del Guardiano del Faro
Anche in questo caso, ahimè, mi
devo immediatamente rendere conto che conosco questi ristoratori da almeno 25
anni, ma in questo caso forse anche di più, e cioè da quando stavano nella deliziosa
villetta ai piedi della collina morenica della Serra, dalle parti di Ivrea, e
precisamente a Borgofranco, al confine tra Piemonte e Valle d’Aosta. Ma la loro
storia, come evidenziato nel logo del ristorante, risale addirittura a 110 anni
fa.
Pensate un po’, da loro in estate si
poteva anche andare a trascorrere un pomeriggio su quella fresca terrazza con
vista sulla vasta pianura del Canavese per gustare i gelati e i dolci fatti in casa. Questo
oltre al regolare servizio di ristorazione nelle borghesi sale dedicate allo
scopo.
Ricordo nitidamente i piatti di
quel periodo che li portarono all’attenzione della stampa e della critica
specializzata, con stelletta appuntata verso l'alba del millennio. Li ritrovo in questa
calda e suadente collocazione ricavata all’interno di questo Eataly Torino con ingresso riservato o attraverso il centro commerciale. Si, quella faccia non mi è nuova, è sicuramente Stefano, che quando cominciava a prendere confidenza con il lavoro di sala aveva si e no 20 anni. Oggi, sicuramente l'esperienza non gli manca, a lui e a tutta la famiglia che si è trasferita a Torino da ormai quasi dieci anni; di cui 3 in transito da altro indirizzo prima di arrivare finalmente qui.
Saggia decisione quella di infilarsi
sotto questo grande ombrello, che in momenti pressoché tragici per buona parte
della fascia più alta della ristorazione può consentire di prendere fiato,
grazie alle sinergie createsi all’interno delle pratiche e funzionali strutture di Eataly, qui come nelle altre.
Coerente anche la linea di cucina
mantenuta anche qui, che è quella che li
ha fatti conoscere e che ha consentito loro di essere ancora in trincea mentre
molti hanno abbandonato le armi. Qualche tocco di contemporaneità e qualche
elegante finitura. Attrezzature più moderne, ovviamente, ma i sapori e i
profumi sono quelli, buoni, golosi, riconoscibili.
E infine, prima di andare a tavola, è giusto ricordare la grande tradizione di famiglia nell'arte della pasticceria ( uno dei fratelli ha da vent'anni una ottima pasticceria ad Ivrea), segmento goloso della tavola dove spicca la '902, in ricordo dell'inizio di questa lunga saga famigliare.
Lingua farcita di salsa verde e gelatina naturale di manzo
Le polpettine di Mamma Bruna con profumo di carpione e soncino
Merita un primo piano...
Piacevole pinot nero a seguire...
Un assaggio di lasagna chiusa alla piemontese ( dove il ragout è dentro )
Un bel piatto vegetariano? Ecco lo sformato di cavolfiore sotto fonduta di grana padano 20 mesi e sfoglia croccante del medesimo. Giardiniera di verdure al vapore.
I classici e ricchi agnolotti eporediesi, ai tre arrosti, con sugo d'arrosto e burro d'alpeggio.
Filetto mignon di maialino gratinato alle nocciole, il suo fondo tirato e purè di patate al burro e chips.
E con questi piccoli gelati maison parte una sequenza di dessert degni di un Relais Gourmand
...alla castagna e marron glacès... Montebianco Canavesano
Torrone al cucchiaio, o alla forchetta
Ne volete ancora?
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