del Cavaliere di Sterimberg
"Se la sua mira occulta è razziare
il borsellino altrui, glielo dico limpido e piatto, a lei non serviva un
diploma da sommelier; le bastava un porto d’armi e una rivoltella, o solo la
seconda. Le sarebbe costato anche meno in
termini di tempo e di denaro, quello che ha impiegato per ottenere quel
salvacondotto -o diploma da sommelier- come lei lo definisce: quello che la
autorizza a rapinare i viandanti! "
Nelle fredde terre dei Burgundy
va sempre a finire così, non fai a tempo a legare al batacchio del portone
della locanda il ronzino ed allungare la rigida armatura crociata alla pulzella
addobbata con morbida armatura a balconcino sporgente - ché al guardaroba la indirizzi- che ti viene voglia di abbeverarti prima ancora del cavallo. Ma non
appena alzi il capo verso un flacone che non sia un fiasco, devi confidare
forzatamente sull’esperienza e sulla conoscenza acquisita da un cantiniere che abbia frequentato l’università con
almeno dodici Monaci Cistercensi, quelli necessari per fondare una nuova Abbazia.
Non si afferra nulla di concreto
del come e del perché abbiano diviso le appellazioni dei loro vini! Perdiana, ma non bastava il nome del
municipio a far intendere da quale villaggio provenisse una bottiglia? Ma la
malizia di questi Monaci che nulla avevano a’ fare se non lavorare e pregare (e quindi morire prima dei trent’anni), è giunta
a dividere a brandelli ogni singolo villaggio! Il “villaggio” è il vino di
basamento dell’appellazione, mentre i vini migliori hanno nomi talmente
prolissi e complicati, da non essere intesi se non come un codice segreto, noto
solo ai pochi cantinieri e tavernieri della regione.
Ma non basta, perché esiste una
catalogazione superiore, dove sparisce dall’etichetta il nome del villaggio e
rimane solo un nome di fantasia, inventato apposta per identificare una singola
vigna e per derubare legalmente i viandanti! E tutto questo, acciderba, tutto
questo serve solo a nascondere a tergo una ingegnosa menzogna, un fatto così
banale da doverlo occultare in ogni maniera.
Perché dentro a quei flaconi dai
mille nomi fantasiosi assai, sappiatelo, ci sono solo due tipi di vino: uno
bianco e uno rosso. Si Signori, dentro quei flaconi, se è bianco ci sarà
Chardonnay, e se sarà rosso (ancor più pallido di un claret bordolese), ci
avranno spremuto dentro del Pinot Noir. Tutto qua!
" Ma tornando a noi, caro, anzi, carissimo il
Cantiniere dei miei stivali, me lo devi spiegare come tu faccia a pretendere
tutto questo denaro dopo che questi convitati hanno lasciato da ore Digione per
arrivare fin qui! in mezzo alla foresta
del Morvan. Giunti qui dopo aver affrontato le fauci e le unghie di orsi
affamati, gli imprevedibili incroci di sentieri
con le tracce di cervi e daini, e solo deliziati dal timido passaggio di
volpi e marmotte. Tu me lo devi decifrare il significato di questa scelta
comune a questi avventori! E tutti concordi nel rendere un sommo omaggio al tuo chef, degno di un Re "
" Queste lumache sono in realtà non
meno che eccellenti, così come queste rane al burro e aglio al prezzemolo.
Pollastre e selvaggina sono lussuose e lussuriose, però, per gentilezza, caro
Cantiniere, per una volta fai la grazia di servirmi un vino con un costo meno
che delittuoso, che io possa ridiscendere verso il Rodano da Saulieu senza la
visione ricorrente del sangue che potrebbe scendere copioso dopo averti
sciabolato e degorgiato appena sotto il collo. "
cds
Bellissimo racconto.
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