giovedì 7 agosto 2014

I cappelletti che non ti aspetti

Marco 50&50

La critica gastronomica aveva ricevuto uno strano invito:
Trentotto Luglio (tempo addietro)
Ore ventuno
Molo di Levante
L'Ultima cena
Ti aspetto
Sauro


C'era qualcosa di surreale e di intrigante, forse anche troppo confidenziale, ma lo chef marchigiano le era sempre piaciuto, scelse una mise controcorrente, diede corrente alla tastiera e si presentò in anticipo all'appuntamento, cercò con fatica e senza riuscirci di cogliere un tra le righe o un fuori onda, ma l'acqua sul molo non andava oltre un lento sciabordio.


Il locale era deserto, mentre si domandava dove fosse l'oasi venne accolta col garbo di sempre da Casia, la sorella di Sauro che la raggiunse poco dopo con due bollicine accompagnate da un gelo d'anguria e da una frase che la gelò:
Mi prendo un anno sabbatico, stasera ceno con te e ti racconto tutto dall'inizio.

I riscontri positivi della critica, degli addetti ai lavori e del pubblico pagante che ogni sera riempie il mio locale in ogni ordine di posto mi danno soddisfazione ed energia, ho sempre voglia di mettermi in discussione, di sperimentare, di confrontarmi e se necessario di correggere il tiro, i riconoscimenti ottenuti dimostrano che la strada che assieme a mia sorella e ai miei collaboratori sto percorrendo è quella giusta, ma la decisione, se pur sofferta è presa, ho già informato tutti che come te sono rimasti a bocca aperta.

Ho riservato la stessa accoglienza e lo stesso trattamento ai responsabili delle guide e alla giovane coppia curiosa che si avvicina per la prima volta ad una cucina d'autore, sono attento ed in continuo fermento, non avrei mai voluto scendere da questo palcoscenico dal quale sento i commenti del mio pubblico e ne colgo gli sguardi complici, sorpresi, divertiti e soddisfatti.
Ma c'è un ma.





L'altra sera gli amici di sempre andavano a mangiare i cappelletti in brodo da Peli a San Giovanni in Marignano, il granaio dei Malatesta, mi sono aggregato per non perderli di vista e mi sono accorto di aver perso di vista la tradizione e di aver perso un po' la mano sui cappelletti.




Quando ho visto la mamma di Ivano ancora in cucina a preparare i cappelletti mi sono commosso, assaggiandoli  mi si è aperto lo stomaco


dopo quelli al ragù il cuore ha fatto altrettanto 




Un anno dopo

Stasera ti porto a cena da Sauro
Ha riaperto?
Da un paio di giorni
Sono contenta, chissà con che cosa riuscirà a stupirci stavolta...
Volevo farti una sorpresa ma non resisto e te lo dico, tra un loacker di foie gras, un'albanella, gli spaghetti di seppie e un mangiacarota ha messo in carta un piatto dal nome poetico, un piatto highlander, di quelli che ti tengono ancorato al tavolo: i cappelletti alla moda di zia Elena, da chi potrebbe permettersi di tenere la ricetta nel cassetto della memoria il massimo rispetto per la tradizione, come il senso di questo post che è nato dopo aver letto su Papero Giallo il racconto del Cavalier Penazzi.

M 50&50

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