lunedì 20 maggio 2013

Come si stappa una bottiglia di vecchio Porto Vintage?



gdf


Si stappa preferibilmente in terrazza vista Atlantico ascoltando quell'album che i Simply Red pubblicarono nel 1985. L'album del loro debutto musicale e del mio debutto nella terra del Porto, vista atlantico. Si ma come si fa a stapparlo? Nel libro dall’accento inglese l’avrei anche spiegato meglio, ma perché essere prolisso e noioso quando poi farlo di mano è tutto un altro par di palle? Perché con tenaglie infuocate in procinto di abbracciare il collo del bastardo, per poi finirlo in uno scroscio di acqua ghiacciata da brocca a zero gradi o scesa dal cielo è uguale; è cosa certa, un metodo che funziona, una  manovra a tenaglia che gli staccherebbe di netto il collo. Ma in una serata atlantica come questa, il gusto del difficile riaffiora, e accanirsi con armi meno letali diventa un esercizio virtuoso.


Bastardo non per mancanza di rispetto, ma perché gli stolti così lo considerano, a causa del suo peccato originale, che poi così originale non è, perché i "rinforzati" in giro per l'Europa non sono così rari. In mancanza di attrezzi degni del metodo portoghese meglio affidarsi dapprima alle preghiere, così le bestemmie andranno a compensare in partita doppia il giudizio dall’alto. Occhio alle dita, perché quella maledetta copertura metallica taglia come un rasoio. Una fascetta sopra e una di sotto ci hanno messo, come dire: pensavi di cavartela al primo tentativo ma noi abbiamo la testa da portoghesi, siamo quattro gatti e dunque possediamo un testa di nicchia. E di madera non solo un arcipelago.


Il sughero in Portogallo ce l’hanno, buono e tanto;  e allora perché ne mettono così poco dentro il collo di una bottiglia da 100 euro?  Se ne metti così poco e il vino deve durare così tanto poi è normale che dopo 36 anni ti trovi in mano le briciole. Briciole buone, per carità, niente da dire, però dove eravate in Portogallo quando gli inglesi tappavano i Porto Vintage?


Razza di navigatori di piccola taglia, dimentichi di ciò che accadeva in casa propria per andare a curiosare altrove; popolo di due milioni di anime,  la metà partiti a conquistare il mondo dimenticandosi che a casa non era rimasto quasi nessuno a bagnare il prato o a difendere la virtù delle donne sole. Gli spagnoli non aspettavano altro, e gli inglesi pure. 


1977: 19/20mi  Declared by the major houses. An excellent vintage with a long finish and complex structure.

Promette bene, anche se la miglior riuscita fu quella di Taylor nella grande annata 1977: 94/100mi, a seguire Dow's 92/00/mi e poi questa, a 91.


Niente da dire, però chiuderla così piatta e rigida dando i numeri non mi sembra corretto: qui dentro c’è un liquido dal rubino brillante e rarefatto che brilla e schiarisce alla luce orizzontale del tramonto, e che poi si piega verso riflessi di mora al calare della luce. Qui, al naso, ci tiro fuori (dopo 36 anni dalla vendemmia e 34 dalla messa in bottiglia), e dopo mezzora dalla faticosa apertura; dicevo, ci tiro fuori un’amarena Fabbri Vintage 1969, abbandonata chissà perché dalla zia là in fondo alla dispensa, e un residuo di ciliegia sotto spirito più recente. Spirito uscito da un altare del Santuario di Fatima, che mi conduce ad altri segreti attraverso una navata Manuelina, un chiostro tardo Gotico ed infine all'altro altare: quello dei Templari nel Castello di  Tomar.

Mai stati a Tomar? Bravi, andate alle Canarie ad abbronzarvi...


Mi rincorre una culatta di cavallo argentino (non ancora sudato) e dunque una speziatura diversa dalle mie migliori scarpe dopo una lunga passeggiata; per  buona sorte diversa, ché può ancora ricordare la cannella e il macis, ma forse, ma anche se fosse solo rosa canina immersa in un potpurry? Dietro, di sottofondo, delle fave di cacao  e caffè dolce. Niente dolci, grazie lo stesso!  Così secco in bocca, alcolico, invita a tranciare un pezzo di Gorgonzola naturale, o a cucchiaiare uno Stilton non pastorizzato. Dalle pianure padane a quelle della Contea di Leicester (si pronuncia Lester, e il perché lo sanno solo loro).


