lunedì 11 marzo 2013

La Ciau del Tornavento

L'ingresso inequivocabile: ma  era un asilo  negli anni 30, a Treiso, poco sopra ad Alba

 gdf 2014


Scrivo solo una cosa al volo e poi proseguo in didascalico spietato.

Se per qualche strano motivo o perché il destino infame non ve lo ha ancora concesso, andate oltre, fate come quelli che sono andati verso il Barolo e poi sono tornati al Barbaresco. Come quelle che si sono impressionate per un robusto Barolo ma poi innamorate di un lineare Barbaresco. Quello che voglio dire è che questo posto non dovrebbe mancare nello scalping degli appassionati di vini e cucina. L'unico rischio sarà quello di affezionarsi, perché è facile affezionarsi a questo luogo, per lo meno affezionarsi, se non altro.



Si narra che una ventina di anni fa nella periferia di Pinerolo un cuoco capace, dolce e sensibile, si inventò il ripieno di un plin che sapeva di ricotta e fieno... e poi tante altre cose buone.





Era una giornata abbastanza buia, piovosa e pure tempestosa,  ma due carte dei vini di questo spessore ti fanno rivedere  il sole; bianco o rosso, dalla A alla Z.


Quello dietro è un pan per focaccia oleoso e alla cipolla bianca, da non stancarsi mai di ungersi piacevolmente le mani




Ortaggi cotti sotto vuoto e poi affettati: mille puntini di bagna cauda, da risporcarsi volentieri le punta delle dita.



Miss occhi piccini e mandorlini arriva con un sorriso da portarla via, di peso, tanto è leggera, lei e questa torta di cipolla e salsiccia, di Bra e di qua, gustosa, sicuramente, e anche felice di esserlo.


Sapori infantili come pane burro e acciuga, baccalà bianco e nero, fegatini di coniglio in bignè di mele; è una pacca sulla spalla. Dai! Sembra un posto così opulento e invece ti senti a casa nell'asilo degli anni Trenta.



Non si butta nulla di bello e di buono, figuriamoci il guscio delle migliori nocciole di questo pianeta, così legate alla terra madre.


La tonda gentile incontra così il gambero di Sanremo, lasciando il suo guscio a corredare palme e ulivi, ma il mio punto focale è l'altro, pur non conoscendo la provenienza delle cosce di quelle rane magre quanto raffinate, come se fossi da Blanc, ma in un bagnet vert. Blanc e Vert. Vedo il campanile di Vonnas da una collina Piemontese.


Tajarin con seppie e carciofi, di taglio e di uncinetto


Crudo di filetto marinato, verdure crude e un idea di giallo d'uovo. Essenziale


Le foie gras: il suo quartiere e il suo circondario, come una banlieu trafficata. In mancanza di un semaforo,  una rotatoria ti indica il senso da seguire.





Ci vuole cervello, sensibilità, delicatezza e contrasto: un discorso aperto dove gli interlocutori e gli argomenti non vorrei finissero mai. Però ci vorrebbe un grande Meursault qui, e la cantina ne è piena, di quelli di Comtes Lafon.

Nel dettaglio: cervello dorato, parmentier di patate al tartufo nero pregiato, cipolla bianca a cubetti di porcini all'agro. Grande!




Il lupo può essere solo di mare; e quando lo prendi all'amo dal margine di una scogliera e non con la rete in una piscina te ne accorgi della differenza, eccome!


Plin plin: ma sa di seirass e di fieno, sa di campagna, mentre tornavo a casa  dall'asilo.


Mi spiace per questo povero animale, ma in 50 anni può accadere di investire il miglior capretto di questa vita senza averlo conosciuto prima.


E non sarà un accenno di fritto delle sue parti più tenere a farmi sentire meno in colpa, qui, all'asilo, con una costoletta panata, un semolino e una frittella di mela.




Dal fieno, ancora, di ritorno, come quando mi dimenticai a San Secondo di Pinerolo, dal Maurilio, una valigetta da commesso viaggiatore di quel colore: tornai due giorni dopo a riprenderla, con emozione e ricordo di una cosa che sembrava importante, ma che non era la valigetta.


Di torrone, di panna cotta, di tabacco e di sigaro. Di cioccolato: di Piemonte, ancora


Di gianduja !


Di candore assoluto: panna montata al naturale e meringa




Saranno almeno 50 mila le bottiglie ?



Sono circa 2400 le referenze 



Chef Maurilio Garola al baratto di libri. Il suo, bellissimo!



gdf, il vostro  cameriere on line

http://www.laciaudeltornavento.it/ita

 Piazza Leopoldo Baracco, 7, 12050 Treiso (CN)

Tel 0173 638333

10 commenti:

  1. Non ci crederai: c'e' un locale qui' che e' tale e quale ! .....chi e' ? E' suonata la sveglia..... da uno (sconsolato) Sindaco

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  2. Posso SIgnori...guardi Maurilio Ambrogio, abbiamo fatto colazione tardi con i Canestrej, non abbiamo proprio fame e per rimanere sul tema nocciole, vorremmo qualcosa di buono...2 Spuntini
    Marco

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  3. E' uno dei classici casi di quei posti che se ne parla molto meno di quanto valgono.
    Beppe

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  4. 2,400 referenze in carta? non le sopporto piu' le carte dei vini stile Treccani..alla terza pagina sono già stufo di leggere e con la gola secca..
    W le carte snelle che ruotano periodicamente e con grande ricerca di "chicche" inusuali..

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  5. Da tenenere in considerazionissima,Il mio paradiso,lode a te mi nocciola.

    TMC

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  6. Caro Yanez, si fa così in questi casi:
    Si ordina subito un bella bottiglia di bollicine, che di solito stanno dentro le prime tre pagine della Treccani. Ci si prende una buona ora mentre la si beve con i primi snacks; il tempo per scegliere la seconda. Finita la prima si ordina la seconda, finita la seconda la terza... e così via.

    Oppure si arriva presto, ci si piazza in salotto ( perché c'è anche un salotto ) e ci si prende il tempo di sfogliare la Treccani ancor prima di sedersi al tavolo ;-)

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    Risposte
    1. ebbè, c'è una strategia giusta per ogni evenienza, questa mi sembra sensata..
      Ma in questa enciclopedia si puo'anche trovare qualcosa che piace a me? sai quei vini che puzzano di stallatico :-))

      A demain le Guardien!

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