- Michela Brivio -
Sono tra quelli che non hanno resistito all’inizio della
nuova stagione Cibo di Mezzo
e che quindi ha goduto di una serata davvero speciale: la quattro mani alla Dispensa
Pani e Vini con il cuoco di casa, Marco Acquaroli e l’ospite Stefano
Cerveni, Ristorante
Due Colombe*.
E’ amore. Già dichiarato per i fuori casa, cuoco e sommelier
Gianluca Goatelli, da sempre e per
sempre ormai, e ora nato anche qui e per questo progetto, dal 15 ottobre al 2
dicembre godibile in tutti i ristoranti e da tutti i produttori aderenti (vd
post precedente a riguardo).
L’aperitivo è servito al banco all’ingresso, circondati da
tutta la Franciacorta in bottiglie, i salumi e formaggi che risplendono dalle
vetrine e dai presenti con cui condividere la serata.
Conosco finalmente i promotori dell’iniziativa Carlos Mac Adden e Paolo Maioli, ritrovo
con piacere amici del settore e con un bel bicchiere di Cortefusia
la serata può iniziare.
Il benvenuto è raccontato, preparato e servito direttamente
qui dai due protagonisti.
Battuta di fassona, olio
di arancia e vermouth
Lacerba
Cialda di topinambur
con purea e fermentato
(M. Acquaroli)
Tartare di trota
selvaggia, maionese al cipollotto, vermouth Lacerba e caviale di trota
Lumaca anni 80’
(S. Cerveni)
Poi loro si spostano in cucina e noi in sala per l’inizio
della partita, che lo è semplicemente per l’alternanza dei piatti proposti. Non
avrei rivelato il nome dei cuochi sul menù e lo raccomando per la prossima
volta.
Sempre difficile una quattro mani: i cuochi si conoscono per
la prima volta in cucina con le rispettive brigate e i piatti devono
susseguirsi con equilibrio, armonia e in crescendo.
Questa magia è successa, e non è così scontato anzi…
L’esperienza e la maturità di Stefano si sono perfettamente
unite alla cucina di Marco, in cui Cerveni si riconosce 10 anni fa. Un
bellissimo augurio e complimento per il padrone di casa, a cui tutti ci siamo
piacevolmente uniti.
Apre le danze l’ospite con la sua Consistenza di funghi
porcini, fiori e foglie. Si sente l’autunno in bocca e visto che meteorologicamente
tarda ad arrivare è ancora più un piacere. Un gioco davvero perfetto, aspetto
che apprezzo sempre tanto perchè valorizza un unico ingrediente estraendone
tutta l’essenza nelle diverse consistenze proposte.
Consistenza di funghi
porcini, fiori e foglie (S. Cerveni)
La risposta è la Sardina Presidio Slow Food al barbeque. Uno
degli aspetti più belli di questa cena è stato il profumo. Ogni piatto aveva
una carica olfattiva davvero inebriante. Fondamentale per una degustazione che
ti avvolga in tutti i sensi.
Qui è la tecnica il gioco, perché ci sono tutte e tre le
possibili preparazioni bbq in un unico piatto e ognuna regala la sua sfumatura.
Della sardina non si butta via nulla. Va mangiata tutta. Altra sorpresa è ancora
la consistenza. Ci si aspetta l’essicata o, vista la tipologia di cottura, qualcosa
di diverso e invece alla croccantezza esterna si contrappone un cuore morbido.
Sardina Presidio Slow
Food al barbeque (M. Acquaroli)
L’asticella dei sapori è già bella alta e il carattere dei
due molto diretto, forte e deciso.
Si alza ulteriormente con i primi piatti.
Stefano propone una delle preparazioni che più amo, la pasta
fresca con ripieno liquido. Per la serata sono Tortelli, zafferano, bagoss,
salvia e limone, da mangiare rigorosamente in un sol boccone, per godere di
un’esplosione in bocca che ha effetti indescrivibili. Quando uno è bravo è
bravo.
Tortelli, zafferano,
bagoss, salvia e limone (S. Cerveni)
E ora come la mettiamo con la risposta?
Divinamente. Marco ha saputo reggere l’intensità del piatto
precedente con un risotto altrettanto maschile. Perfetta cottura ed equilibrio
degli ingredienti.
Risotto, burro di
malga, maialino e pesci di lago (M. Acquaroli)
Concludiamo con due assoli.
Scottona al Sampì,
aceto di miele e ortaggi (S. Cerveni)
Cioccolato e Amaro 030
(M. Acquaroli)
Piccola pasticceria
C’è un piatto senza nome, l’ultimo, quello che unisce i due
cuochi nei ringraziamenti reciproci, dove emerge stima, passione e condivisione
di valori, quelli che fanno vibrare il cuore e che battono in questo progetto
che vede uniti loro e tutti gli altri cuochi, i produttori e il territorio.
Una professione diventa tanto altro se a muoverla è tutto
questo. Grazie perché è solo così che l’enogastronomia può riacquisire la sua
natura e ritornare ad essere veicolo di cultura, emozionando. Avanti tutta e buon
Cibo di Mezzo a tutti.
Non durerà solo in queste occasioni e nei menù proposti nei
due periodi dell’anno, ma sempre in chi come loro crede e porta avanti ogni
giorno questa missione e passione.
Un ringraziamento per le foto a Nicolò Brunelli.
Michela Brivio
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