La versione «Spécial Club» solitamente costituisce il fiore all’occhiello del récoltant. Quella dei Gimonnet, è per me – mi gioco la residuale reputazione – la migliore espressione della tipologia.
Millesimo dopo millesimo, ha acquisito una costanza qualitativa, che rende questa cuvée de prestige, inequivocabilmente, gemma di assoluto valore e rappresenta la summa della conoscenza enologica della maison.
Qualora ci fosse qualche dubbio, è un pure Chardonnay: 57% da vecchie vigne di 40 anni in Cramant, 30% da Chouilly e il restante da Cuis. Dopo cinque anni sui lieviti e un dosaggio di 5 gr./lt., la mia boccia è stata sboccata a marzo 2016.
Di grana fine e persistente, scatta subito impennato e freschissimo, con la classe e il carattere aromatico, emblematici della bacca bianca: crema pasticcera, frutta e fiori bianchi, agrumi, di fortissima presa gessosa.
Palato di cremosità verticale, che riprende le precise specificità olfattive. Gesso sempre mattatore, per un sorso già lungo e profondo, seppur con qualche zampata nervosa, di complessità in fieri, che solamente maggior tempo in vetro saprà gratificare.
Pelle d’oca con foie gras poêlé.
Palato di cremosità verticale, che riprende le precise specificità olfattive. Gesso sempre mattatore, per un sorso già lungo e profondo, seppur con qualche zampata nervosa, di complessità in fieri, che solamente maggior tempo in vetro saprà gratificare.
Pelle d’oca con foie gras poêlé.
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