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Se andate a Parigi, non potete trascurare una gita fluviale sulla Senna a bordo di un “bateau-mouche”. È forse l'accostamento più nobile per la fastidiosa mosca, frequentatrice di deiezioni pregne di coliformi fecali, famosa per aver provocato l'antica proverbiale pazienza di Giobbe con l'incessante posarsi sul suo naso. Essa è anche protagonista di un film del 1986, La mosca di David Cronenberg, che vinse l'Oscar al miglior trucco nel 1987.
E giocare a mosca cieca? Oppure ai similari acchiappino o nascondino? Per puro caso è anche il nome della capitale della Russia, ma Mosca era in origine un villaggio che prese la denominazione dal fiume che anticamente la lambiva, la Moskvà.
Non contenta degli immeritati risultati ottenuti, la mosca (simbolica), certamente non per merito suo ma grazie a qualche umano disinvolto o addirittura incosciente, è sbarcata nell'Olimpo delle bevande tuffandosi nella Sambuca, un liquore sciropposo a base di anice stellato e distillato di fiori di sambuco.
La solita leggenda risale agli anni della “Dolce vita” in un bar di Via Veneto a Roma, ove un buontempone gettò qualche chicco di caffè nella Sambuca del vicino, gridando alla mosca nel bicchiere. Prendiamo nota che ormai è un rito amato da molti estimatori di questo liquore, riscontrando che sono altrettanti coloro che correggono il caffè con la Sambuca in un simbiotico matrimonio.
Ma in agguato vi sono i venditori di cialde pronte, da usare con macchine appositamente prodotte, che inibiscono l'utilizzo tradizionale del macinino che frantuma ad hoc i chicchi profumati, che amerebbero fare, a richiesta, anche le mosche in un bicchierino di Sambuca.
È una moda che sta prendendo piede velocemente, lasciando delusi e costernati i richiedenti della Sambuca con mosca. Ma c'è un vantaggio. Se nei locali sprovvisti di macinino da caffè, notate nella minestra un esserino scuro, siete certi che è una mosca vera o qualcosa di similare. Ma purtroppo piove sul bagnato, in quanto anche per gli amanti del caffè corretto Sambuca, c'è per loro la novità sconvolgente di cialde al caffè aromatizzato sambuca (esse minuscola, sic), ma consolatevi, è all'aroma naturale. Sicuro?
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Anni fa a Barletta, stavo partecipando ad una gara di pesca alla mosca, dopo ventinove fette di nettarina annegate nella sambuca aromatizzata al caffè in grani, mi macchiai l’abito di Moschino appena acquistato che mi faceva sentire bene, anche se, in mezzo a tutti gli altri con stivali di gomma e canna in mano e in bocca, sembravo una mosca bianca, mi venne la mosca al naso, cercai di scacciarla menando colpi a destra e a manca, lei continuò a combattere fino all’attacco finale, la colpii agli occhi annebbiandole la vista, ma la mosca cieca non scappò, era una Fieramosca, la presi prigioniera sotto un bicchiere che conteneva residui di moscato di Scanzo, lei ci affogò facendo una bella fine, poi, invece, sentii un rumore, russa, pensai e la portai a Mosca per riacclimatarla, in aereo ordinai moscardini in umido, ma non conoscendo la lingua e non volendo acquistare una vocale sbagliai qualche accento, mi portarono dei cantucci e un calice di Moscadello di Montalcino, quando mi svegliai, trovai, inspiegabilmente, del lavoro arretrato e mi tornò la mosca al naso.
RispondiEliminaE l'allegoria continua ad libitum. Salut!!
RispondiEliminae se ti si posano sui.... capisci finalmente che i fastidi è meglio risolverli senza usare violenza sugli organi :-)
RispondiEliminaBB