martedì 24 marzo 2015

Detto Fatto


Marco 50&50

Sto cercando di lavorare con la testa, ma la mente è da un’altra parte, la mattinata non rende come dovrebbe, non so se rendo l’idea, volendo essere ottimisti diciamo il cinquanta per cento, oggi pomeriggio, quindi, mi concedo una mezza giornata di ferie.



All’apparenza sto utilizzando un quarto del mio potenziale, ma l’apparenza inganna, un filosofo ha affermato che chi non ha per sé due terzi della sua giornata è uno schiavo, prima che la routine mi riduca in schiavitù, libero la mente, a seguire, il corpo dalle catene e dai link che con costanza maniacale ci costringono a percorsi obbligati fingendo di lasciarci libero arbitrio.
Ieri ho ricevuto un riconoscimento, non è il primo, dovesse essere l’ultimo poco importa adesso, quel conta, preme, spinge senza sosta i pensieri in direzioni diverse, è un solo fatto, l’apprezzamento arriva da una persona che stimo e giunge inaspettato almeno nei modi, che da privati sono diventati pubblici.
Le persone riservate, difficilmente lasciano in libera uscita momenti così intimi, se decidono di farlo lo fanno a quattr’occhi, quasi con pudore, senza lasciare tracce se non nell’anima.
Ieri, invece, è come se si fosse rotta una corazza che ostacolava l’andirivieni di emozioni costringendole a percorsi tortuosi  e meno diretti, c’erano state avvisaglie, sensazioni indicative&positive, quasi mai certezze, rispetto a doppio filo, il telefono che non lampeggia per decisione presa in comune in occasione della richiesta del certificato di amizia non ancora vidimato, qualche sporadica good vibration, qualche lampo di tastiera, nascosti lampi di genio,  certezze incerte.
Tracce.
Nulla per scontato, perché si paga tutto, prudenza.
Non dire gatto se non ce l’hai sul monitor.
Gatto.
Non fa le fusa ma non drizza il pelo.
Il giusto.
Alla tua salute.


E i descrittivi ?
Lasciamoli a chi nutre dubbi sul perché non ci telefoniamo e non abbiam bisogno di parole, le parole non servono nemmeno a me che le amo, quando il concetto di fondo non va a fondo ma emerge in trasparenza, come le persone che non hanno nulla da nascondere ma sono vere, magari ti colpiscono con un diretto al volto senza guantoni, niente malolattica, mai sotto la cintura però, sport nobile, l'animo di chi lo  pratica va di conseguenza.

Abbinamento?
Ininfluente, come chi, suonatore di chitarra o altro, comunque strumento, tentò l'attacco avventato, allora difendesti il mezzo toscano che non ha mai dimenticato e che oggi abbina un Riso&latte capperi croccanti e disidratati e liquirizia, tanto per non perdere di vista il Raspellone...

...con l'ultimo calice, un salmone in crosta, le bollicine persistenti, acide affilate come lame si aprono varchi leggibili oltre il buio menzognero del falso in bilancio e sulla bilancia dei sentimenti, alla tua.



M 50&50

2 commenti:

  1. Uno dei pionieri del biologico, Pinot Meunier in purezza, ottima scelta.
    ID

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    1. ;-)
      Per dovere d'informazione, supporto enogastronomico, Osteria Magenes che, rifornendoli sul posto, propone bollicine francesi cariche ma con poco ricarico.

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