mercoledì 23 dicembre 2015

Restaurant d'habituè


gdf


La stessa Michelin, ancor prima di prendere la parola all'inizio del nuovo Millennio, ne spendeva comunque due già da prima, quando era il caso di specificare che il locale iconizzato in guida da pochi segni convenzionali, non era un locale "normale" ma bensì un luogo dove -oltre a mangiar bene- si sarebbe potuta vivere anche una situazione speciale, o comunque originale.

Ci devono essere delle condizioni speciali per creare questa atmosfera, questa rara collisione tra clienti, patron, cuoco, avventori di vario genere, ed appunto, gli habituè; tutti insieme per chiudere un cerchio dove ad una certa ora non ci potrà più entrare nessuno, salvo per osservare una ventina di persone che si stanno divertendo, bevendo e mangiando, conversando senza barriere, orchestrate dal patron, abile a non far sentire nessuno inutile o semplice bipede pagante.

Qui, come un direttore d'orchestra, è l'amico Pasquale, sotto Natale, a richiamare al proprio ruolo specifico ogni musicista, secondo il proprio talento o la propria personalità, finalmente rivelata dopo un paio di bicchieri ben assestati.

Il ristorante è al completo già all'ora di pranzo di mezza settimana, (locale da ticket medio da 60/70 euro) e la conversazione si allarga, da un tavolo all'altro, tra commensali che si sono conosciuti oggi, mescolati a quelli che qui sono di casa da tempo, e quelli che lo diventeranno; quelli che come me entreranno a far parte del Club degli Habitué dell'Hanbury


Pasquale, effervescente patron del ristorante Hanbury di Ventimiglia, a due passi dalla stazione FS

I gamberi crudi di Sanremo in guscio e salsa di frutti della passione

Polpetti (o moscardini?) arrostiti con carciofi e crema di patate

Il baccalà morbido su crema di zucca, cime di rapa e anelli di cipolla fritta

Bavarese di castagne al caramello

E infine Stefano, uno già abituato a reggere lo standard Michelin, così come lo potrebbe essere questo bel locale; e allora perché non provarci?


gdf

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