mercoledì 26 dicembre 2012

Ci faremo le prugne cotte



- gdf 2013 -

Tanto sa già di suo di prugne confit e di cannella. Risparmiamo anche sulla speziatura o zucchero e saremo comunque sicuri che farà effetto.  Pensate che incubo. Trovarsi in fondo alla cantina una cassetta intera e intonsa di questa roba qui, di un grand cru di Corton 2003! L’annata tropicale, quella dei over 40 per 15 giorni, anche in Borgogna. Ma una speranza c’era guardando dove si trova questa vigna sulla tavolozza delle parcelle della Montagna di Corton. Giusto a contatto con il limite massimo di altitudine, dove comincia il bosco, a fianco delle parcelle più alte anche per lo Chardonnay, per i Corton Charlemagne grand cru.


Il produttore non è di primissima fascia, però è così bella quella casa che tutti conoscono,  che tutti hanno visto percorrendo il tratto di Route National che coincide approssimativamente con la fine della Cote de Beaune e  l’inizio de La Cote des Nuits. E anche il fascino e l'allure di luoghi e belle donne non è da tralasciare quando si fanno delle scelte.


Però no, dai, così non va: niente da fare con questa. A distanza di quasi dieci anni dentro questa bottiglia c’è un liquido dal colore rubino cupo con riflessi appena mattonati, che non sarebbe un cattivo segnale, ma cominciando ad avvicinarsi con le narici si rivela essere una cosa che potrebbe somigliare ad un Montepulciano d’Abruzzo di annata calda e di produttore di seconda o terza fascia. Con tutto il rispetto per il Montepulciano, ma qui di pinot noir di Borgogna c’è rimasto veramente poco. Alcool che spinge ancora sui 14 gradi, acidità in fase di spegnimento, tannino morbido, confettura di prugne alla cannella. Fosse un Cote Rotie, forse, ma invece è un Pinot Rotie, e allora facciamolo bollire con le prugne e svuotiamo la cassetta. Così si che farà effetto. Un amico nel momento del bisogno. 


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