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La terrazza dei Balzi Rossi, da Levante |
Capitano tante cose nella vita di tutti. Sono cose "normali",
la storia delle persone e dei loro cambiamenti all’interno di un mondo in
cambiamento, ogni giorno, come il rinnovamento cellulare. Qualcuno arriva,
qualcuno parte, qualcuno resta. Ogni tanto però credo sia bene fermarsi, guardarsi allo
specchio ancor prima che intorno, per vedere come si sta con se stessi, ancor
prima di come si sta al mondo, o come ti percepiscono gli altri all’interno
dello stesso mondo. In tanti piccoli mondi che periodicamente si incontrano o si lasciano. E allora, fermi tutti per un istante.
Anzi, ferme tutte:
click! Il momento è particolarmente bello perché queste tre donne hanno
rappresentato, rappresentano e rappresenteranno i tre periodi attraverso i quali
questo famosissimo locale ha vissuto la gloria e la decadenza, ma che ora ha
ritrovato nuove energie per ricollocarsi ai piani alti della ristorazione
italiana.
Bàussi Russi e cioè: Sassi Rossi |
I Balzi Rossi è un ristorante che ha superato ampiamente il quarto di secolo di vita. La
partenza fu prodigiosa, anche perché Giuseppina Beglia arrivava qui con due
stelle Michelin appese al collo, che diventarono prudentemente una all’inizio, ma
che tornarono due in breve tempo. Vado a memoria, rovistando nel mio data base cerebrale da Misclenologo, ma non mi viene in mente nessun’altra donna chef italiana che
abbia ottenuto due volte due stelle Michelin in due locali diversi. L’altro era il
“Gino” di Camporosso, non distante da qui, dalla frontiera Ponte San Ludovico,
tra Ventimiglia e Menton.
Partenza bruciante, proseguita in maniera folgorante nella seconda parte dei ruggenti anni
’80, con la liretta che veniva periodicamente svalutata su quasi tutte le
altre, Franco Francese incluso. Andavamo a dormire il venerdì sera con un cambio e ci svegliavamo tutti il lunedì con un 5-7% in meno in tasca. E allora,
perché non far piovere un metro dopo la frontiera tanto entusiasmo e tanto denaro buono dall'estero?
Dalla Provenza, dalla Costa Azzurra, da Montecarlo; ma anche tedeschi e
svizzeri affollarono con continuità questo gioiello della ristorazione italiana, spesso
individuato tra i primi 10 o 20 nelle classifiche di quel periodo, sommando le valutazioni delle diverse guide. Difficile arrivare qui se non in auto, e quindi il piazzale ombreggiato dai pini marittimi, nonostante le gibbosità provocate dalle loro radici ribelli, è sempre stato uno dei meglio frequentati, in assoluto. Ma anche l'altro giorno qualche perla non mancava. Non è una Mercedes.
Un angolo del salotto |
Pina, quando le guide iniziarono a giudicarla in maniera più
tiepida, si era convinta che non era la sua cucina ad essere cambiata, ma era stato il
punto di vista della critica ad essere cambiato. Un po’ di verità e di ragione,
come sempre, sta da tutte e due la parti. In questi casi meglio fidarsi di quel
vecchio proverbio francese che più o meno dice questo: bien faire et laisser dire. Ma, dico io, anche fermarsi un momento
per guardarsi dentro non fa male a nessuno, e fatto ciò, cercando anche
all’esterno le forze e l’entusiasmo per ripartire con rinnovate energie.
E questo sta accadendo, e sta accadendo tutto al femminile,
perché il marito di Pina se ne è andato per sempre qualche anno fa, mentre il
figlio se ne è andato dall’altra parte del mondo a reinventarsi un’altra vita.
Le donne sono rimaste in casa. Tre generazioni in una foto: la tradizione e la continuazione della medesima; non un icona a trittico, ma tre belle donne che si sono tirate su, anche le maniche, e hanno lavato via
e ripulito i Balzi Rossi da quella patina opaca che si era depositata implacabilmente su questo
luogo.
E a ridare aria alla casa sono più brave le donne, si sa, e poi, vuoi
mettere l’entusiasmo che può provare la nonna a insegnare e tramandare tutta la
sua esperienza alla nipote? Questo sta accadendo qui, dove la luce del sole e
il colore del mare torna ad entrare prepotentemente dalle finestre, dove la
nonna è ringiovanita di vent’anni per tenere testa alla nipote, e dove la
figlia, che è anche mamma, si è presa carico della sala, tornata luminosa e
colorata dai suoi quadri. L’arte non fa mai male, aiuta a pensare e ad
immaginare punti di vista diversi da quelli precostituiti.
Oggi è da avanguardisti tornare ai Balzi Rossi, è andare
contro corrente, contro i preconcetti e le dicerie. So per certo che una buona
parte delle ultime due generazioni di appassionati di cucina non conosce questo
luogo, ed è un vero peccato. Veramente: vi perdete qualche cosa voi che state
storcendo il naso mentre leggete e guardate questo che sembra un omaggio ai Balzi Rossi, perché il mondo è andato avanti; e anche qui è accaduto.
Lorenza Vitali soccombe di fronte al fascino della Costa Azzurra |
E' proprio una perla quella vettura GdF, perchè quel marchio non lo vedremo più. La mamma però era la Daimler Benz che produce anche il modello mercedes s ammiraglia a cui ha sacrificato la produzione della Maybach che non gli rendeva altrettanto. A proposito di un mondo in cambiamento, pensare che l'avo di quel gioellino è un dirigibile Zeppelin fa venire i brividi, come il salto dai Balzi Rossi.
RispondiEliminaAlba
Posso capire, sedimentando, il tuo modo di gestirti: invece di andare a colpire sul post di Munchen hai preferito Stuttgart
EliminaHeinz Winkler somiglia ad un mio ex fidanzato di Bardonecchia che qualche volta sbagliando mi confondeva con la sua morosa e mi chiamava Giovanna.
EliminaPrima che mi confondesse con una ben nota razza di cane e mi chiamasse Bernarda, ho chiuso malamente.
Secondo te avrei potuto commentare il tuo post di ieri in questa situazione emotiva?
A.
Da un Passo all'altro il passo sarebbe stato troppo breve, qualcuno venuto dal Veneto avrebbe potuto prendersi del Sempione: quindi...oggettivamente no.
Eliminaecco, di Chioggia ho avuto un ammiratore: Massimo Della Pena.
EliminaNon ho voluto rischiare.
Alba
Che ricordi,ero troppo in fasce gastronomicamente parlando per poter accedere ad un posto cosi bello,ricordo però bene P san Ludovico dove la mia famiglia aveva degli amici esattamente vicini di terrazze dei Balzi, e ricordo una Citroën Méhari arancione nella quale si sentivano urlare i due Monsieur sordi(Mio padre e il patron)mentre noi eravano in un altro veicolo..Bel ricordo, excusez moi Gardien.
RispondiEliminaTMC