Testo di Giancarlo Maffi. Introduzione e foto del Guardiano del Faro
Nel 2012 anche l'ultra ottantenne Madame Lalou Bize Leroy ha abbandonato la stilografica, la pergamena e la ceralacca, e poi mi ha mandato una mail elettronica ringraziandomi sobriamente per la citazione di lei e dei suoi Domaine, capitolo che apparentemente sovrasta gli altri nel libro sui vini francesi del Guardiano del Faro che gli ho consegnato con dedica qualche mese fa.
Non so cosa pensare rileggendo questa mail che ho incorniciato e appeso qui al faro, mi rimane il dubbio che la cosa la abbia emozionata solo formalmente. Ma veramente poteva pensare che mettessi lei in copertina invece di Brigitte Bardot?
Dopo la consegna a Auxey, dall'Abbazia di Citeuax si sono alzate folate di fantasmi cistercensi, verosimilmente gli autentici autori del miracolo dei lieviti biodinamici piombati sui suoi vigneti, ma alla fine secondo me solo uno di loro ha lasciato il segno: un camionista che si è fermato a pisciare birra a bordo strada, contro il muretto di Clos de Vougeot.
Non la ostento (la mail stampata) perché di effetti speciali e di assolutismi ne è già pieno il web, ma alla fine come vedete ho ceduto anch'io alla moda dei titoli urlati, anche perché questo post va in onda in eurovisione con il blog di Luciano Pignataro, e quindi il titolo dovrebbe già essere buono anche per il suo blog-saloon, fosse pure lanciato dentro improvvisamente, durante una sanguinosa rissa combattuta a colpi di boccali di aglianico e pinte di falanghina frizzante. Si, questo pezzo va anche lì, come è giusto che sia.
La missiva di Giancarlo Maffi la potete vedere, risale a ieri e non al fin de siècle ottocentesco; ha stazionato qualche ora nelle varie stazioni di posta sul percorso, il croissant geografico che ci divide. Hanno cambiato il cavallo, più di una volta credo, almeno a giudicare dai morsi da fame trovati agli angoli della busta, ma infine il plico è giunto al faro. Ho frantumato con gentilezza la ceralacca del Convento e mi sono inginocchiato pregando di fronte alle macchie di sangue lasciate dalle stigmate del Frate di Bargecchia prima di cominciare pazientemente a leggerne i contenuti.
Avevo dei cerchi da chiudere (e anche alla testa trascrivendo le miniature versiliesi), quindi prima di tutto consegnare il libro a Giancarlo con dedica "al Fomentatore". Intorno a questo evento che sentivo importante concludere sono accaduti altri fatti particolari. In due giorni mi è apparso due volte Dom Perignon, dopo di che ho ricevuto, e ho anche risposto, a due telefonate che provenivano da due numeri che non apparivano più sul mio display dal almeno un anno e mezzo, o anche di più.
Rifiutata l'offerta di stigmate è poi girata un'energia diversa, frizzante; e allora ho voluto assecondarla. L'anno scorso avrei fatto causa ad alcuni di questo piccolo mondo, ma sono Il Guardiano del Faro, non Don Chisciotte. Fari e non mulini a vento, e soprattutto senza Sancho Panza che mi consiglia, mi indica i pericoli e mi sedimenta le emozioni terrene dove vado? E allora resto sul faro, cambio di nuovo la lampadina, do da mangiare ai gabbiani, asciugo col phon gli scogli; tiro un pugno sulla tastiera ma tiro avanti, come tante altre volte, perché non si sa mai, ti sembra di girare a vuoto e invece poi ti appare un angelo in completo grigio che fa di nome Andrea Cornelli che ti dice: ci penso io Roberto, mandami il testo.
Buon proseguimento con Maffi's man, Il Fomentatore del Guardiano del Faro; io quel che potevo fare l'ho fatto, c'è della placenta tiepida per terra, occhio a non scivolare, andate oltre, e se ce la fate a uscire dal labirinto ci si rilegge alla fine. Grazie Pigna, grazie Maffi - gdf -
Buon proseguimento con Maffi's man, Il Fomentatore del Guardiano del Faro; io quel che potevo fare l'ho fatto, c'è della placenta tiepida per terra, occhio a non scivolare, andate oltre, e se ce la fate a uscire dal labirinto ci si rilegge alla fine. Grazie Pigna, grazie Maffi - gdf -
"Scena prima, atto primo.
La domenica prima, al concorso di
Luigi Cremona per lo chef Emergente del Centro stavo là seduto in giuria, con Leo
Ciomei a fianco. Luigi “Pippo Baudo” Cremona, il critico gastronomico con tutte
le qualità per presentare il Festival di Sanremo (cit), non molla un colpo da
mezzogiorno e decreta il vincitore di una cosina divertente; a latere, per non
annoiare eccessivamente gli astanti, Luciano Zazzeri, solido e carismatico chef
di quella che lui chiama “baracca”, in quel della Marina di Bibbona, sbaracca
il campo doppiando tutti con una perfida genialità da beach-food: la polpetta
di caciucco! La “disfida della polpetta” è stata vinta 18 a 2 ( uno non può votare a
suo favore per sportività e l’altro è Lido Vannucchi ).
