- gdf 2012 -
Non mi ricordo il nome di quell'albergo di Cannes. E' quello sulla punta, dopo il porto andando verso La Napoule. Adesso si chiama White Palm Hotel, in inglese, ma ormai potrebbe essere un million dollar hotel qualsiasi. Comunque si chiamasse quell'hotel lo trovavo bello e comodo perché la spiaggia è giusto al di là della strada, perché il parcheggio sotterraneo privato ti consentiva di abbandonare il cabriolet aperto di giorno e di notte ( non erano ancora tutte elettriche le coperture...) e perché sul tetto c'era anche - se non ricordo male - una piccola piscina intima e riservata. Inoltre, le camere, anche se non vastissime avevano un arredamento provenzale con i colori del sole e del mare, toni che distoglievano in un lampo la mente dai ricordi dei grigiori lombardi e piemontesi. Per non dire delle terrazze, specialmente quelle d'angolo, che da una parte davano sulla Croisette e dall'altra sull'Esterel, verso St.Tropez. Ben piazzato insomma, tre minuti a piedi dal centro città e dieci in macchina da La Napoule. E non troppo caro a dire il vero, nonostante il cambio Lira/Franco del 1987.
Due giorni prima della mia prima al Le Louis XV il portiere di questo albergo di Cannes, ben due giorni prima della serata prenotata al Le Louis XV mi individuò al banco del bar e mi diede un numero telefonico pregandomi di contattare il ricevimento dell'Hotel de Paris per confermare la prenotazione della cena di quel sabato sera di mezza estate. Beh, pensai, caspita che organizzazione, mi hanno pizzicato anche a Cannes, dimenticandomi di aver probabilmente, anzi, sicuramente fornito io l'indirizzo dell'Hotel. Confermai con il dovuto anticipo e mi preparai psicologicamente ( a 26 anni ) ad entrare in uno dei ristoranti che, anche se aperto da soli due o tre mesi, era già diventato la meta desiderata da mezzo mondo.
Il nodo della cravatta quella sera proprio non mi riusciva, mi tremavano le mani, faticavo a deglutire, e così mentre tentai di dare una superflua rifinitura alla barba mi tagliai vicino all'orecchio, e sporcai la camicia bianca, ma per fortuna lasciando incolume almeno il completo grigio di Zegna. Insomma, tutto da rifare, anche mezza doccia perché quando stai così teso sudi anche da fermo, sudi col pensiero. Si definiva anche sudore telefonico, quello che ti usciva quando la tensione provocata da una conversazione particolarmente importante o angosciante arrivava al punto di convincere alcune ghiandole a buttar fuori liquido odor cipolla senza neanche muovere un dito.
Ora, ma neanche allora, NON mi ricordo/mi ricordai che cosa mangiai la sera stessa, perché rimasi tutta la sera a guardare ovunque tranne che nel piatto, da perfetto provincialotto scaraventato di punto in bianco nel lusso e nell'eleganza più esagerata che avevo mai visto. Avevo il torcicollo il giorno dopo. Gli arredi, le posate, i cristalli, gli argenti, i tessuti, le ceramiche,gli specchi, i lampadari, ... Proprio il soffitto individuai come principale punto di attrazione. Rimasi praticamente due ore a guardare tutti i dettagli della volta del salone del Louis XV, tanto che la giovanissima fidanzata - fortunatamente molto più sfacciata di me - mi tirò diversi calcetti di punta quando al tavolo si approssimava un commis con piatti, cloche, gueridon, salsiere, vassoi, taglieri, decanter e non so più cos'altro.
E' brutto dover far sempre i conti con gli anni che passano, ma stavolta la ricorrenza sembrerebbe piacevole, perché il Louis XV, che quella sera aveva ancora zero stelle Michelin e 33 mesi dopo già tre, oggi è ancora lì, sempre al top, sempre con il vecchio Alain Ducasse -sopravvissuto prima e dopo - a tener d'occhio che il suo punto di riferimento non si sposti di un millimetro. E per l'occasione è stato realizzato un menù speciale che sembra ripercorrere un pezzetto di storia, emblematico di un certo modo di vivere il lusso alla francese con i profumi della Provenza, della Liguria, del Piemonte. Lo stile Ducasse-Montecarlo che imparai ad amare negli anni seguenti, quando cominciai a controllare e gestire - un poco per volta - le emozioni sotto il cielo del Louis XV .
POUR PATIENTER:
MINI PAN BAGNA et fines pâtes imprimées de légumes.
GAMBERONI DE SAN REMO,
délicate gelée de poissons de roche, caviar.
COOKPOT de petit épeautre de Haute-Provence,
morilles et primeurs.
ROUGET et courgettes « trompettes »,
condiment aux goûts d’ici.
AGNEAU DE LAIT rôti à la cheminée, petits pois, oignons nouveaux,
ail vert et pommes grenailles en cocotte, jus perlé.
NOTRE SÉLECTION de fromages de chèvres
de l’arrière-pays.
AGRUMES en amertume,
sorbet pamplemousse/campari.
SOUFFLÉ CHAUD aux noisettes du Piémont.
MIGNARDISES ET CHOCOLATS Alain Ducasse.
280 € hors boissons
Menù che prevede la possibilità di abbinarsi in maniera piuttosto interessante a questi vini:
CHAMPAGNE DOM PÉRIGNON 2002
PULIGNY-MONTRACHET 2009
M. L. Carillon
CLOS SAINT-JOSEPH 2010
Côtes de Provence - Villars-sur-Var
CHATEAU LÉOVILLE-LAS CASES 2002
Saint-Julien
DOMAINE GAVOTY 2010
Côtes de Provence - Cabasse
FORTETO PIAN DEI SOGNI 2007
Brachetto - Piemont - Italie
Servis au verre - 10 cl - 145 €
Questo menù, da quanto ho potuto capire, sarà servito per tutto il 2012, quindi c'è tempo, basterà ricordarsi di confermare la prenotazione con un paio di giorni di anticipo, ma non sarà la stessa cosa, e non posso neppure illudermi che lo possa essere, neppure lontanamente simile, mai più, e alla fine mi sta "quasi" bene che così sia
-gdf-
brividi e colpi bassi
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ambiente sobrio e informale..
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