi, perché molto devono avere cercato per raggiungere questo sapere. Il famoso vino della paglia vogliono conoscere, lo vogliono bere, e lo vorrebbero ricreare laggiù in quelle umide Lande.

Tanto per cominciare, e quasi a concludere, ve lo sognate che moi le Chevalier, vi accompagno ad assaggiare il vin de paille, e poi, scordatevi che vi spieghi come si fa, perché non si può fare: quel vino si fa da solo, non come dalle vostre parti.

Fanfaron e Fagninoch non l’hanno presa benissimo questa tersa e cristallina presa di posizione sguainata, insorgendo prima contro il mio Sacro sperone di roccia e poi in direzione di quelli che loro definiscono disadorni e villani coltivatori di susine e fragole marce del Rodano.

Li avrei depistati verso la  Borgogna, a farsi torchiare loro dai Cistercensi, invece che loro torchiare un lusingatore merlot.

Ma sono venuto qui per stare in pace con il mondo e invece ancora una volta mi è toccato di alzare la voce e, per liberarmene, tirare un pugno sul tavolo di rovere, e infine dovendo mio malgrado lanciargli un'esecrazione definitiva, questa: visto che i vostri rossi hanno già i loro problemi a restar vivi un anno per altro, che siano le vostre migliori uve bianche ad ammuffire e a  marcire su ogni pianta lungo il corso di ogni fiume dell’Aquitania! E che la dannazione della Botrytis mai vi abbandoni! Potete andare adesso. Andate pure a cogliere uva marcia.



cds

4 commenti:

  1. Chapeau!
    Qui si sta riscrivendo la storia dei vigneti di Francia :-)
    Luc

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  2. i De Fagninoch sono a tutti gli effetti iscrivibili alle famiglie Longobarde. Di Turbigo per la precisione, sponda Longobarda del Ticino. Fiume che in comune al Rodano deve le sue fonti alla Svizzera.
    A.

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  3. Caro Cavaliere, in qualità di biografo parzialmente autorizzato e, spero, a lunga conservazione, ieri sera ho riletto alcuni versi sul Rodano e la prefazione del suo primo tomo in cui già si cita la condizione di parziale eremitaggio.

    Come ella in cuor suo già saprà, la saga del cds è un altro bel pezzo di tomo che è stato sacrificato con nonchalance sull’altare del blog, ma lo sa che lei è proprio un bel tomo…invece di 12 minuti, faccia un piccolo sforzo, senza per l’amor del cielo che le venga mal di testa e dia forma a qualcosa che la forma ce l’ha già : le donne i cavallier l’arme gli amori i vini e gli umori.

    Fra settottocent’anni, scriverà di vini dall’accento inglese e forse di barman o bartender, insomma di quegli osti che la sera le servono boccali di buon vino tordi e pernici, a proposito, non mangi l’occhio lo beva…ma adesso che ha la fortuna che hanno avuto Massimo e Roberto la sfrutti, non è cosa che capita a tutti…non beva troppo prima di andare a letto ma se dovesse avere qualche stimolo eviti la finestra…

    Marco 50&50

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  4. Proprio di finestra perì in questi giorni il mio sistema respiratorio, perché eremitiche e non ermetiche queste vecchie finestre, che in comune alle altre, mi danno luce da est a ovest, ma con parecchi spifferi.
    Dunque da Turbigo venne quel'illetterato scudiero.
    A ben sentire, proprio di Boffalora non pareva.
    Questa è Storia, non Scienza

    cds

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