del Guardiano del Faro
Con il cuciniere Pinerolese Emanuele Donalisio e con il professore ventimigliese Pierangelo Fazio -proprietario della tenuta- andiamo ad esplorare questo ettaro e mezzo di terreno in pendenza, di cui 3500 metri coltivati.
Pierangelo, un uomo che guarda lontano, potendolo fare in ben quattro direzioni, Ponente, Levante, verso il mare e verso l'entroterra, quindi senza annoiarsi, mentre cammina in mezzo alla sua proprietà, percorrendo la Via Julia Augusta, il cui percorso è ben più tortuoso di quello dell'Aurelia, proprio perché l'Imperatore Augusto sapeva guardare lontano, volendo collegare Roma addirittura ad Arles, attraversando quindi Lazio, Toscana, Emilia, Liguria, Costa Azzurra e Provenza classica. Oggi la Julia non è forse neppure più una grappa di moda, e anche qui, a due passi si interrompe, e solo a strappi raggiunge finalmente l'ambito Trofeo de La Turbie.
Pierangelo, un uomo che guarda lontano, potendolo fare in ben quattro direzioni, Ponente, Levante, verso il mare e verso l'entroterra, quindi senza annoiarsi, mentre cammina in mezzo alla sua proprietà, percorrendo la Via Julia Augusta, il cui percorso è ben più tortuoso di quello dell'Aurelia, proprio perché l'Imperatore Augusto sapeva guardare lontano, volendo collegare Roma addirittura ad Arles, attraversando quindi Lazio, Toscana, Emilia, Liguria, Costa Azzurra e Provenza classica. Oggi la Julia non è forse neppure più una grappa di moda, e anche qui, a due passi si interrompe, e solo a strappi raggiunge finalmente l'ambito Trofeo de La Turbie.
Pierangelo Fazio, professore di scienze con l'hobby della botanica, ci conduce lungo un tratto della strada romana in direzione delle sue coltivazioni visionarie, coltivazioni sperimentali di piante da frutto tropicali, nel comune di Ventimiglia, a picco sul mare, dove l'eucalipto emana profumi di essenze balsamiche che si mischiano con le fragranze marine.
Fuori dalla via Julia il percorso diventa impervio quando non accidentato. La vegetazione, lasciata per troppi anni libera di aggredire ed inglobare le vecchie serre in cemento, si stava riprendendo tutto.
Fasce, come qui sono definite, alias terrazze di terra e pietre rimaste per vent'anni senza un controllo per via di problemi ormai superati, dopo di che Pierangelo si è tirato su le maniche -tutte e due- ed ha iniziato, da pochi anni, a combattere una nuova battaglia, ripulendo e ripiantando.
Una battaglia stavolta fruttifera, da combattere con o contro la flora selvaggia o civilizzata che sia, al fine di creare uno spazio abbastanza ampio, dove il suo sogno visionario si potesse materializzare. Un sogno degno di quelli di Thomas Hanbury o Clarence Bicknell, quei due che già un secolo e mezzo fa avevano vinto la loro sfida, credendo che qui -tra Bordighera e il confine francese- si potessero ambientare piante provenienti da ogni parte del mondo, con particolare attenzione a quelle provenienti da paesi tropicali o equatoriali.
Fasce, come qui sono definite, alias terrazze di terra e pietre rimaste per vent'anni senza un controllo per via di problemi ormai superati, dopo di che Pierangelo si è tirato su le maniche -tutte e due- ed ha iniziato, da pochi anni, a combattere una nuova battaglia, ripulendo e ripiantando.
Una battaglia stavolta fruttifera, da combattere con o contro la flora selvaggia o civilizzata che sia, al fine di creare uno spazio abbastanza ampio, dove il suo sogno visionario si potesse materializzare. Un sogno degno di quelli di Thomas Hanbury o Clarence Bicknell, quei due che già un secolo e mezzo fa avevano vinto la loro sfida, credendo che qui -tra Bordighera e il confine francese- si potessero ambientare piante provenienti da ogni parte del mondo, con particolare attenzione a quelle provenienti da paesi tropicali o equatoriali.
