- gdf 2014 -
E’ andata così. E' andata benissimo così. C’erano da
sistemare ancora due cassette di Damigelle di Notre Dame de Chardonnay D’Auvenay
che così hanno finalmente raggiunto il loro domicilio definitivo della terra
dei bauscia in transito per la Riviera dei Fuori. Ma la mia priorità non appena messo dentro il naso al Sogno da Timi, al confine tra Finalborgo e Finale
Ligure Marina -come direbbero dagli altoparlanti di Trenitalia- era di
approfittare del momento migliore dei carciofi di queste parti.
E incredibilmente in cucina non
ho trovato né asparagi, né zucchine, né angurie e neanche una melanzana. Ma neanche una fragola o una ciliegia da quell'integralista del Timi! Tirato il fiato vedo
che tutti quanti sono indaffarati attorno ad alcune cassette di carciofi. Ed
allora ecco il miglior menù a base di carciofi dell’anno iniziato e di quello finito: pesce, molluschi,
crostacei, pasta, focaccia, e carciofi.
Olio buono, olive taggiasche, limoni del giardino, erbe aromatiche e nient’altro: il materico che ti convince sempre. Il carciofo che non ti lascia l’amaro in bocca, perché in questo periodo dell’anno il carciofo è perfetto, almeno da queste parti, e poi fa così bene al mio povero foie gras marinato al gin. Una raccomandazione ai naviganti meno eruditi sul tema (non qui che lo sanno bene); ricordatevi di separare il carciofo più grande da quello più piccolo con cui condivide lo stesso fusto, perché,come direbbe il Maestro Zen:
Il carciofo è una pianta erbacea perenne alta fino a 1,5 metri, provvista di un rizoma sotterraneo dalle cui gemme si sviluppano più fusti che all'epoca della fioritura si sviluppano in altezza con una ramificazione dicotomica.
Dicevo, quello più piccolo con cui condivide lo stesso fusto di solito è più scuro e più compatto, ma soprattutto molto più amaro, quindi meglio non mescolarlo con gli altri, più grandi, più chiari e meno amari.
Olio buono, olive taggiasche, limoni del giardino, erbe aromatiche e nient’altro: il materico che ti convince sempre. Il carciofo che non ti lascia l’amaro in bocca, perché in questo periodo dell’anno il carciofo è perfetto, almeno da queste parti, e poi fa così bene al mio povero foie gras marinato al gin. Una raccomandazione ai naviganti meno eruditi sul tema (non qui che lo sanno bene); ricordatevi di separare il carciofo più grande da quello più piccolo con cui condivide lo stesso fusto, perché,come direbbe il Maestro Zen:
Il carciofo è una pianta erbacea perenne alta fino a 1,5 metri, provvista di un rizoma sotterraneo dalle cui gemme si sviluppano più fusti che all'epoca della fioritura si sviluppano in altezza con una ramificazione dicotomica.
Dicevo, quello più piccolo con cui condivide lo stesso fusto di solito è più scuro e più compatto, ma soprattutto molto più amaro, quindi meglio non mescolarlo con gli altri, più grandi, più chiari e meno amari.
Occhio che però anche questo è buono, tutto Chardonnay, anzi, come si dice a Courmas: vin exclusivement issu du chardonnay et d'une annèe de vendage, en partie fermenté en fut de chene de Champagne. Fermentation malo-lactique partiel.
Gianchetti e carciofi fritti
Scampi, gamberi testa viola e gamberi gobbetti al vapore, insalata alla senape, ton sur ton con stacco.
Triglie e carciofi in crosta di pop corn
Lo spaghettone con seppioline freschissime, carciofi, aglio, olio, peperoncino e briciole di pane.
Dunque erano, anzi, furono 588 all'origine. Questo è un vino confondente, perché non è normale come si sta evolvendo, e perché tanti Montrachet grand cru potrebbero anche costare e valere meno, e pure finire nel lavandino vicino a questa cattedrale monumentale dedicata a Notre Dame. Ce ne sono ancora; incredibile ma ce ne sono ancora, anche nella cantine degli amici del faro, credo almeno una decina quelle che rimarranno in bocca e nel cervello all'infinito nei prossimi anni. La cosa più straordinaria di questo vino è la persistenza, che sfiderebbe anche quella rilasciata da un brodo concentrato di carciofi.
St Pierre e ... carciofi, olive taggiasche.
Sorbetto al limone con limoncello, ton sur ton
L'elegante Cornelli, gdf che tiene il fiato e u gianchetto milanao così com'è.
I soci del libro sui vini francesi gdf al completo sul luogo del Patto:
Il Sogno
Stai cambiando paese? Il campanile è caduto e preferisci lo sciardonné più skinny? :)
RispondiEliminaS&L.
Ecco un classico esempio di un modo molto diffuso di fare impresa di ristorazione in Italia. Cibo ottimo, stagionalità, passione ecc. ma se non c'era GdF a regalarci questo resoconto e uno sprovveduto, capitato lì davanti, fosse andato sul sito internet del ristorante per vedere che roba è ... sarebbe scappato a gambe levate. Perché il sito è una pena assoluta. Ristorare significa fare impresa, e l'impresa è anche comunicazione. Peccato perché chissà quante altre realtà interessanti come questa sicuramente ci sono e non vengono valorizzate.
RispondiEliminaProsit
La comunicazione in certi casi è meglio sia delegata, ci sono p.r. che fanno e che hanno fatto miracoli per tirar fuori dal fango ottimi locali, a capirlo... ;-)
Elimina... bien entendu ...
RispondiEliminaProsit