lunedì 14 settembre 2015

Il mio amico Filippo

di Fabrizio Nobili

Filippooo!

C'era una volta, una dozzina di anni fa, un luogo nella città natale di Colombo una parte degli angeli (non quelli di Victoria's secrets) dove con un Pinot noir si scoprì qualcuno che di pinot noir ci capiva benissimo. Seppur giovanissimo lavorava presso uno che del pinot noir è un grandissimo.

Profumava di montagna, precisamente di delicate, fresche e leggiadre fragoline di bosco. Gli faceva compagnia una mentuccia delicata, balsamica e rinfrescante. Ma tutto questo ci era ancora sconosciuto: chi poteva sapere che dietro a certi nuovi nomi produttrici di vino borgognone si potessero celare storie storiche, intrecci di classe e talenti naturali ma ben coltivati?

Ti ritrovi poi a parlarne in certi altri luoghi, che neanche il Forum di assago potrebbe contenerli tutti. A gente che per lo più non conosci ma che sfrutta la Tua passione vinicola per sviluppare meglio la Loro passione per gli Euro. Ma questo non vale solo per Filippo ma anche per Pasquale, Francesco, Francesca, Franco, Edmondo e tanti altri che hanno contribuito a migliorare la passione per gli Euro di venditori svenduti.

Poi la passione vinicola non passa ma passa la voglia di alimentare la passione altri per gli Euro ed il gioca finisce. Da allora nessuno ha alimentato più la passione per gli Euro altrui.
Passa il tempo e finalmente si riesce a conoscere personalmente questo benedetto Filippo.

Un personaggio che sicuramente sa il fatto suo in materia ma soprattutto sa il fatto suo in fatto di diplomazia. Da buon ex giocatore di rugby (serie B) e di amante della montagna, non ha peli sulla lingua e dice sinceramente quello che pensa. Si creano delle inimicizie? Chi se ne frega! Se deve dire che Nicola con le sue idee estremiste biodinamiche ci fa soldi senza motivo te lo dice e ti dice pure che sono idee da biologica e non da biodinamica. Tra serate sul Lago del ramo di Como che volge a mezzogiorno. 

Tour turistico nel capoluogo lombardo con visita nella famosa Parkerisé enoteca in centro seguita da una storica bevuta in chinatown e visite nella sua cantina della cote d'or è da parecchi anni che si conosce questo personaggio unico. Un personaggio che in quanto a look soprattutto nella pettinatura somiglia al concorrente sempre presente al Tor des Geants dove ci piacerebbe vederlo vincere per la sua simpatia Christophe le Saux.

Pommard les Chanlins 2005 ha un colore rosso rubino trasparente e cangiante, i riflessi virano prima al mattone per arrivare poi ad un'unghia trasparente. L'occhio direbbe un vino scarico, scialbo e dal significato al pari dei selfie di Renzi.

I profumi sono di una complessità intrigante, ricoprono una vasta tela di aromi più o meno consueti nella descrizione borgogna. Vabbè si parte con la base strutturale di ciliegia (griotte?) e di rabarbaro, sulle quali si poggiano erbe officinali come il timo e prugne secche a dare l'indizio scuro della cote de Beaune, il tutto si evolve – con il passare del tempo – verso profumi di arancia sanguinella.

La bocca si rivela equilibrata, nessuna nota amara o troppo dolce, un'acidità morbida a dare spalla alla bevuta senza che siano imbottite stile anni '80 ed una persistenza degna di nota.

Ma chi è quel personaggio che all'inizio era Pinot noir?

F.N.

2 commenti:

  1. Se mi concedi un ossimoro, altrimenti me lo prendo, una pacata, stringata e piacevole filippica

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  2. Se ricordo bene, su quel ramo del lago c' è stato più di tre volte...
    Leo

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