Il sotto pirla ( Equipe ‘56 )
cinque minuti prima chiedeva al super-presentatore Cremona di nominare
vincitore lo Zazzeri, Equipe ’56, per acclamazione. Tanto bastavano le
espressioni dei giurati, e soprattutto delle giurate, delle quali non si
afferrava bene se godevano più del sapore di quella inarrivabile polpetta
oppure dal desiderio di armare quella benedetta paletta per decretare l’affascinante
barba di Luciano vincitrice in sala e forse anche in luoghi più intriganti ( di
fronte all’ex pescatore della Pineta si sta affievolendo, diciamolo, anche per
sopraggiunti limiti di età, il mito di Lorenzo Viani, il tombeur des femmes
più noto dell’alta costa tirrenica), insomma, abbraccio lo Zazzeri, ma non
prima di essermi sbafato una quindicina di polpette, ma lui mi ghiaccia: “Maffi!
Sono arrabbiato con te, è una vita che non passi da me.”
Ha ragione e ripenso a tutte le
domeniche a pranzo che volevo raggiungerlo, ma la vita è strana, diciamo così…
il Ciomei, dietro di me a un passo osserva. Un cenno d’assenso veloce: è fatta!
Atto primo, scena seconda.
Casa mia, si parte, un saluto a recenti amici, un giardiniere di
nome Massimo con la maschera di Cipputi uguale, il suo canino Marcello, un
mito. Toh! Chi c’è!! Le Gardien du Phare, con il suo libro sui vini francesi,
in ritardo di sei mesi sulla consegna. Lui preferisce ormai gli osti di
Monopoli. E’ la solita storia di asini e cavalli o chiacchiere e distintivo
Atto secondo, scena seconda.
Lo Zazzeri? Lascio ai chirurgici
e affilati bisturi di Robertò le esegesi e gli assoluti della stilla di rugiada
della scorzonera e l’ultimo peto della triglia sulla seppia nera. E’ il
migliore di tutti, parbleu, su questo! A me interessa l’uomo e l’intorno. L’intorno
è una roba tipo palafitta buttata al di là di una pinetina e qualche piccola
duna. Mi piace così, meno feroce che in piena estate, colori tiranti al
maglioncino blanc et bleu, quieti, teneri, da assalto romantico.
Compare lui. Difficilmente, è lo
stereotipo, la genetica e la vita di mare, un pescatore come il Nostro ha la
pelle morbida, la barba curata, il capello sano, la casacca impeccabile, il sorriso dolce, i modi garbati, non fasulli.
E’ un toscano morbido, sereno, non spigoloso. Forse ha la battuta salata ma non
la usa, sembra timido ma è semplicemente riservato.
Certo, è spiaggiato nel posto
giusto, poco lontano dai poeti di Castagneto e dai nobili di Bolgheri! Tocca il
pesce con la stessa delicatezza con la quale saluta il gruppo cinese, il capo
dei Vigili del Fuoco, l’Ambasciatrice di Slow Wine e la coppietta imboscata. C’è
chi dice, solo raramente a ragione che si va al ristorante per quello, se non
per – orrore – quanto si mangia e non per i modi dell’Oste, ma è l’uomo ( certo,
anche la donna…) che fa il piatto. Nel caso di Luciano Zazzeri, ancora di più! "
Giancarlo Maffi
No mozzarella no Maffi |
La variazione di baccalà |
Triglia, frittella di mela e foie gras |
Spaghetto freddo, pomodoro passato, crudo di pesce, frutti di mare e bottarga... |
Si, sono ricci di mare... |
The Maffi's Place, seppie al nero con triglie alla livornese... |
Sarebbe un insulto all'intelligenza di chi legge mettere una didascalia qui |
Yess! Caciucco, strepitoso caciucco. Dice: lei collabora con Cremona? E allora vediamo quanto riesce a lasciarne nel piatto di questo... |
Il vino è questo: che ci mangiamo insieme? |
Occhio che anche sui dolci e non solo sullo charme lo Zazzeri ha superato il Viani. |
Ok, ok... adesso ce ne andiamo, grazie Luciano! Questo ristorante e le persone che lo rendono vivo rimarranno per sempre nella mia memoria. Qui, on The Beach. |
La Pineta
Via dei Cavalleggeri Nord, 27 57020 Marina di Bibbona Livorno
Giancarlo Maffi e gdf
Si, è Pignataro, nella sua posa fotografica di gravatar web
Bella coppia!
RispondiEliminaperò dal Pignataro non vedo nulla....
F.
Non è fondamentale che sia in simultanea, tra Sanremo e Salerno c'è di mezzo il Tirreno.
