martedì 11 marzo 2014

Althea Lattuada | Santi Poeti Navigatori


del Guardiano del Faro


Althea vive in spiaggia e lavora in montagna. Proprio in spiaggia, no, diciamo su un tranquillo lungo mare. Anche definire montagna il territorio intorno a Carpasio forse è improprio: diciamo nell'alto entroterra, in un villaggio accostato ad una tortuosa strada che collega Piemonte e  Liguria.


Dico spesso, datemi un buon motivo perché io salga volentieri fin quassù per venire nel vostro ristorante, spesso, dove gli amministratori dei villaggi dell’entroterra vorrebbero sempre avere i turisti, ma offrendo loro pochino, se non vecchie pietre nostalgiche e rilassanti colline disseminate di ulivi.



Ok, ci vengo a vedere le vecchie pietre, le belle chiese, i placidi ulivi e anche tutti i gatti che mai mancano in questi tranquilli villaggi, però poi mi dovreste garantire anche la possibilità di mettere le gambe a riposo sotto una tavola di qualità, o per lo meno dignitosa, se no potrei piacevolmente addormentarmi, e alla stessa maniera potrei far addormentare chi legge, qui e ora.


La piccola Carpasio a questo punto si distingue per diversi aspetti, a cui aggiungerei la piacevolezza di una strada da percorrere, dal Colle di Nava verso il mare, o viceversa, dal mare per salirvi, prima di discendere verso il Piemonte.


Quella strada è particolarmente battuta da sudatissimi cicloturisti e motociclisti in ansia da prestazione, sempre ripiegati in pieghe estreme. Io la consiglierei anche agli automobilisti che possiedono una macchina sportiva ma non sanno più dove andare a scaricare tutte quelle centinaia di cavalli tenuti al morso per tutta la settimana. La strada, lassù dalle parti del Colle San Bartolomeo è bella e larga, ed invita a spingere; occhio agli strapiombi però, ma per quanto riguarda gli autovelox, non ne vedo all’orizzonte, almeno fino al mare.


Osservando la facciata del ristorante mi rendo conto che manca una cosa, formale ma non fondamentale, però normalmente presente fuori da un ristorante che non stia in Liguria, e cioè l’insegna, ma andrebbe bene anche una lanterna accesa, che indichi che dietro la porta si può mangiare.

L’insegna ancora non c’è perché il proprietario, Antonio Gallese, ha costruito questa bomboniera a piccoli passi, pezzo per pezzo, assemblando ogni dettaglio con cura e precisione, dalla cantinetta sotto vetro, alla moderna cucina, alla ricca saletta arredata fitta fitta di oggetti, stoviglie e suppellettili che abbiano un significato storico oltre che utile a creare un’atmosfera d’altri tempi. E quando ci andrete, non perdetevi il piccolo ma originalissimo bagno…



C'è già molto, ma manca ancora l’insegna, perché Antonio non ha ancora trovato un qualche cosa che si abbini a tutto quanto il resto nel suo modo di intendere la bellezza, la bellezza italiana, a cui tiene molto. Di qui il nome del locale, per ora virtuale, ma già ben definito nella mente dei molti turisti, soprattutto stranieri, che hanno scoperto in fretta questo ristorante aperto dalla metà della scorsa estate.


Qui non si arriva per caso, ma con il passaparola in tedesco, in olandese, in inglese, e in dialetto ligure. Ci si arriva, e una volta superata la sorpresa di un locale svelato dai media web solo da Luigi Cremona (ma dove non è ancora andato quell’uomo?), ci si accomoda sulle poltrone in legno e pelle, contornati da un’apparecchiatura fin troppo fornita, ma volete mettere l’emozione di prendere un aperitivo, uno spumante versato in una autentica coppetta originale di chissà quale epoca? una bell’epoca rispetto a questa.



