giovedì 24 maggio 2012

Il Blogger e la prestazione d’opera intellettuale


Non sono né avvocato né consulente del lavoro e quindi ho interessato un professionista perché possa tentare di spiegarmi le cose prima di procedere, anche perché non credo ci siano sentenze a riguardo, e quindi nessun precedente. Ripeto, forse. Ma non ne sono certo, quindi se altri blogger leggendo qui volessero riportare questo post anche altrove ne sarei felice; se questo allargare il tema al villaggio globale potesse portare a chiarimenti sarebbe un bene per tutti.

Quello di cui sono certo è che migliaia di persone possano essere interessate all’argomento. Perché ci sono migliaia di individui che hanno prestato la loro opera sul web a beneficio di  migliaia di titolari di blog, senza aver percepito nulla in cambio.

Il punto da cui è partita la questione è stato sollevato ieri da un post apparso sul blog di Luciano Pignataro che riguardava l’uscita di scena del direttore del www.ilmangione.it Andrea Guolo, e in cui Guolo faceva notare – tra l’altro - che in dieci anni di lavoro continuativo non ha mai percepito nulla: nessun introito diceva di aver mai ricavato dal titolare del blog.

Il blog  è una forma di comunicazione individuale, il proprietario è uno, e lo utilizza come meglio crede sotto la sua responsabilità. Ma se questo affida le chiavi d’accesso ad un’altra persona perché ci possa lavorare sopra con continuità e a beneficio del proprietario che succede?

Che poi il proprietario del blog ne ricavi utili da pubblicità, di immagine, di fama o di puro gusto edonistico diventa addirittura secondario. Prioritario rimane il fatto che la prestazione d’opera intellettuale e continuativa da parte di chi è stato incaricato a lavorarci sopra, provvisto delle chiavi e dei codici d’accesso, credo vada retribuita.

Perché il soggetto ha comunque fornito una prestazione d’opera intellettuale continuativa richiesta ( se no le password non le avrebbe avute), quindi onerosa, e che quindi andrebbe pagata, a meno che ci sia uno scritto che dimostri il contrario, e cioè che l’individuo che ci ha lavorato a beneficio del titolare del blog abbia messo nero su bianco che lo stava facendo gratis quel lavoro, e non il contrario.

E’ successo a molti che leggono credo, e anche a me. E adesso come la mettiamo?

Se ci sono idee o pareri in merito vi sarei grato, così come di far girare per il web questo tema.
Passate parola.

Grazie

gdf

15 commenti:

  1. Prima di interessare il professionista, spero che tu abbia chiesto se il consiglio te lo darà gratis o a pagamento onde evitare di portare avanti una causa che nel nostro paese è da sprovveduti. Qui da noi si campa o di gloria o di furbizia: una volta scelto di operare per interesse o per diletto, è inutile avere rimpianti quando non si ha avuto fiducia in noi stessi abbastanza da chiedere una qualsiasi forma di compenso per una "prestazione d'opera intellettuale". Per reclamare giustizia bisogna avere le carte da far fagocitare ad avvocati e tribunali ed una salute di ferro per affrontare le conseguenze delle avversità. Il sig. Guolo mi pare che abbia tratto diversi altri benefici dalla sua gratuita collaborazione oltre che aver maturato abbastanza esperienza per farsene uno suo di blog, la domanda è: senza quell'opportunità collaborativa, oggi potremmo discutere del suo accaduto? Quanti conoscerebbero Guolo? Si dia un valore e si venda ora.
    Alba

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  2. Anche a Bosman diedero del visionario,invece...

    Certo, poi la palla non gliela fece più vedere nessuno, però una certa soddisfazione secondo me vale di più del denaro. E quando non lo fai prioritariamente per denaro c'è sempre qualcuno pronto a giocarsi le tue e le sue carte, senza pensare prioritariamente al denaro. Quello arriverà di conseguenza se si è agito con convinzione e argomenti inattaccabili.

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    1. Credo sia la stessa motivazione con cui gli azionisti minoritari di Faceboock stanno cercando di attaccare chi gli ha venduto le azioni senza dirgli che sarebbero state oggetto di speculazione nei primi tre giorni di quotazione in borsa: come vedi c'è chi ha bisogno di dieci anni, chi di uno, chi di tre giorni per realizzare che sopra di noi c'è sempre qualcuno più, diciamo così, addentrato...
      Alba

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    2. Guarda, sarà solo e proprio questione di tre giorni.
      Attendo spiegazioni, poi si vedrà.

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  3. ci sta, eccome se ci sta a provarci
    B

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  4. Bisogna vedere quale scopo sociale aveva il Blog. Ci sono tanti blogger che tentano di iscriversi come onlus per non dover pagare tributi in quanto sanno dall'inizio che non ricaveranno niente palanche.

    F.

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    1. Si, la onlus non ha scopo di lucro, ma chi guida la loro ambulanza avrà pur diritto ad uno stipendio per tirare avanti

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  5. Beh... il caso eclatante invece esiste. Si chiama Huffington Post. La signora Arianna nel giro di sette anni (grazie ai suoi collaboratori) ha svulippato il blog in una maniera sproporzionata prima di venderlo ad AOL per 315 milioni di dollaroni. Una bella torta che si è messa in tasca tutta per lei. Il suo problema ora è che chi ha contribuito con la sua opera intellettuale a far crescere il blog adesso ne vorrebbe almeno un fettina ;-))

    M.

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  6. M. mi ha tolto le parole di bocca:-))
    qui c'è un link alla vicenda
    http://daily.wired.it/news/internet/2011/04/13/class-action-huffington-post.html

    Un saluto
    Gabriele

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    1. Un saluto e un grazie a voi per il contributo.
      Ciao Gabriele, à très bientot, o come si diceva, à bientot les amis, quelli veri

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  7. Dunque dunque....

    Per aggiornamento di tutti quanti, vi propongo di leggere questo

    Però la questione rimane molto aperta, e il promotore della class action di cui sopra tramite il suo blog sta provando a radunare blogger da ogni dove per tentare di regolamentare la tematica relativa alla loro possibile/necessaria remunerazione. Eccolo qui

    Andrea

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    1. Questo passaggio:

      "Stiamo usando la denuncia per dar vita ad un movimento e ad un’organizzazione che punta ad unire i blogger e stabilire uno standard per la loro remunerazione, perché l’idea che i creatori individuali debbano lavorare gratis è come un cancro che si sta diffondendo sempre più”.

      E che finisca l'epoca in cui tanti piccoli ingenui facciano grande un furbo.

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  8. Sono curioso, Roberto. Che carte hai in mano? Settebello o due di picche? Jolly mi pare dura:-)

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