domenica 28 febbraio 2016

Chi l'ha scritto?

"Dall'elementare e cruda pratica sessuale alla più delicata educazione sentimentale, è difficile trovare metafora calzante come quella del piacere d'amore per raccontare il rapporto che potete avere con vino.

Lo si comincia a capire quando vi lasciate la vetrina alle spalle. Rumori, luci, parole e affabulazioni non ci sono più. Adesso siete soli, a tu per tu con il vostro vino.

La scelta è fatta, l'aspetto estetico dell'oggetto che avete tra le mani è meno rilevante. Il fascino è tutto liquido, è quella la sua personalità. Volete conoscerla, capirla, se possibile esserne sorpresi e deliziati. 

L'istinto vi spinge a consumare e dimenticare, ma la seduzione è in agguato. Un vino può stregarvi e divenire relazione stabile, solida e duratura, e il vino della vostra vita rischia anche di manifestarsi sotto forma di piacere estatico, avvolgente, forse meno fisico ma capace di prendervi per sempre o lasciarvi ricordi struggenti.

Insomma, pensate di possedere un vino, in realtà ne siete la vittima potenziale. State per stappare una bottiglia, magari pregustando solo un buon bicchiere, senza sapere che in realtà è appena iniziato il vostro viaggio nel "gusto". Avventura complessa e multi forme che vi porterà a esplorare il sapore, il piacere, l'eleganza, lo stile, la gradevolezza, la classe, la potenza o l'amenità e il divertimento di un vino, perché è l'insieme di tutto questo a fare il "gusto". Ed è solo una partita fra voi e il vino, anche se continueranno a pesare alcuni elementi marginali.

Ogni vino ha, per esempio, il suo abito, il suo look, dettagli che ne cambiano colore ed aspetto. Un vetro Bordolese sarà più imponente e presenzialista con quello scarto netto fra il corpo e il collo della bottiglia, mentre una Borgognona o l'Albeisa, che è la sua variante italiana saranno bottiglie maliziosamente più esili grazie al lungo collo esaltato da una minore struttura."

ecc... ecc... come quando si dice che è venuto tempo di raccontare il vino in una maniera diversa, meno tecnica e più emotiva ed umanistica ... era dieci anni fa, forse troppo presto, e quindi ri -editarlo è stata una buona scelta.

3 commenti:


  1. Il bimbo ristette, lo sguardo era triste,
    e gli occhi guardavano cose mai viste
    e poi disse al vecchio con voce sognante:
    "Mi piaccion le fiabe, raccontane altre!"

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  2. Faccio prima a portarti il libro, potrebbe anche piacerti.
    Non è tecnico, è viscerale.
    Se lo riesci a finire conseguirai la licenza per aprire un wine bar umanistico

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  3. Difficilmente lascio un libro a metà, dovesse succedere, (magari coi liquidi senza solidi non trovo la quadratura) cerco socio al cinquanta con mezza licenza, di uccidere la noia...

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