Althea, metà varesina e metà cilena, ligure d'adozione ma in fondo, come tutti noi, tutta se stessa, si rivela subito, sorridendo al mondo, alzando un sopracciglio dalla cucina a vista, restando dentro un minimalismo ed una precisione che non s’improvvisa. 

Ancora prima di conoscere la sua breve storia di padelle o sorelle, preferisco annusare, guardare ed assaggiare, come farei da un vignaiolo prima che mi spieghi il suo vino. Si chiacchiera dopo, prima si beve e si mangia.

La precisione della forma di una quenelle, l’accostamento di ingredienti e la precisione di una cottura o la densità di una salsa mi dicono già che questa ragazza non è una che passava di qui per caso ed è stata rapita dagli alieni e messa in cucina a forza, ma è anche vero che aver frequentato cuochi o locali di rilievo -come lei ha fatto- possa non bastare per uscirne fuori dopo aver  lavato i piatti. Ci vuole anche talento, sensibilità e affinità con il gusto per venirne fuori felici da questo mestiere.




Quando arrivo la cucina è così: immacolata
Althea lavora da sola, e quindi la prenotazione è obbligatoria perché lei possa organizzarsi con una spesa di prodotti freschi del territorio, così come è stato oggi, dove il preavviso è stato di 24 ore, e dove il menù cambia proprio in funzione del periodo e della reperibilità dei prodotti. 

Ripeto, il locale è aperto da poco più di sei mesi, l’insegna non è stata ancora applicata, ma è facile immaginare che a partire dalla prossima Pasqua saranno in molti a salire verso Carpasio (meno di una ventina di chilometri da Arma di Taggia) per scoprire questo inaspettato locale, che quando l’insegna sarà finalmente individuata in qualche mercatino brocante, si identificherà con Santi, Poeti, Navigatori; a cui aggiungerei, se siamo in tempo per un’integrazione, anche i bevitori.

La carta del giorno one woman show: si spendono mediamente 30 euro

Mise en place

Letture...


Luci, libri e  colori

Finito il giro andiamo a tavola

Le precise quenelle di tradizionale stoccafisso mantecato, qui in versione senz'aglio


Il fragrante tortino di asparagi su fonduta di toma del pastore, di Carpasio


Fresche e profumate tagliatelle di ortiche selvatiche, burro bretone e julienne di limone della Riviera

Tortelli di ricotta e spinaci al ragù di anatra in bianco 


Il brasato di spezzatino di cinghiale con polenta taragna


La gloria locale, la buonissima e ricca toma di Carpasio. Anche il pane maison è buono, anche meglio di quello di Triora, riferimento del comprensorio.

Un assaggio di mousse di ricotta e miele (a chilometro zero) e riduzione d'arancia


Finale impeccabile e percorso netto con la pera al vino rosso Ormeasco, salsa di vaniglia al Marsala





Santi Poeti Navigatori
(Solo su prenotazione)
Piazza Garibaldi, 1
Carpasio IM

Tel 0184 409062 / 335 5717182

gdf

7 commenti:

  1. Dunque 335...sembra un numero che Santi Poeti e Navigatori debbano tenere in considerazione, da mezzo poeta lo farò, quelli che Santi non sono lo tengano ugualmente, potrebbe corrispondere alla cuoca dal sorriso che, come diceva Ciotti, non conosce confini.
    Gran bel post/o, avevi timore facessero l'etilometro al cavallo o...
    M 50&50

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  2. espressivi facciali diverse da 15 gg fa.

    perchè?

    F.

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  3. Altro indirizzo maresciallato. Grazie GdF
    ID

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  4. Gran bella cucina, Figiêua, anche i gattini;)

    TMC

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  5. Belìn che posto!
    Preso nota di tutto, tutto!
    Fr.

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  6. questa qui da sola a Mastechef li spaccava a tutti!!!!!
    GML

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  7. A mani basse, anche fuori contesto e fuori luogo, bucando il video e sapendo parlare mentre muove la mani in pasta.

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