mercoledì 16 gennaio 2013

Il mendicante con il telefonino

del Guardiano del Faro

Dunque lo Chateau d'Yquem 2012 non ci sarà. Quindi è là che hanno colpito i Maya di sinistra, hanno colpito un simbolo del lusso invece del popolo. Lo leggevo giusto ieri l'altro su un giornale di sinistra: L'Espresso Food & Wine. Sono 25 i milioni di euro di danno procurato, oltre all'indotto di mancata solforosa. Si capisce che non c'erano le condizioni per farlo. Senza le migliori condizioni di muffa nobile non si può proprio fare un Sauternes d'alto bordo. Ma quanto mi dispiace! La manderanno indietro l'anidride solforosa inutilizzata o la smaltiranno nel compost secco? O ci sarà tanto Y-grec secco? Mah, intanto dovrò trovare scuse diverse per giustificare il mal di testa di stamattina, frutto di un proletario cinquième cru di Sauternes.

Mentre entro al supermarket guache caviar me ne faccio una ragione osservando con la coda  dell’occhio quel che resta di quel 5ème cru dell’appellation in equilibrio precario sugli scaffali. Potrebbe anche cadere a terra da quella posizione. In zona bollicine il Krug batte ormai sui 160 euro, il Dompè sui 110 mentre, poco più in là, il salmone masticabile sugli 80 e il caviar d'aringa popolare si colloca democraticamente sugli otto euro a mini papalina.

Il sistema di casse automatiche della catena gauche caviar sembra abbia funzionato. Saranno ormai tre o quattro anni che l’esperimento sarà cominciato, comunque meno delle molte commesse scomparse. Dove saranno finite le commesse in esubero? Mah, fatti loro,  forse smaltite nel compost, che è ecologico, ma la direzione le terrà sempre nel suo cuore.

Voi siete qui c’è scritto in un visual alla parete con la mano sul cuore. Deve essere il Direttore che rassicura i clienti smarriti davanti a tutte le casse manuali chiuse e a quelle automatiche dal funzionamento misterioso. Quindi le commesse scomparse saranno lì? Veramente saranno li?  dietro al muro di cemento? Si, quelle rimaste si, stanno rimpiazzando i prodotti esauriti sugli scaffali, ci vuole elasticità, puoi benissimo fare il magazziniere e la cassiera.

Articolo inatteso dentro i sacchetti, spostare l’articolo fuori dal sacchetto, chiamare l’addetto, avete passato la tessera? Scegliere la lingua d’uso. Scegliere il tipo di pagamento. Ricordarsi di prendere il resto. Prendere la spesa. Ritirare lo scontrino. Il resto è distribuito sotto lo scanner...

Il tipo di pagamento che deciderà di usare la ex bella che incontro spesso sul lungomare vestita come una barbonne de luxe bohemienne non riesco ad immaginarlo, però secondo me la signora avrebbe cose più interessanti da dire di una cassa automatica che non fa altro che chiedere l’assistenza di una commessa non ancora licenziata.

La barbonne de luxe però ha gusto, e anche domicilio non ufficiale lì dentro; ci fa quasi quel che vuole nei bagni e negli ambienti comuni, perché c'è tolleranza uno -anche due-  da queste parti. Un altro slogan alla parete rassicura, ti fa sentire parte del gruppo, anche se la testimonial fa ridere solo i polli allevati a terra e in un unico pollaio fazioso.

Appena fuori dalla porta fanno tutti i loro comodi, ma anche dentro se dai una mano a sistemare i carrelli vuoti quando c’è il sole e gli ombrelli quando piove. Non ti caccia nessuno, anzi, una mano lava l’altra. C’è solidarietà tra chi è rimasto: dipendenti italiane, mendicanti di repubbliche ex comuniste e venditori di ombrelli senegalesi, che la pioggia la amano qui ancor più di quanto l’avrebbero desiderata a casa.

Venditori di rose cingalesi, badanti moldave, escort lituane; tutto fa brodo al supermarket gauce caviar près de la frontiére. Dipendenti italiane con contratto a termine, dirigenti a tempo indeterminato, bruttine francesi che si sentono sole, mendicanti dell’est, venditori abusivi asiatici e africani, come in una riuscita Babilonia.

Il parcheggio è gratuito, a volte anche per i non clienti, c'è tolleranza o mancanza di personale addetto; metto le buste ecologiche riciclabili nel baule, il carrello oggi lo lascerei al secondo mendicante, quello che si occupa di sorvegliare il parcheggio.

Il primo, all’ingresso principale, ha già da fare con  il cucciolo di labrador, con la gestione degli ombrelli, bicchierino di plastica con monetine di rame da svuotare e ciotola del cucciolo da riempire.

Oggi però non è lo stesso ukraino che controlla l'ingresso, quello che ormai conosco bene. Sarà passato di grado nell'organigramma della povertà gestita dopo la lunga esperienza in quel ruolo. Si sa, chi non comincia dal basso... ah, no, questa funziona meglio in spagnolo in Babel Channel: qui non empieza de  abajo no se concoce el trabajo. Più o meno.

Quello al parcheggio sta seduto con un altro cucciolo dormiente di specie ibrida, il carrello -insisto- oggi glielo lascerei, ma non fa una mossa per alzarsi, né per me né per nessun altro che si avvicini all’auto. Sta là a terra ad aspettare che arrivi qualche cosa e a contemplare le sue pene, immagino.

Preferisco creare dubbi che dare risposte, e allora ci provo lo stesso, ma gli squilla il telefonino proprio in quel'istante: mi allontana con lo sguardo e tira fuori l’iphone da un taschino. Si scusa, ma il capo lo sta chiamando. Lo interrompo ugualmente: Ehi amico! Non fare così. Volevo solo offrirti un bicchierino di Sauternes! La cop sei anche tu.

- gdf -


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