martedì 9 settembre 2014

Gattinara | Nervi


DOC, così come GDF, è un acronimo che dovrebbe garantire un qualche cosa, come fosse un nome, però formato da sole iniziali. Iniziali furono le denominazioni, DOC o DOCG; poi vennero i cru, cose normali da queste parti, intese da molto presto come importanti, se non già da subito. Quando si parla di Gattinara andrebbe abbassato il cappello un tempo forgiato per un Signore o per un Contadino.


Entrando nelle vecchie cantine dei poderi Luigi Nervi quel cappello, Barbisio o Borsalino che sia, sempre piemontese sarà, e andrebbe abbassato ancora un pochino di più verso la terra. Ci si potrebbe impegnare a scrivere sopra un bel libro partendo dal fondo di questa cantina, qui come in diverse cantine italiane che hanno tante verità nascoste che non aspettano altro di essere svelate per la prima volta.

Lo so, volendo essere diligente e noiosamente eloquente adesso dovrei o potrei fare copia e incolla da mille altre risorse già scritte e che troverei sicuramente sul web, così, tanto per far numero. Ma io qui davanti ci venivo da bambino per motivi ed interessi diversi, neppure miei, figuriamoci se adesso vado a leggere le impronte altrui. Ognuno vive l’emozione come gli capita, e poi la fa sua e la sviluppa come crede.


Sono cresciuto all’ombra di queste colline, per giunta coscritto del Gioacchino Sella, proprio quello della nota famiglia di banchieri biellesi, che mi dicono -qui alle cantine Nervi- esistessero già prima di Gesù. Non lui, la sua dinastia; cosa non falsa facendosi accompagnare dal ricordo dei racconti dell’uomo del vino rappresentante della famiglia simbolo di queste parti, che mappe alla mano sarebbe in grado di mettere in moto una macchina del tempo, lenta ma implacabile. Una lezione che sembrava noiosa, invece educativa, che non ho dimenticato


Arrivo anch'io da dietro le colline, con nelle orecchie il costante brusio di un torrente che a volte poteva diventare un fiume, il Sesia, o La Sesia, come si dice a Vercelli, Provincia che ancora sovrintende al comune, o la Città del Vino, come ama definirsi Gattinara.

Claudia Fedulov mi illustra la storia dell'Azienda Luigi Nervi

Colline distese di qui e di là del Sesia. Io da bambino stavo dall’altra parte, come in seguito feci sempre nei casi della vita, cercando di capire dove finisse la collina, sperando inconsciamente non finisse mai. La mia era quella di Ghemme, più retta, più regolare, molto diversa da queste protuberanze irregolari che consentono di percepire a momenti le diversità di paesaggio e di clima dominati dal Monte Rosa.

Sullo sfondo, il Monte Rosa visto dalla terrazza della sala degustazioni

In quei tempi si davano per scontate tante cose, belle o brutte, comunque frutto di ignoranza, di campanilismo, di gelosie tra comuni limitrofi. Luoghi comuni, affermazioni buttate lì senza conoscere la storia e la geografia in maniera approfondita. Certo, anche qui c'è chi si macchiò di malefatte alcoliche che incrinarono fama e fiducia, e allora ancor più bravi e coraggiosi quelli che hanno investito tempo, denaro e cultura con il fine di riportare in alto il nome di Gattinara.

La grande sala degustazioni

Vigneti e boschi dalla terrazza ...


Erling Astrup. Da tre anni le Cantine Nervi sono di proprietà norvegese, aspetto che non ha però modificato percettibilmente lo stile riscontrabile nell'assaggio dei vini di ieri e di oggi, proprio perché la proprietà ha saggiamente mantenuto una discreta continuità L'enologo è il medesimo, mentre l'uomo della vigna. che era andato in pensione è stato richiamato al suo lavoro, per non perdere nulla dell'aggancio allo storico. Quello che è radicalmente cambiato è il lato commerciale, perché prima la parola esportazione non aveva molto significato in questi uffici, mentre oggi il marchio Nervi è esportato per il 75% della produzione, cambiamento che ha così rafforzato l'immagine e la conoscenza di questi vini nel mondo. Bianco, rosé o sparkling, come mi dice Erling, fanno da complemento, da stampella economica all'azienda nota per la qualità molto elevata dei suoi Gattinara.

Molsino 2007, 2005, 2002 : prima i fiori, poi i frutti e infine il terroso che si fa avanti con la terziarizzazione. Qui manca il 2006, premiatissimo da tutte le guide di riferimento: Bibenda AIS, L'Espresso, Slow Wine, Veronelli e Touring. Quel vino è considerato eccellente per tutti i degustatori. Farsi conoscere anche così all'estero è un bel biglietto da visita, che consente di aggiungere valore al prodotto. Ho bevuto di recente anche il Gattinara village 2006, come si direbbe di là delle Alpi, e me lo ricordo bene, molto bene. E poi, per esempio, a quel prezzo cosa bere in Langa?

La targa del carro usato per trasportare il vino negli anni '20 e '30

Appunto, il carro

In cantina con Erling


Molsino 2011 da botte piccola, che borgogneggia per via di quella leccatina di vanigliato che Erling comunque non gradisce. Sono prove, vanno fatte.

Stesso vino da botte grande, che ci riporta nell'alto Piemonte, esilmente, in finezza, di stoffa e di bouquet che va cercato con gli occhi chiusi e la massima concentrazione per svelarne i descrittivi più propri, più adeguati.

Antichità

Quando era la Torre il simbolo del Gattinara, senza dimenticare l'altro termine classico : Spanna

I campioni da esaminare o far esaminare, anche vecchi di 60/70 anni.  Vini delle Cantine Nervi oppure provenienti da altrove, del tempo in cui era consentito tagliare il nebbiolo di qui con vini provenienti dalla Puglia, quindi parliamo degli anni 50 fino all''inizio dei '60. Prima di tagliare e rinforzare (ante 1964) si assaggiavano i campioni che arrivavano da laggiù.

Forse la più vecchia bottiglia di Gattinara esistente : è dichiarata del 1844, ed è conservata benissimo; recuperata non molto tempo fa a Borgomanero. Si, ce ne sarebbe abbastanza di materiale da costruirci sopra un libro storico, oppure didattico, oppure un romanzo, a scelta. 

Andateci a Gattinara, Claudia vi accoglierà con un sorriso disarmante. Se invece volete il vino e vivete fuori dal Piemonte, ci penserà Christian Bucci a farvelo avere. La distribuzione in Italia è infatti affidata a: http://lescaves.it/ 


gdf

1 commento:

  1. eh eh il gdf quando torna a raccontar di vino cambia passo :-)
    Georges

    RispondiElimina