lunedì 5 maggio 2014

C'è freddo in Liguria


del Guardiano del Faro

Miao. Sarà colpa del clima mite ed emolliente, fatto sta che tradizionalmente i ristoranti adeguatamente riscaldati in Liguria sono sempre stati rari, così come i bagni, in inverno inavvicinabili, specialmente per le signore, dallo sguardo inequivocabile al loro ritorno al tavolo: non mi ci portare mai più in questo posto! Non hanno neppure il riscaldamento in bagno! Non c’è il riscaldamento e tengono pure la finestra aperta !!!

Ma dopo il terzo locale trovato in quelle condizioni nella medesima settimana di vacanza, quella fidanzata piena di pretese assurde mandò a quel paese me e tutta la Liguria in blocco, trovandosi qualcuno che la portasse a spasso in Costa Azzurra, dove, nonostante un clima simile, il riscaldamento, quando occorreva, lo accendevano.

Ma anche in Liguria lo accenderebbero - belìn, dieci minuti prima del servizio…- solo se lo avessero installato. Ora, dagli ‘80/’90 a oggi le cose sono abbastanza migliorate, e a parte i bagni, che restano una costante incredibilmente dimenticata, per lo meno la sala principale del locale tenta di raggiungere i fatidici venti gradi anche fuori stagione.

Però mai mi dimenticherò di aver visto alcune signore mangiare con il cappotto, ma pure io non mi levai né la giacca di lana né il maglione pesante durante un pranzo nel mese di gennaio in uno stellato del savonese, dove, si sa, un pochino più di freschetto c’è normalmente tutto l’anno.

Se non avete il riscaldamento, chiudete a fine ottobre e riaprite da Pasqua, e che Dio ve la mandi buona, anche se il riscaldamento del pianeta non è così uniforme come vorrebbero i ristoratori liguri.

In trent’anni di cose ne cambiano, e sale, salette e toelette sono alquanto migliorate, almeno da quanto posso osservare da qualche anno. Soffre ancora la toeletta, argomento sul quale ci sarebbero da fare delle considerazioni che farebbero rabbrividire non solo le signore freddolose.

Di ieri e di oggi rimane un’altra costante negativa, la più difficile da combattere e da sconfiggere: la temperatura dei piatti portati al tavolo. Molti hanno il mobiletto in acciaio riscaldabile per portare su la temperatura del piatto vuoto, poi da estrarre e posare sul pass prima di impiattare, ma si ricordassero anche di accenderlo.

Di pass riscaldati dall'alto, fissi o mobili ne vedo pochissimi, e di lampade che scendano opportunamente sul piatto per mantenerlo alla giusta temperatura fino al momento di servirlo non ne ho ancora vista neanche una. Tra le migliori risposte ricevute da uno chef particolarmente brillante questa: figurati che io servirei tutti i piatti freddi. Beh, anche a non dirlo, basterebbe mangiarci  dentro per rendersene conto.

gdf



15 commenti:

  1. Le specialità regionali sono la ricchezza della cucina italiana :-)
    Bep

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  2. Colpo basso, però poi se si lamentano sanno anche (uno) dei perché gli va così
    Franck

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    1. Yess. Mi sono rotto di piatti che arrivano al tavolo a temperatura sbagliata

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  3. Io amplificherei l'asserzione: c'è freddo in Italia. E' vergognoso ma le piccole aziende sono costrette a tagliare sui costi d'energia elettrica al pari delle famiglie arrivando a situazioni imbarazzanti in cui staccare il climatizzatore o il carrello dei piatti è necessario per abbassare di un terzo la bolletta. Oltre all'enorme differenza che c'è tra le tariffe europee in cui quelle francesi sono all'incirca la metà delle nostre, a noi tocca pagare l'energia reattiva ovvero un sovrapprezzo dovuto all'erogatore perchè continui a garantirci una certa quantità d'energia anche quando non ne abbiamo bisogno perchè il lavoro è irrimediabilmente calato.
    Poi se per mantenere una certa dignità vogliamo dire che gli edifici sono da ristrutturare e che l'aspic è il piatto più goloso va bene lo stesso per me, basta che il bagno sia pulito.
    Alba

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    1. Ecco, per non dir nulla di quei quattro gatti avanguardisti per aspettano il pesce fresco ad un molo non riscaldato, infatti sono tutti impellicciati e accigliati...
      Rob

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  4. In realtà i gatti sono sempre quattro, ma con un trucchetto di photoshop vorrebbero apparire di più, ma quelli restano, a parlarsi da soli, al limite di un comportamento tipico caratterizzato da una marcata diminuzione dell'integrazione socio-relazionale e della comunicazione con gli altri...

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    1. Il Vendola del Faro è ancora peggio della foto. Cosa replicare al docente che ti giustifica il tre appioppato con un "sei fuori traccia"? Che col photoshop poteva mettere al centro dei gatti un copertone in fiamme così si capiva meglio lo stato di prostit... ehm di prostrazione di quei gatti affamati e infreddoliti benchè impellicciati e accigliati....
      Alba

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  5. Per degustare al meglio, la temperatura dell’ambiente e quella corporea contano, proprio come in occasione di altri tipi di degustazione, certo, saltuariamente l’estrazione a freddo può avere un suo perché, se non altro per l’effetto sorpresa, ma di norma, tornando a parlare di piatti, è inutile che dicano “con il pass e le lampade il piatto si secca”, perché, anche a noi avventori secca se ci viene servito un risotto tiepido o, peggio, un fritto non bollente, in un ambiente a temperatura sotto il livello di guardia.
    Succede frequentemente, da Trieste in giù, a pranzo o a cena, a locale pieno ma anche mezzo vuoto, dovremmo farlo presente, come ho visto fare con garbo e fermezza proprio in occasione di un fritto “già seduto”.
    M 50&50

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    1. Il fritto, se si secca un po' sotto la lampada migliora, e non il contrario. Il risotto non so, proverò a casa, accendendogli un abat jour di sopra

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  6. Secondo me i gatti al porto dei pescatori rappresentano un allegoria: i clienti che vengono da fuori e che accettano comunque ogni condizione, basta che gli dai del pesce ;-)
    George

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  7. Inarrivabile, forse per le belle forme a supporto, il miglior racconto dell’antologia “è venerdì dammi il cinque”, su un treno locale in frenata diretto al camping sento descrivere la ricetta della torta pan degli angeli cioccolato e pere coscia ricoperta di glassa, transitano un locale omologo ed un locale casual, al posto dei freni “stridono gli orecchi per intendere”… in tenda sorrido mentre leggo Luca 6,41
    M 50&50

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  8. Io ho un mitico pass attaccato ad un forno dell epoca di colombo :),scalda un sacco, peccato che i piatti non mi riescano però come quelli che vedo qui.Sigh

    TMC


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  9. Non c'è di peggio che mangiare cibi freddi al freddo. Come si fa a gustare il cibo se non si vede l' ora di finire e andarsene?
    Le lampade ad infrarossi sul pass le ho viste, in un ristorante dove ho lavorato un paio di giorni, ma non ricordo dove...e comunque erano spente

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