In realtà già il padre di Pierangelo aveva sperimentato con successo la prima coltivazione di orchidee italiane negli anni '60, e il terreno ancora ne restituisce testimonianza selvaggia. Questa qui sotto non sarà bellissima ma trasmette una forza ed un carattere pari a quello dell'uomo che in mezzo a ciotoli, erbacce, pietre, vetro e cemento armato ha seminato, innestato o ripiantato specie botaniche che producono deliziosi frutti esotici, che hanno nomi talmente estranei alle nostre consuetudini da rendere necessaria un'introduzione lessicale apposita. Un repertorio di nomi ed un glossario specifico, per evitare di sbagliare le didascalie, che infatti non mi permetto di aggiungere, per non svilire il lavoro e la passione di quest'uomo.
Mi dice che sono in tre in Italia a riuscire a guardare così lontano da vedere nitidamente le coste del Brasile, ma gli altri due stanno in Sicilia e in Calabria. Farlo, qui, ai confini dell'Impero, tra le torri di guardia Romane è tutto un altro affare. Certo, il clima negli ultimi anni si è dimostrato sempre più favorevole, e il 2015 ha rafforzato la convinzione che qui si possa far germogliare qualsiasi cosa, e non solo le zucchine trombetta. Qui, dove Pierangelo ed il suo esperto aiutante equadoregno, Guido, portano avanti un progetto ancora sperimentale, che potrebbe andare a regime produttivo e commerciale a partire dal 2017. Molte piante sono giovanissime, e soprattutto delicatissime. Alcune vanno protette sotto le vecchie vetrate, in parte andate a pezzi, così favorendo un ricambio dell'aria marina umida e di quella secca dell'entroerra che ripulisce il terreno dall'eccesso di insetti indigeni, che sembrano aver trovato una pacifica condizione comune di sopravvivenza con queste piante forestiere, tenendo pure conto che alcune di queste, morirebbero più facilmente non a causa di malattie ma bensì di freddo, precisando che per loro il freddo mortale è rappresentato dalla tacca sul termometro corrispondente al + 5. Più cinque, non meno cinque ...
Frutti e fiori. Dal profumo e dal sapore esotico, alcuni ancora solo da immaginare, mentre altri sono già pronti per essere colti ed assaggiati, e che hanno questi nomi evocativi : mango, frutti e fiori della passione, lime, guava, cherimoya, granadilla normale o gigante, passiflora flavicarpa ...
Granadilla gigante
E ancora grazie a Pierangelo, preziosa guida attraverso un mondo diverso, in una mattinata diversa, diversamente impegnativa, ma anche oggi si è fatta una certa, e quindi come rifiutare il tenerissimo e gustosissimo giambonetto di faraona farcito di Emanuele Donalisio del Giardino del Gusto di xxmiglia ...
gdf
Buon Natale e...... buon appetito. Bravo 7 + per il servizio. Da tripla AAA un saluto.
RispondiEliminaMerci, ricambio
Elimina... avrai pensato, stavolta ha scritto per tutti
Se un giorno riuscirà ad implementare nel suo Eden il frutto dell Acerola,di cui gioiosamente ne rimasi colpito in Brasile per il suo gusto ,questo Eden per me sarebbe completo,che scorci la riviera dei fuori,impagabile!
RispondiEliminaJoieux Noel
Ciao, grazie per tutti i commenti, la Malpighia Glabra ( Acerola) c'è! in via sperimentale, come anche Canistel, Lucuma, Tamarillo, Longani, Ciliegia del Brasile, Sapote Nero, arancino del Perù, Sapote Bianco, tutti già in piccola produzione
Eliminatamrillo, il pomodoro degli alberi . Veramente?
EliminaVeramente.
EliminaPierangelo
Dimenticato la firma,TMC
RispondiEliminaApplausi, a tutti, visionari e scrittori
RispondiEliminaFranck
Tutti buoni a Natale; è quando ci sono argomenti, non serve molto altro, come in cucina se hai buoni ingredienti. Massacrarli sarebbe un peccato
RispondiEliminaQuesto effetto serra vista mare sembra faccia bene, non solo alle piante...
RispondiEliminaC'è solo da fare un grande applauso a Pierangelo, persona che vive e vede un mondo diverso, respirando l'oltre.
RispondiEliminaE un grazie a Il Guardiano del Faro che ci ha resi partecipi, con il suo racconto, di questa bellissima realtà.
Buon Natale a tutti.
Grazie al GdF per il bellissimo racconto, grazie per tutti i commenti, Buone Feste a tutti.
RispondiEliminaPierangelo