giovedì 7 febbraio 2013

Aralcader : il grande Nebbiolo che non aspettavo più



 del Guardiano del Faro


Ormai non lo aspettavo più, perché se l’ho avuto davanti al naso per non so quanti anni e non me ne ero accorto, ormai poteva diventare veramente troppo tardi. Dalla finestra di casa, non del faro –che non è in vendita- ma da casa mia, dalla finestra del bagno o dal balcone che dà sulla collina, sui vigneti, e pure sul Castello. C’è anche lo Chateau !?! e si vede bene accidenti! ma come avevo gli occhi? foderati di nebbia?

Chi sa la storia sorriderà; chi non la sa non scorra con distacco queste righe, perché si potrebbe perdere qualche cosa che è più di una curiosità enologica, così come stava accadendo anche a me. Aralcader: non Avalon e neppure Samarcanda, ma semplicemente Clara Reda, scritto al contrario, per un vino che piuttosto che al contrario va semplicemente "oltre". Etichetta dedicata alla madre dall’attuale proprietaria: Maria Chiara Reda. 

Azienda Agricola Clara Reda, al Castello di Montecavallo, costruito tra il 1830 e il 1840 sulla colline biellesi; si, un vino delle colline biellesi. Ma nessuna grande sorpresa a dire il vero, perché da queste parti la tradizione non manca. Verrebbe voglia di citare il solito Veronelli anche in questo caso, che come spesso gli capitava, arrivava prima degli altri a capire il valore delle cose, compreso il vino di qualità che si è sempre fatto su queste colline. Per esempio uno Spanna di Vigliano 1964, meglio anche di un 1961, di un 1967 o di un 1970, secondo lui, qualche centinaio di metri più in là, proprio davanti al balcone da cui scrivo stasera, davanti a Villa Era.

Castello di Montecavallo

Dal sito dell’ Azienda: "Le nostre cantine storiche hanno una stanza enorme al piano superiore, che, in passato, veniva utilizzata per asciugare le uve in modo da concentrare gli zuccheri, profumi e tannini. Era un modo di fare un vino veramente di alta qualità. Nel corso degli anni questa tradizione è stata un po' persa in quanto richiede un sacco di tempo e molta pazienza..."

Conosco dall'altro giorno l’uomo del vino, l’uomo che fa questo vino, 300/500 bottiglie l’anno. Abbiamo una dozzina d'anni di differenza, e questo mezzo gap generazionale potrebbe spiegare perché non ci siamo mai conosciuti prima nonostante siamo vissuti per molti anni nello stesso comune, a poche centinaia di metri probabilmente. Andrea mi spiega: "la vinificazione inizia con la schiccatura a mano dei grappoli, quindi si avvia rapidamente la lentissima fermentazione al freddo dell’inverno che impreziosisce il vino di una moltitudine di aromi delicati e fini e lo rende molto elegante…"



Andrea Manfrinati è al Castello dal 2005: condivido alcuni bicchieri di questo vino dal colore giustamente scarico e rarefatto, dai profumi di marasca, ciliegia sotto spirito e cannella. Mi fermo al terzo descrittivo perché non voglio prendere in giro nessuno. Questo è un vino serio che va bevuto con criterio. Sono circa 16 i gradi, ma come tutte le volte che accade di assaggiare un vino equilibrato non si avvertono, almeno sul breve periodo. Il tannino da queste parti è già docile di suo, e quindi si fonde ancor meglio in una vinificazione da uve stramature migliorandone anche la bevibilità. Un vino nobile, pieno, territoriale, equilibrato. Degno di un Castello.






Vi vedo, a cercare riferimenti, subito a rovistare nei cassetti della memoria per individuare qualche cosa di simile, qualche vino da paragonare, anche solo per capire di che cosa stiamo parlando, pur senza avere davanti il bicchiere. Qualcuno starà pensando ad un Amarone non troppo concentrato, mentre secondo i miei riferimenti un paragone non troppo azzardato potrebbe essere rappresentato da un vino di Ar.Pe.Pe: il Sassella Ultimi Raggi.



Insomma, bisognerebbe provare a berli insieme per vedere l'effetto che fa. Quindi tornerò a breve dove questo vino si trova, perché Andrea e Pamela hanno un negozio di prodotti quasi esclusivamente biellesi aperto da un paio di mesi proprio davanti alla Chiesa dell'Assunta di Vigliano Biellese, giusto a metà strada tra casa mia e quella di Monsieur le Directeur, che sicuramente conoscerà questo vino.



Chiudo con una sintetica carrellata di immagini dei prodotti selezionati e provenienti dalle colline e dalla pianura dominata dai rilievi che la incorniciano. Tante cose, tanti temi, tutti coerenti, a tratti commoventi: tessuti, sciarpe, cappelli, libri, formaggi, tè, caffè, vini, birre, liquori, erbe, latticini, riso, dolci, salumi, conserve... Tutto proveniente dal raggio di una ventina di chilometri da qui. Un lavoro veramente encomiabile quello che sta facendo Pamela mentre Andrea si dedica alle vigne circostanti, dalle colline Biellesi fino a quelle del lago di Viverone, dove un altro vino molto particolare sta assumendo caratteri propri, l'ultimo che assaggeremo in fondo a questo post.



















La frizzante Pamela


Antica Bottega Biella
Via Senatore Avogadro, 17 - di fronte alla chiesa...
Vigliano Biellese (BI)

tel: 015 8123307

-gdf-

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