- gdf 2012 -
All’interno delle tre giornate
romane di Cooking for Art c’è stato anche modo di assaggiare diversi vini più o
meno buoni, più o meno interessanti, ed ascoltare i commenti di alcuni guru
della comunicazione del settore. L’affermazione che più mi ha colpito è stata
fatta da una giornalista del sud che ha definito un vino dolce calabrese (molto
buono secondo me) con un solo aggettivo: barocco. Da lì è partito il gioco
delle parti, nel senso che il barocco calabrese è meno noto di quello salentino
e via di questo passo. Dal senso al doppio senso il percorso è breve, quindi perché non percorrerlo.
La cosa mi ha incuriosito, e così scrivendo il pezzo su Glion mi sono sorpreso a suddividere in categorie
alternative i diversi Champagne che più spesso mi è toccato di bere in questa
mezza vita. Chiaro, lo Champagne che non deve chiedere né permesso né scusa è
Krug. Come sanno i miei amici, Krug non ha bisogno né di me né di voi, perché
Krug “è”.
Poi esistono altre categorie
diversamente interessanti, nel senso che possono tornare utili in momenti
diversi da quelli introspettivi ed autocritici, insomma, quando non hai voglia
di guardarti dentro. Quindi, in caso di serata tosta, come dicevo poco fa, ci vuole un Krug per
imbarcarsi in un trip critico verso il centro della propria anima senza l'ausilio della malolattica, ma se gli scopi sono diversi meglio rivolgersi
a Champagne retorici, ruffiani, o tacco 12.
Ma che cos’è la retorica? Quando si parla di retorica normalmente si va per esempi, perché noi tutti non ne abbiamo ben chiaro in mente né il concetto né la definizione. Mi viene in mente per esempio un noto giornalista del vino che conduce un blog molto seguito, e che ama fare le domande al suo pubblico mettendoci dentro anche la risposta che vorrebbe avere indietro, se no se la prende. Questo è un caso plateale di retorica, diversa da quella definizione generica che recita, più o meno: L’arte del parlar bene, nel senso della costruzione di un discorso che porti alla persuasione occulta il nostro interlocutore.
Ma che cos’è la retorica? Quando si parla di retorica normalmente si va per esempi, perché noi tutti non ne abbiamo ben chiaro in mente né il concetto né la definizione. Mi viene in mente per esempio un noto giornalista del vino che conduce un blog molto seguito, e che ama fare le domande al suo pubblico mettendoci dentro anche la risposta che vorrebbe avere indietro, se no se la prende. Questo è un caso plateale di retorica, diversa da quella definizione generica che recita, più o meno: L’arte del parlar bene, nel senso della costruzione di un discorso che porti alla persuasione occulta il nostro interlocutore.
Il retorico è quindi qualcuno che
scrive e parla molto bene, cha sa costruire un concetto attraverso una esposizione
forbita e condivisibile, ma non lo fa per esprimere un concetto pulito, lo fa
per portarci consapevolmente a pensare come vorrebbe che noi pensassimo. Il suo
scopo ultimo è convincerci che la sua tesi è quella giusta, unica e
inappellabile. Insomma: è un Dom
Perignon
Il ruffiano non bada neppure alla
forma, lui fa il servile platealmente per ottenere in cambio qualche cos’altro.
Fa anche da tramite tra le persone per far si che queste si incontrino, ma
sempre per averne indietro un compenso e se le cose non vanno come vorrebbe si allontana elegantemente temendo di prenderselo sotto la coda. E’ un rosé di solito, un Comtes de
Champagne, un Blason de France, un Ruinart o qualche altro che conoscete già,
perché ne è pieno il mondo di ruffiani.
La malolattica in questa teoria c’entra
in maniera importante, perché di persone che non hanno fatto la malolattica non
ne troviamo molte, mentre di Tacco 12 si. E qui rivedo una serata con vestali
abbigliate di soli veli di seta arancione e tacco alto. Arancio, come l’etichetta
di Veuve Clicquot, anche se per me la principessa del Tacco 12 è l’Exquise di
Selosse.
Là in alto, con Krug, Salon e
Bollinger tengono duro, cercando di tenere a bada retorici e ruffiani,
tenendoli a distanza di sicurezza, cercando il più possibile di resistere dalla
sempre possibile contaminazione.
- gdf 2012 -
Grande Guardiano !!!!
RispondiElimina.
Ciao
Un litro di Vorberg a effetto immediato!
RispondiElimina:-) :-) :-)
RispondiEliminaquanto immediato?
Marco
Dodici minuti di tastiera furiosa.
RispondiEliminaUn po di ruffianeria gratuita sarebbe gradita anche nei nostri confronti. Anche se io e lui abbiamo un appuntamento domani, non si potrebbe avere qualche volta un frame di Daniel Craig, basta uno sguardo, giusto per seguirti più volentieri.
EliminaAlba
Ti piace il Craig? Un Bond inglese con la faccia da russo?
EliminaPotrebbe essere quello seduto davanti alla Schiffer?
Mah, di Roger Moore non ne sono più nati...
Ah, se qualcuno stesse spaccandosi la testa per capire a quale giornalista blogger del vino alludo, posso dirvi che non è quello, non è quello, credetemi. E' un altro. Le apparenze ingannano spesso.
Il Roger che mi piaceva era quello di Attento a quei due in coppia con Tony Curtis. Questo Bond mi trasforma il sangue in vodka con conseguenze devastanti per almeno tre mesi dall'ultima visione, mi toccherà andare in rehab dopo considerando la presenza nel cast di Bardem... ora si che mi si spacca la testa come un melograno....
EliminaA.
Ecco, bravi, meglio dettagliare, perché di retorici e tacco 12 ce n'è sono di più di solo retorici :-)
EliminaGG
Quindi non ti stai riferendo a 1000bolleb?
RispondiEliminasai l'unico champagne di cui lui ed io condividiamo la passione è charlize teron rosè.
cmq va bene anche la schiffer e le eva. la nanerottola rossella johanson la lascio ad altri.
F.
…”lamareggiata” è finita adesso ti diverti un po’, d'altronde se per alcuni il DDL n.3491 è fonte di preoccupazione, per altri è stimolo e fonte di piacere ancora maggiore arrivare al bersaglio con una freccia dalla traiettoria inconsueta.
RispondiEliminaVedi mia mamma era una di quelle poche persone che non hanno fatto la malolattica, nemmeno quando minor asprezza sarebbe stata auspicabile, adesso capisco che mantenere la dignità durante il primo ma soprattutto il secondo tempo e gli eventuali supplementari non è da tutti e che quando si ha la fortuna di incontrare certe persone bisogna accettarle, anche se la corazza da armadillo la tolgono poco e malvolentieri…
marco g.
p.s. : un comune amico non ha ancora preso un libro che gli interessava accantonando la mezza idea di farselo autografare ma, traballando sul tacco 12, ha scelto di andare di persona a conoscere l’autore
Grazie Marco, è stato un piacere condividere la tavola. Quel decreto non mi preoccupa, ho già alzato l'asticella di una spanna, ci vorrà più forza,più attenzione e migliore anche la tecnica. Tanto, per quel che ho da fare, perché no? ;-)
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