lunedì 1 ottobre 2018

Una tavolozza senza sbavature



- Silvia Vecchione -
- lifeonthetopfloor -



Michelangelo Mammoliti, La Madernassa Resort

Mi hanno detto che le citazioni non sono sempre gradite. O, almeno, mi hanno parlato di due schieramenti sul tema: chi le ama e chi le odia. Che non si possa piacere a tutti è una verità scontata, valida anche in cucina, credo, dove bisogna sempre fare i conti con il senso del gusto individuale: abbiamo la nostra storia, il nostro cuore e la nostra testa e sono tutti, per fortuna, unici. Un’imprevedibilità e un’irriducibilità che per me è bellezza.



Là, tout n’est qu’ordre et beauté,
Luxe, calme et volupté.[1]


Quanti contrasti in due sole righe di poesia. Quanti opposti, che stanno benissimo insieme. Ordine e voluttà? Eccolo, un assaggio di quell’imprevedibilità e irriducibilità che per me è bellezza. Ce n’è tanta in poesia, sicuro, ma non voglio passare per aulica o complessa quando – in fondo – sempre di buon bere e buon mangiare sto parlando. 

Ho ritrovato la stessa bellezza là dove le Langhe incontrano il Roero, fra l’alternarsi di vigneti e frutteti, in un luogo che è davvero volupté da vivere con lusso, calma e silenzio: a La Madernassa Resort ho avuto il privilegio di sperimentare l’alta cucina di Michelangelo Mammoliti.


Michelangelo apprende la filosofia dell’eccellenza, dell’esigenza e del rigore dalle grandi stelle della cucina francese (tra cui Alain Ducasse e Yannick Alléno). Lavora a fianco di Gualtiero Marchesi a L’Albereta e al Marchesino, dove la passione perfezionista per la tecnica si unisce alla ricerca estetica: l’arte che finisce in mano a Michelangelo è la storia che si ripete.

L’incontro con Stefano Baiocco a Villa Feltrinelli rivive vivido nei profumi, nei colori, nelle componenti arboree e floreali che caratterizzano le creazioni di Mammoliti. Fabrizio Ventura, che gestisce La Madernassa Resort insieme alla moglie Luciana Adriano, si dedica con cura alla scelta dei vini, che vengono abbinati con entusiasmo, curiosità e audacia dal giovane Alessandro Tupputi.


Fabrizio, all’ingresso, ci accoglie con il sorriso. È fine estate, la serata è limpida, l’aria calda e umida. Io indosso un abitino nero con una leggera gonna in plissé. Affronto gli scalini in immancabile tacco dodici, prendendomi anche il rischio di non guardarli, perché il blu luminoso della piscina ha la meglio sui miei occhi distratti. “Abbiamo preparato il tavolo in terrazza per voi, stasera, ma ci terrei a farvi prima vedere le sale e la cantina”. Inizia il tour della tenuta: rustici mattoni a vista spiccano nell’alternanza di legni scuri e materiali metallici, a contrasto con le pareti dai toni bianchi, avorio e sabbia. 

L’eleganza semplice di una villa di campagna, dove il trucco c’è, ma non si vede. Datemi un pianoforte a coda e mi avrete persa: nel salotto, la romantica che c’è in me sogna a occhi aperti…mancherebbero solo carta e penna, ma qui si compensa in champagne: Blanc de Blancs “Horizon” di Pascal Doquet, fresco e brillante, profuma dei frutteti che ci circondano.


Ci accomodiamo in terrazza. Il tavolo dà direttamente sulla collina ed è illuminato dalla luce brillante della luna piena. Già a partire dagli amuse bouche, la tavolozza dello chef Michelangelo non mostra alcuna sbavatura: la bellezza vivida e reale della terra – “il mio buongiorno si vede dal Giardino!”, dice – è raccolta con la massima cura, trattata da mani che tradiscono il tocco di delicatissimi guanti in seta, raccontata con rispetto in piatti d’impeccabile esecuzione che ne sprigionano la forza autentica e più essenziale. 

Il cerchio di Giotto finisce nelle mani di Michelangelo con la più sbalorditiva delle sue creazioni: il Pomod ’Oro è esaltazione di dolcezza tutta naturale. È un gioiello che viene dalla terra: entrambe le caratteristiche di perfezione e naturalezza sono espresse nella forma sferica; il valore del territorio e l’eccellenza della materia prima sono sintetizzate sublimemente nella foglia d’oro. Un piatto eccezionale, fatto di contrasti, un omaggio all’imprevedibilità e all’irriducibilità della natura. Una creazione che è ordine e bellezza; lusso, quiete e voluttà.



[1]L’invitation au voyage, Les Fleurs du Mal, Charles Baudelaire.

S.V.

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