- gdf 2013 -
Quella volta, per l’inaugurazione, il patron
decise di fare una cosa che continuo a sconsigliare, e cioè di far girare la
voce che per inaugurare il ristorante aveva intenzione di offrire un aperitivo
e qualche finger food in piedi a coloro i quali si fossero presentati in
quell’amena località. Località così defilata, così fuori mano, così distante
dai principali centri della zona.
Però, forse però lo fece scrivere anche su un giornale
locale, se no non mi spiegherei perché arrivò così tanta gente. Il semplice
passa parola in anni dove i social network non esistevano non poteva fare così
tanta eco da portare in quel villaggio centinaia di persone in un locale dove
erano previsti 30 coperti ai tavoli.
E fu così che il giorno dopo fu
necessario ridipingere parte della sala, portare dal restauratore un paio di
poltrone d’epoca ( in pelle ) perché vittime di bruciature di sigarette,
recuperare colli di bottiglie di Chateau Lafite e Mouton, e poi lavare il
pavimento dai residui odorosi di Paulliac.
In più, la proprietà aveva pensato bene di
riutilizzare un bellissimo armadio del ‘700, riadattandolo a “cave du jour”,
dove depositare una bottiglia per tipo di ogni cru da mantenere in piedi o
reclinata, ma comunque a temperatura ambiente. Altro grande errore.
Inutile dire che oltre ai danni a
mobili e immobile, all’appello mancarono anche alcune preziose bottiglie. La
situazione era andata fuori controllo, sia perché il numero degli ospiti era
sproporzionato alle dimensioni del locale, e anche perché non avendo mandato
inviti individuali e nominativi non fu possibile filtrare e intercettare alla
porta i presunti intrusi poi trasformatisi in vandali.
Mi raccomando, prima di organizzare un’inaugurazione pensateci tre volte.
Mi raccomando, prima di organizzare un’inaugurazione pensateci tre volte.
E adesso perché dovrei raccontare di
questa deliziosa e semplice trattoria di paese?
Perché era già successo ed è accaduto di nuovo. E anche stavolta ero stato invitato ma non ho potuto partecipare, così come l’altra volta. Un altro
locale, in un altro luogo, in un altro tempo.
Quella volta i danni furono ingenti, anche perché l’arredamento e le
bottiglie a portata di mano degli “invitati” erano di notevole valore. E
l’apertura regolare del locale fu posticipata per cause di “forza maggiore”
Qui invece ne sono usciti abbastanza bene, in
questa nuova trattoria di Taggia è andata meglio, ma è successo di nuovo che la situazione prendesse una brutta piega. Fai girare la voce a 50 persone e se ne presentano
500. Tutto sommato, a parte il fiume di vino rosso e di bollicine bianche passate negli stomaci, sui
pavimenti e sulle pareti, e a parte il ristretto numero di bicchieri
sbriciolati, dicevo, a parte questi dettagli stavolta è “bastato” ridipingere
il locale per poter riaprire dopo la sanguinosa inaugurazione, ma solo dopo
aver girato per il paese per recuperare i bicchieri abbandonati sui
marciapiedi.
Quindi alla fine tutto bene,
adesso il locale sicuramente lo conoscono tutti in paese, e anche nel
circondario la voce è girata. Volendo vederla con il bicchiere mezzo pieno è
stato un modo piuttosto efficace e originale, quanto imprevisto, per fare della
comunicazione in maniera alternativa. Quindi un in bocca al lupo ai titolari
del Cavallo Bianco di Taggia.
Locale che mi piace perché ripercorre una traccia persa nei decenni scorsi, tra high tech e slot che hanno tristemente sostituito il bicerin, il tavolo per giocare a scala 40, i piatti semplici della cucina locale e qualche buona bottiglia da versare, volendolo fare, in bicchieri da fighetti, per non dire della generosa scelta di birre Baladin che girano a fusti interi, da spillare dentro caraffe o capienti bicchieri.
La "sardenaira" lo snack ufficiale della Riviera dei Fuori ( qui in versione eccellente ) |
Appena uscita dal forno anche la focaccia al rosmarino |
Come diceva il mio amico Francone: io sono allergico solo alla roba grama, e qui non ne trovo... |
E neanche la torta di riso è finita: torta verde tiepida, e allora no? |
Qualche acciuga fritta con una goccia dei limoni del giardino di qui davanti |
Un tagliolino al ragù perché ci è venuto appetito al bar |
Un po' legnoso, ma lo buttiamo giù lo stesso ;-) |
Crostatina maison, così come tutto quanto sfornato qui, privilegiando i prodotti biologici per quanto possibile |
Fabio Lanteri ( il proprietario ) e Christian Ferretti ( il cuoco ) |
With The Baladin's Brothers |
Osteria Cavallo Bianco
Via della Rimemebranza - Piazza Cavour
Taggia (IM)
Nessun commento:
Posta un commento