martedì 5 aprile 2011

Domaine D'Auvenay 2012, la fin du monde

- gdf 2011 -

Forse ce la farò a festeggiare il decimo anniversario di rapporto clientelare con il Domaine di Lalou Bize Leroy . Forse, perché i cambi epocali in corso lasciano dubbi, angosce o per lo meno forti perplessità . La fine del mondo è prevista con stima per difetto al dicembre 2012, quindi non è questo il tema, perché per aprile maggio 2012 tutto quello che mi/ci darà da bere lo avremo già in casa e sarà dunque il caso di affrettarci e darci dentro senza pietà con Riedel e levatappi a raffica ravvicinata . No, il tema è un altro, perché io non credo che finirà il mondo nel 2012 ma saranno i grandi cambiamenti progressivi ad essere il tema dominante. Cambiamenti radicali sul medio lungo periodo individuabili singolarmente con il progredire di un certo modo di rivedere il modo di vivere. Per cui quello che ho visto stamattina quando è arrivato il postino mi ha scioccato non poco, ed è con i polsi tremolanti che mando questo messaggio nella bottiglia, lanciandola idealmente dalla finestra più alta del faro, perché se tutto dovrà andare bene sicuramente la bottiglia non si romperà.

Veniamo al dunque: non ci potevo credere, perché mentre l’evoluzione andrà in un senso in cui il Domaine d’Auvenay era già parte integrante con almeno due decenni di anticipo, adesso qualcuno ha deciso di prendere la direzione opposta. La lettera arrivata stamattina intanto non aveva più la mitica ceralacca rossa, fatto già sconvolgente, e soprattutto, ( Henry Leroy perdonali per quello che hanno fatto) si devono essere comprati una stampante a getto d’inchiostro per gli indirizzi dei clienti. Hanno etichettata la busta ! Ci hanno messo una etichetta adesiva con il nome e l’indirizzo stampato da un computer, pardon, dall’ordinateur ! ORRORE !

Saremo un centinaio di clienti privati al mondo, ma era indispensabile fare una cosa così ? Non andava più bene la bella calligrafia in punta di penna?

I misteriosi movimenti sismici registrati nelle scorse settimane in Cote d’Or trovano ora una spiegazione, la tomba di Henry Leroy deve avere fatto un doppio carpiato.



Quello che c’è dentro la busta e sicuramente anche dentro le bottiglie sarà invece ancora storicamente irreprensibile. Notre Dame du Chardonnay Santa Vergine del Pinot Noir ha tirato fuori una serie di cru per la fine del mondo che hanno pochi rivali.


Chevalier Montrachet 2001 , Criots Batard 2005 , Puligny en La Richarde 2002, Meursault Gouttes d’Or 2001, Bonnes Mares 2003, Mazis Chambertin 2006, ecc.. ecc. Ma purtroppo mancano ancora una volta i rossi 2005, messi via ad affinarsi per chissà quanti anni . Quando deciderà che saranno pret à boire saremo sicuramente già tutti morti. Intanto approfittiamo di questo bagno di Borgogna visionaria in vista della fine de mondo. I prezzi sono un aspetto secondario, tanto il valore del denaro perderà progressivamente il suo senso come lo intendiamo oggi. Per chi volesse dunque accedere a qualche flacone ( minimo tre per cru ) mi può contattare in privato, l’investimento minimo è 1000 euro. Io non prendo commissioni, ci mancherebbe, mi accontento che accada, come è sempre accaduto in passato, che chi si è portato a casa queste meraviglie ogni tanto si ricordi di condividerne una bottiglia con chi gli ha consentito di mettersela in cantina prima della fine del mondo. -gdf-


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