martedì 9 ottobre 2012

Un altro io


 - del Guardiano del Faro -

Nel senso allargato del concetto nascosto dietro al fascinoso termine di “alter ego”, ma non conoscendo né latino né greco mi fermo ai primi danni. Un altro io inteso in maniera aperta all’orizzonte, e che quindi non deve per forza essere una cosa, un oggetto, una situazione, o infine - come comunemente inteso - un’altra persona che ci somiglia molto, a noi o a qualcun altro: per carattere, fisionomia, stile, voce, o appeal.

Trash post e junk video si potrebbero specchiare?  Si, perché uno pensa così dell'altro, anche se poi visti dal di fuori sembrano molto diversi, uno può piacere, l'altro no. Qualcuno avrà notato che non ho ritenuto di "giustificare graficamente il post" come faccio d'abitudine, appunto, d'abitudine.

E’ possibile che in ognuno di noi esista una parte diversa da quella che noi stessi conosciamo, quella che non offriamo a chi ci conosce, quella non in vetrina.  Oltre questa linea di confine c’è un brandello di personalità che la vede in maniera leggermente diversa, magari proprio quella parte che ci suggerisce di comportarci in un modo diverso da quello consueto. Ma non riconoscendola rimaniamo troppo statici, per non dire distanti.

Troppo incasinato come pensiero? Ottimo, allora sto raggiungendo il mio scopo.

Similitudini, complementarità, assonanza, risonanza, empatia, antipatia,  oppure lo stesso modo di "essere" semplicemente spostato in una diversa situazione, o in un diverso spazio e tempo. Individuarne le tracce negli altri è divertente quanto sorprendente; incontrando il proprio addirittura inquietante. 

Facile vederlo negli altri, come mi è accaduto salendo a Castel di Sangro  associando mentalmente i luoghi circostanti e poi anche la cucina di Bras e Romito, ma questo può essere solo un fatto emozionale, tutto da spiegare ma tale.

Ripensare a Pierangelini passando davanti al ristorante del Masieri sarebbe forse solo una similitudine caratteriale oltre che professionale a far scattare la molla e farmeli risuonare in forma sovrapposta. Bere un bicchiere di Gevrey Chambertin di Bernard Dugat-Py e uno di Barolo di Roberto Voerzio è un'altra sovrapposizione di frequenze ordinate ed armoniche, alter ego riflesso in un modo di fare il vino, loro, e di percepirlo io.

E ancora, volendo fare da chaperon tra persone che secondo me si dovrebbero incontrare,  uno  a beneficio dell’altro, come vorrei succedesse tra Christian Milone ed Edouard Loubet, perché io la vedo la luce riflessa, uno spiraglio stretto, ma c’è, un alter ego spostato spazio tempo complementare che io vedo.

Il profilo di Antonio Santini, incarnazione di Imperatore  Romano alla conquista della Gallia: Giulio Cesare. Lo stile anni trenta di Lorenzo Viani e il nobile Tadeusz de Lempicky, quello ritratto in alto dalla moglie. Albert Einstein e Davide Scabin, ma questa era facile: genio irriverente, da mettersi a stampare magliette del David della  Death Valley con la linguaccia.

Facile quando sei tu ad individuare i soggetti protagonisti di questo gioco della parti, perché si potrebbe andare avanti all’infinito come in un passatempo da spiaggia per  far finalmente arrivare l’ora del  primo gin tonic o del primo rognone al gin. 

Diverso è quando lo dicono a te che hai un alter ego, e andando  a leggere il come, l'argomento e lo stile di scrittura non sai più se piangere o se ridere: allora un po’ ti inquieti, perché la prima cosa che potrebbe venire in mente a chi legge sarà sicuramente  chiedersi chi ha copiato chi, mentre ti tranquillizzi guardando le date di pubblicazione. Ma può succedere, anzi è accaduto in due fasi diverse di spazio tempo, ma è comunque dura guardarsi allo specchio senza farsi le boccacce. Anche  perché potrebbe risponderti lui - lo scrittore americano - oltre all'altro io. In tre? Oddio,il triangolo no !

Che non sia veramente l'alter ego a mostrarci quello che siamo?  Perché è la parte più spontanea di noi, la parte che anche se noi non conosciamo bene, a volte è proprio quella che riesce a chiarirci le idee, a farci trovare finalmente la soluzione, ma non ho capito di quale problema. Ma era una Rover, una Jaguar o una Shaguar quella che usavo per andare in giro a fare il Phigo ? Ero io o il mio alto ego?
                                                                                               




4 commenti:

  1. alla fine non hai detto nulla ne di te ne dell'altro te, però hai scritto bene.ti chiedi mai chi sei davvero? io si, molto spesso in questo ultimo periodo.... mentre sto alla pressa ci penso, a sta roba dell'alter ego, poi ti comunico che ho pensato.

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  2. E fossero due blogger??
    B.

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  3. Oh! Si, sarebbe anche facile da come sono stati così vicini alla nascita e poi opposti ma riflessi, ma non posso contare sul loro senso dell'umorismo, e quindi mi astengo mentre loro si attraggono e si respingono :-)

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  4. ci ho pensato. ho un alter ego, e mi sta pure sulle palle, come me certe volte ;)

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