martedì 30 aprile 2013

Il cantiniere di Saulieu


del Cavaliere di Sterimberg

"Se la sua mira occulta è razziare il borsellino altrui, glielo dico limpido e piatto, a lei non serviva un diploma da sommelier; le bastava un porto d’armi e una rivoltella, o solo la seconda. Le sarebbe  costato anche meno in termini di tempo e di denaro, quello che ha impiegato per ottenere quel salvacondotto -o diploma da sommelier-  come lei lo definisce: quello che la autorizza a rapinare i viandanti! "

Nelle fredde terre dei Burgundy va sempre a finire così, non fai a tempo a legare al batacchio del portone della locanda il ronzino ed allungare la rigida armatura crociata alla pulzella addobbata con morbida armatura a balconcino sporgente - ché al guardaroba la indirizzi- che ti viene voglia di abbeverarti prima ancora del cavallo. Ma non appena alzi il capo verso un flacone che non sia un fiasco, devi confidare forzatamente sull’esperienza e sulla conoscenza acquisita da un cantiniere che abbia frequentato l’università con almeno dodici Monaci Cistercensi, quelli necessari per fondare una nuova Abbazia.

Non si afferra nulla di concreto del come e del perché abbiano diviso le appellazioni dei loro vini!  Perdiana, ma non bastava il nome del municipio a far intendere da quale villaggio provenisse una bottiglia? Ma la malizia di questi Monaci che nulla avevano a’ fare se non lavorare e pregare  (e quindi morire prima dei trent’anni), è giunta a dividere a brandelli ogni singolo villaggio! Il “villaggio” è il vino di basamento dell’appellazione, mentre i vini migliori hanno nomi talmente prolissi e complicati, da non essere intesi se non come un codice segreto, noto solo ai pochi cantinieri e tavernieri della regione.

Ma non basta, perché esiste una catalogazione superiore, dove sparisce dall’etichetta il nome del villaggio e rimane solo un nome di fantasia, inventato apposta per identificare una singola vigna e per derubare legalmente i viandanti! E tutto questo, acciderba, tutto questo serve solo a nascondere a tergo una ingegnosa menzogna, un fatto così banale da doverlo occultare in ogni maniera.

Perché dentro a quei flaconi dai mille nomi fantasiosi assai, sappiatelo, ci sono solo due tipi di vino: uno bianco e uno rosso. Si Signori, dentro quei flaconi, se è bianco ci sarà Chardonnay, e se sarà rosso (ancor più pallido di un claret bordolese), ci avranno spremuto dentro del Pinot Noir. Tutto qua!

" Ma tornando a noi, caro, anzi, carissimo il Cantiniere dei miei stivali, me lo devi spiegare come tu faccia a pretendere tutto questo denaro dopo che questi convitati hanno lasciato da ore Digione per arrivare fin qui!  in mezzo alla foresta del Morvan. Giunti qui dopo aver affrontato le fauci e le unghie di orsi affamati, gli imprevedibili incroci di sentieri  con le tracce di cervi e daini, e solo deliziati dal timido passaggio di volpi e marmotte. Tu me lo devi decifrare il significato di questa scelta comune a questi avventori! E tutti concordi nel rendere un sommo omaggio al tuo chef, degno di un Re "

" Queste lumache sono in realtà non meno che eccellenti, così come queste rane al burro e aglio al prezzemolo. Pollastre e selvaggina sono lussuose e lussuriose, però, per gentilezza, caro Cantiniere, per una volta fai la grazia di servirmi un vino con un costo meno che delittuoso, che io possa ridiscendere verso il Rodano da Saulieu senza la visione ricorrente del sangue che potrebbe scendere copioso dopo averti sciabolato e degorgiato appena sotto il collo. "



cds

1 commento: