domenica 29 marzo 2015

Pesca al fucile



Capisco quel senso disturbante di spezia se vivi a ponente, spezia dura da polvere da sparo nella frutta, ma lui pescava a due passi sott'acqua da quella Cala, proprio quella, a cavallo degli anni '60, dove per andarci in macchina ci voleva una comoda sella per non spaccarti il culo su un mulo, quando l'uso comune era un burro.

Proprio in quella Cala, dove comunque se ti ci cali ci cadi. Racconta, mi scende ancora, di spiegandomi senza tregua e scindendo più in basso. Ah, il pesce preso nella rete è come una mucca attesa al macello, fa fatica a dormirci sopra o dentro, stalle o reti,  stando li tutta la notte attendendo un destino certo sino fino al punto in cui il miglio verde gli sarà uscito dai visceri.

Invece il pesce sparato laggìù nel fondo sarà sicuramente più buono, come una lepre. A colpir là, col pirla all'arma. Assaggio, e lo ammetto ad esso che è al mio desktop: è proprio buono. Non ha sofferto, ad assaggiarle direi dino, proprio no, prese intere soffrono meno, in piè no, nel mezzo ... mhhhhhh che buono, per tutti e due.

E' cominciata di nuovo la stagione di caccia, non la prima vera ma l'ennesima, e alla stazione non sanno più cosa fare per ingannare l'atteso, loro che non guidano il treno, mail trend si; sanno bene come impallinarti senza un soffio alla canna dopo aver tirato il colpo, senza darti soddisfazione a mezzo scampo, fans dell'espresso per il funkhazistan. Fargaglie agliate, non altro.

gdf

Nessun commento:

Posta un commento