Proprio in centro a Barolo, nella piazzetta a traffico limitato , andiamo a cercare un Barolo a produzione limitata di un produttore che negli ultimi anni è salito nella classifica d'apprezzamento dei bevitori alternativi grazie ai rumors sotterranei di Radio Casserole . Quelle cose da carbonari del tannino, appassionati anticonformisti stanchi di sentire i soliti nomi , esausti dal leggere le solite etichette , annoiati dai Baroli patinati . Il gusto di qualche cosa di più agricolo e più rustico di quanto normalmente disponibile sugli scaffali. Il gusto di sentire espressioni e caratteristiche molto personali, magari con qualche deviazione aromatica , il piacere di verificare quanto possano essere diverse due annate consecutive , ascoltare il bicchiere sincero, bere un vino che dopo la sua prima stesura di testo non è passato dal correttore di bozze.
La vigna Paiagallo di Giovanni Canonica è visibile direttamente dal suo cortile di casa, casa ospitale ad uso foresteria , o come recita l’insegna, Agriturismo Il Quarto Stato, scomodando così il cittadino più illustre di Volpedo. Un ettaro e mezzo per qualcosa di più di 5000 bottiglie annue. Il 2006 non lo abbiamo potuto provare perché esaurito in cantina, anche se è possibile rivelare le sensazioni di chi l’ha provato in quanto unanimi : “vino vero ma ostico e durissimo, tannini in evidenza e sensazioni verdi trancianti”, insomma da lasciar riposare in attesa che si degni di darsi con una piacevolezza superiore, ma che probabilmente mai diventerà ruffiana. Posso quindi immaginare come sia quel vino e quanto è diverso questo vinone dal colore rubino cupo, non proprio cristallino, ricco di alcool ( 15,3°) e di sentori prossimi alla prugna confit in spezie dolci e che in bocca dona sensazioni calde ed avvolgenti, rivelando anche una evoluzione già piuttosto pronunciata trattandosi di un Barolo così giovane. Quindi, una bevuta impegnativa proprio per questa sensazione di calore e di “cottura” che limita automaticamente la velocità di assorbimento . Bisognerebbe riprovarlo a temperatura più fresca e abbinarlo a qualche piatto importante che ne possa reggere l’impatto, ma dubito fortemente di riuscire in ogni modo a finire la bottiglia da solo ;-)
-gdf-
Si, si è capito che non è proprio un Giacosa :-))
RispondiEliminaBeppe
Sì certo, non ha quelle finezza (anche l'etichetta..) pero' ha il pregio di essere un Barolo "vero", tra questo e uno dei "Barolo Boys" preferiasco nella sua spigolosa autenticita' questo.
RispondiEliminaIo ho il 2006 in cantina che riposa e riposa.., ne ha bisogno ;-)
Franck-One ha preso una cassetta di 2007, quando ci si vede si può provare a incrociare i bicchieri ;-)
RispondiEliminaun vino proletario come il primo maggio...
RispondiEliminaCaro smemorato Gdf,ti ricordo che all'Improbable bevemmo un Canonica 2006 che dovrebbe aver lasciato un segno indelebile alle tue gengive..
RispondiEliminaAccidenti, hai ragione! Era proprio quello, e allora temo che hai voglia a lasciarlo li a maturare...saremo già tutti morti quando e se diventerà un grande vino, se vale questa regola per Leroy non credo che Canonica possa sovvertirla ;
RispondiElimina