RispondiEliminaImpossibile da leggere in una sola volta, la pesantezza di stomaco ha il sopravvento.
RispondiEliminaButtaci sopra del Fernet caro "anonimo" :-)
EliminaEra quello che si voleva: riempire il fine settimana a chi non ha un cazzo da fare:-)
RispondiEliminaMannaggia ! devo cazziarvi ambedue... ma Sir Maffi (o l'infernale Maffin, copyright mio) lo perdono perchè pur vivendo da anni in riviera è ancora un bergamasco di città nell'anima (e ringrazi il cielo che non gli ho dato del bergamasco delle valli..) ma Lei, mio Guardiano, cosa mi manda in "stampa" ? caciucco con "solo" quattro c !!! CACCIUCCO, CACCIUCCO con cinque c ! errore grave da espulsione, come se sui siti gastronomici trovassimo scritto FOIS GRAS.. ( http://www.cibvs.com/post/140/232240/la-vittoria-della-california-bandito-il-fois-gras-dalle-tavole ) o NOUVELLE COUSINE ( http://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=2921 ) :-))
RispondiEliminaComplimenti massimi a Luciano Zazzeri a cui il sottoscritto, e non quelle due fanfaluche, ha spazzolato tutti i piatti.
P.S. Della foto seppiata, in cui si intravede di spalle una gentile signora, possiedo una copia in cui il panorama NON è quello marino...
Leo
Mannaggia al correttore di bozze che vive dentro di te!
EliminaCon cinque C: Charme, Caractère, Courtoisie, Calme, Cuisine.
Anche se non è un Relais Chateaux.
La vuoi la sesta C?
La Cave!
...io avrei dovuto avere la n° 3 di quelle stampe se non ricordo male :-)
RispondiEliminabreg
Fatti vedere, o da me o da Maffi; te lo scriviamo a mano il numero:-)
EliminaVuoi mettere una delle centinaia di migliaia di copie del tuo libro con il numero scritto a mano in confronto ad un'edizione limitata di cento copie numerate?? :-)
Eliminabreg
A proposito di farmi vedere: quand'è che organizzi qualcosa qui in zona fredda e uggiosa??
Eliminabreg
caro guardiano ti ho già detto che ti odio? ecco lo ripeto... stai sempre a magnà e a bève, ed il bello è che magni e bèvi bene. sempre. ed io ti odio ecco. se poi mi dici che ti sei sparato anche 2-3 gin tonic ti odio alla 2 potenza.
RispondiEliminacomplimenti allo "scief" che a vista è un grande chef, al palato non ho provato ma mi sale l'acquolina.... fortuna che la vendemmia ad est è finita e posso gustar l'occhi coi post del gdf.... :)
Quando fate così vi adoro :-)
Eliminaquando fate così chi? io invece odio chi fa così. ps: visto che son rinco (anche se a prima vista non sembro eh...) mi son fatta un giro nella websfera ed ho capito che non sei una chimera... ne sai di vino veramente!!!! O-o qui ad est siamo veramente indietro... o forse son solo io che, presa dalle mie robe, non son sul pezzo dei "uipz".... ecco perchè non mi si fa armadilla.... non sono gossippara che basta sgrunt!
RispondiEliminascolta... com'era la triglia con la frittella di mele? e lo spaghetto freddo? non oso immaginare la bontà... il gusto... il profumo.... devo riprendere a cucinare....
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RispondiEliminaIo so di vino?
No, per questo c'è un parterre de ruà ben più prestigioso, cerca meglio sulla websfera.
La triglia parlava nella sua lingua, Zazzeri gli ha dato uno spartito, Maffi ha tradotto.
Quando riprenderai a cucinare chiama pure, noi un passo ad est lo si fa volentieri se il vino è buono.
tu sai di vino, pure se ti bevi quelli di gg a garganella.
Eliminaed il parterre della web sfera ti descrive come uno phigo e tu gongoli (e fai bene, pure io lo faccio quando mi descrivono come phiga ehehehe).
la triglia dev'esser stata sublime... invidia a mille. Zazzeri dev'esser genio, Maffi traduce in modo interessante.
io cucino, ma non son scief. ho l'idea di aprire un beb in cui fare cene ad amici vignaioli di passaggio, però non so quando.
Noi un c****o!! Questa cerca solo te, chiaro?!?!?!
RispondiEliminafomentatore io non cerco nessuno. non più. e poi il gdf è uno anni 80, beve i vini di gg, ed io sono stata alla scuola di gg. e a dirla tutta son poco uipz e molto rinco. insomma non c'è trippa per la cats. :)
RispondiEliminaUffa, non sopporto tutto questo inglese rimestato. Per me la " cats" e' sempre stata, che gourmet sarei se no, la gnocca, possibilmente in bianco:-)
RispondiEliminaah. allora dillo ai miei amici piedmontesi che mi hanno ribattezzata cats... (te la do iola cats in bianco.... altro che!)
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