domenica 24 febbraio 2013

Crazy Horse


gdf 2014

Il vecchio se ne stava da solo a leggere il giornale su un piccolo tavolino circolare al bar della stazione. Ai due tavoli vicini, altri due pensionati appena tornati delusi dall’ufficio postale posarono la lettera ingannevole ricevuta la mattina stessa e si rifugiarono in un primo e in un secondo bicchiere di bianco secco non sapendo ancora che la loro delusione sarebbe stata condivisibile con altri nove milioni di italiani. Il vecchio si ostinava a leggere a voce alta il giornale senza occhiali, ma così facendo si doveva accontentare di svelare solo i titoli scritti più in grande ai due vicini di tavolo. Quelli che il direttore del giornale voleva si leggessero meglio.

Ai due vicini di tavolo non interessava nulla di quanto stava dicendo il vecchio, che così si mise a battere ripetutamente il dito su un titolo in particolare, riuscendo finalmente ad attirare la loro attenzione. Su cosa mi chiesi. Cosa faranno i grillini da martedì? Cosa ne faranno dei voti gli altri? Come andrà il derby di Milano? Che il debito pubblico francese sia peggiorato più del nostro? Che la Spagna sia e no fallita come la Grecia? A giornate si e a  giornate no.  No, siamo in Italia e quindi, che sia Franza o che sia Spagna, basta che se magna. Ma che se magna?


Eccolo il fatto più dirompente della settimana, la notizia più giornalaia della settimana: i controlli a tappeto su scala europea per cercare pericolosissime tracce di DNA equino dentro i ripieni bovini contenuti in lasagne, ravioli e tortellini venduti sotto un marchio italiano ma ormai di proprietà di una multinazionale svizzera che aveva comprato la materia prima di origine forse Britannica dopo una lavorazione può darsi fatta in Germania.

Oltre al vecchio al bar, anche gli altri due tra i nove milioni di italiani cominciarono a pensare al fantasma inesistente della crazy cow, immaginandolo pure più veloce in caso di crazy horse. Anche un allibratore londinese avrebbe (notare il sofismo giornalistico) manifestato preoccupazione per almeno tre motivi: per essersi probabilmente mangiato il suo lavoro e il suo guadagno giornaliero;  aver contribuito alla penuria di quadrupedi che non fossero mucche pazze o sane, ma comunque in grado di correre; e infine temendo di vedere ad Ascot un cavallo galoppare in contromano, tenendo finalmente la destra. Puzza di stallatico tutto quanto, di nuovo, come un vino biodinamico mal riuscito.



Ci sono odori che sembrerebbero cattivi di primo acchito, ma che se analizzati con il contributo del magazzino dei ricordi potrebbero invece rivelarsi piacevoli. Quell’autobus che apre le porte alla fermata per esempio, che solo avvicinandosi al marciapiede emana una miscela fatta da odore di gomma bruciata, freni affaticati, lubrificanti, idrocarburi sotterranei e sudore umano. Che non sarebbe granché da leggere, ma che a me  ricorda il ritorno a casa dopo la lunga e noiosa mattinata passata a scuola, quindi positivo perché liberatorio.

Oppure l’odore di benzina un po’ bruciata e un po’ no, digerita in parte da un carburatore mai tarato al punto giusto, perché potesse finalmente prendere la giusta dose di super, di Bardahl e di ossigeno. Odore che a me ricorda una buona miscela fatta di libertà, Bardahl, Super e aria; su un Ktm che attraversa sentieri nei boschi.

O ancora l’odore di tangenziale, che a Bordeaux chiamano goudron, e che a me ricorda il bouquet di un Haut Brion ’61 invece dell'esalazione del caldo catrame percorso da mille Tir sotto il sole estivo.

Ci sono giorni che quando apro il giornale e leggo con quale enfasi vengano martellate giornalmente le medesime non notizie, invece dell’odore di carta e di inchiostro io sento odore di fogna, che riesco ad associare solo alla fognatura e a quello che ci passa dentro.

Perché, sai com'è, se l'ha detto il telegiornale, ci sarà anche scritto su un giornale, e poi su un altro che correderà la pochezza della notizia con immagini ad effetto; e poi il tutto rilanciato dall'agenzia di stampa e ripreso dalle testate più piccole, a caduta, fino a quando la bolla si sgonfia, come quando finisce una tregua elettorale da riempire.

Situazioni che fanno parte di quei meccanismi istruttivi che gli ingenui continuano a non voler capire, perché è irrilevante l'importanza dei contenuti della non notizia, quello che conta e continuare a sostenerla, l'uno con l'altro, tutti i giorni e a tutte le ore, alimentandosi a vicenda di notizie infette, quelle si, quelle che fanno ammalare il cervello.


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