Dopo il rito celebrato tra il Sacro e il Profano pure dell’incenso mi sale agli occhi, prima che al naso: forse perché non avendo bestemmiato nonostante la ferita provocatami dal metallo portoghese me lo sono ritrovato come premio, davanti all’altare dei Crociati partiti da Tomar, dove nascosero sicuramente anche questo segreto, non il quarto di Fatima, ma il primo del Porto.


C'erano anche le istruzioni per l'uso, scritte sul retro. Purtroppo non il luogo dove i Cavalieri si persero il Sacro Graal per una questione di Calendario Giuliano. Qui ci sono solo le regole del gioco: pensate prima ma incise nel 1979, e ancora validissime. Le ho viste dopo e le ho condivise. Spero si sia inteso tra le righe che per il Guardiano del Faro il Porto è Sacro.

Ringrazio ruffianamente i miei nuovi  amici della Cantina di Manuela di Milano, che questa bottiglia mi hanno ben conservato e cedutami ad un prezzo che per ritrovarla  alle medesime condizioni dovrei ripartire per l'Inghilterra, adesso. La bottiglia è finita, andate in pace. La polvere Vintage mi è ormai arrivata in bocca: eravamo polvere e polvere torneremo ad essere. Mi ripeto, andate in pace, ma se me ne trovate un'altra tra le Navate Manueline ve ne sarò grato, se no proseguirò fino a raggiungere le mura di Jericho.



gdf




12 commenti:

  1. travolto dalla corrente atlantica durante una tempesta al largo del Portogallo senza capire se si trattasse di un furioso Capitan Findus a governare il timone oppure il vero e primario gdf
    M

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  2. Vedi che cosa può provocare una bottiglia messa nelle mani sbagliate

    R

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  3. e che caz... come già finita ?

    e noi ?

    UGM
    U gianchettu milanao

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    1. si vede che non lo conosci bene :-))
      A

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    2. Io ho fatto un pò un casino. Ho stappato la bottiglia e il sughero si è sbriciolato (tra l'altro in pezzettini finissimi) finendo all'interno. Ho deciso di filtrarlo in una brocca con un colino e poi l'ho rimesso in bottiglia. Il vino è buonissimo, ma mi chiedo se ho fatto la cosa giusta.

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  4. Calma, calma, ne hanno imbottigliate un buon numero in quell'anno, e per nostra fortuna non ne sono state bevute molte, e pochissime in Italia, dove il Porto non è mai stato inteso per quello che è, e per quello che vale. Sicuramente se ne trovano anche di più integre: questa non era perfetta, quindi c'è margine ;-)

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  5. L'etichetta recita di conservare la bottiglia in posizione coricata a temperatura moderata e costante e tenerla in piedi diverse ore prima di servire il vino perchè il sedimento vada sul fondo ....mai ti avrei creduto così pignolo da coricarti con essa, metterti in piedi ed attendere la sera in evidente clima moderato e costante... se non fosse stato per il riflesso sul bicchiere in cui ti intravedo in pigiama e ciabattine bianche (hahahah)
    Stai in guardia, Guardiano!
    Alba

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    1. Guarda cosa mi sono dovuto inventare per far tornare Alba in versione commentatrice sul blog. Innanzitutto il vecchio Faro di Ar-Men ( so che non ne puoi fare a meno a lungo ), e poi le ciabattine da fuori doccia rubate in un Hotel .-)

      Ciao Alba, ben tornata.

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  6. Alba è la numero uno :-)
    Beppe

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  7. Ma come ha fatto a nascere in Portogallo Cristiano Ronaldo ed essere così alto

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  8. Io ho fatto un pò un casino. Ho stappato la bottiglia e il sughero si è sbriciolato (tra l'altro in pezzettini finissimi) finendo all'interno. Ho deciso di filtrarlo in una brocca con un colino e poi l'ho rimesso in bottiglia. Il vino è buonissimo, ma mi chiedo se ho fatto la cosa giusta.

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    1. A mali estremi l'arte dell'arrangiarsi aiuta, e poi quel che conta sarà il risultato ;-) quindi ....

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