venerdì 1 aprile 2011

Acqua: arte concettuale o raccolta differenziata?

- del Guardiano del Faro -

Non vorrei andare a parare verso una direzione che probabilmente mi porterebbe a terminare il breve cammino in un vicolo cieco da dove poi non saprei come uscirne. L'acqua stavolta è un alibi. Non la digerisco, quindi la metto li davanti a scudo e a svantaggio di chi voglia continuare ad abusarne, facendo male al pianeta.

Dispongo di moderata conoscenza dell'arte contemporanea ma nel tempo in cui pensai di essere un figo comprai diversi pezzi disegnati da noti disainer che lavorarono proficuamente per Alessi. Non ci capisco niente di arte concettuale, e ancora meno di raccolta differenziata. Dove lo metto il tetrapak? Dove va messo Cattelan?

Ezio è uno dei barman che più apprezzo , oltre che per la sua innata classe anche per il modo con il quale la fa trapelare attraverso la generalizzata volgarità che lo circonda, che ci circonda. Facendo un sofisma sui nomi mi rendo conto di aver conosciuto ben pochi Ezio in questa vita. Il loro lato comune, e lo rivelo a loro insaputa, è quello etilico. Ezio, il barman, non l’altro più famoso, quello che avrebbe argomenti e classe certamente più importanti da manifestare ma sottintesi e mantenuti sotto i venti gradi. Non Ezio, il poeta dei Navigli. L’altro, questo Ezio che conosciamo in pochi, il barman, quello che ha un paio di lucidi lustri più di me ma applica delle risoluzioni ai problemi che mi fanno pensare bene per il futuro, perché in un periodo dove tutti quelli che incontro hanno ormai una manciata di anni meno di me , (tenendo prioritariamente conto che però sono stati svezzati con omogeneizzati invece che con le rane al burro di Georges Blanc) trovare una mente così briosa e inventiva in una persona che viaggia e si informa così poco mi conforta molto .

Per esempio, io e lui non partecipiamo da decenni ad una riunione condominiale, lui ci manda la moglie, io delego la vicina di casa che ha superato gli ottantacinque e che non si ricorda niente, neanche di esserci andata.



Prima di questo che vedete qui sopra o qui a lato, non so come vi esca la schermata, Ezio scoprì anche che dal collo di un doppio magnum di Philipponat si potevano infilare solo i centesimi raffiguranti la numero uno e la due, rendendosi però conto in seguito che con tutto il totale economico prodotto dal volume di monetine, detratta la quota pretesa dal contabile per alzare le diottrie, non sarebbe riuscito a ricomprare la medesima bottiglia piena del suo vero valore .

Quando Michel Bras decise di inventare il suo famoso tortino di cioccolato colante all'insaputa di suo figlio ne vidi di tutti i colori anche da parte di altri "trota" sparsi in acque di vallate diverse. Era con somma attenzione e rispetto che entravo in cucina di chef stellati che facevano il tortino cotto e finito, bello spugnoso, e poi lo scavavano per farci star dentro una crema inglese al cioccolato come si farebbe con un panino coppa e maionese, via la mollica, dentro il ripieno e poi ri-tappato con il fondo schiena del tortino, o del panino, per loro era uguale il principio.

Ora, le signore che hanno accettato mentalmente che una marmellata possa magicamente star dentro un croissant ma che sono rimaste all’oscuro di questi cambi epocali avvenuti all’interno di quella che loro definirebbero nouvelle cuisine e che vengono a bere il caffè da Ezio si chiedono come avrà mai fatto quel diavolo d'uomo a fare entrare i tappi dentro la bottiglia! Ma il trucco, lo sappiamo noi sognatori, è sempre il solito , è immaginazione condita di fantasia.

Questa immagine potrebbe essere usata anche come promo pubblicitario rivolto alla sensibilizzazione del popolo bue verso la raccolta differenziata della plastica, ma prima di ciò le signore che bevono il caffè dovrebbero scoprire come si fa a mettere i tappi di plastica dentro la bottiglia di plastica, magari prima di Cattelan , e intanto tornano anche per l’aperitivo, parlano di altro ma l’occhio cade sulla misteriosa bottiglia dell’Ezio.

Io cosa devo dire, dico che starei ore ad ascoltare quello che esce dalla bocca di queste signore, che però mi disturbano velocemente la mente tanto diventano monotone e di conseguenza poco interessanti . E' colpa loro, così facendo mi spostano il pensiero verso la misoginia .

Penso a Stefano, ciao Stefano! Il negoziante di frutta e verdura che riusciva a carpire dall'andamento di una vettura nel primo pomeriggio domenicale su una statale, se questa fosse diretta pigramente verso il parcheggio della suocera per il caffè della domenica pomeriggio. Stefano, misogino per forza quando una gentile cliente entrata nel suo negozio senza salutare gli chiese se poteva acquistare solo la metà di un anguria. Certo, gli disse Stefano. Bene replicò la cliente, allora mi potrebbe dare la metà che non ha toccato terra? Bisogna essere pronti in questi casi, perché o la mandi affanculo o ti metti a ridere fino all’orario di chiusura, mentre Stefano lo fu, fu pronto e serio nel dare la risposta : non è un problema signora, con noi Lei non rischierà mai di acquistare un’anguria che abbia toccato terra, le nostre angurie le acquistiamo da contadini che “allevano” le loro angurie in sospensione d’aria…

E allora caro Ezio sai che ti dico, che se ne esco vivo dai prossimi dieci anni di alcolismo questo bar te lo compro io, mi evolvo, mi metto a lavorare, ma così per lo meno risparmio l’iva su gli alcolici.




2 commenti:

  1. Questo blog periodicamente raggiunge punte altissime :-))
    B.

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  2. Gia',post scritto in sospensione d'aria,quasi quanto le angurie e Michael Jordan:-)

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