domenica 4 novembre 2018

Una Credenza gourmet



- Silvia Vecchione -

lifeonthetopfloor -





Ristorante La Credenza, San Maurizio Canavese


"È vegano?" - "No, è buono." Risponde con decisione il nostro Maestro Credenziere. Semplicemente buono. Siamo al Ristorante La Credenza di San Maurizio Canavese, in una giornata d'autunno ancora calda da sembrare estate, se non fosse per i giardini cosparsi di zucche, le pagine Facebook invase da tartufo e il mio look giocato in arancione.


Mi sono informata: perché si chiama "credenza"? Una volta, ai cosiddetti Maestri Credenzieri veniva affidato il compito di assaggiare per primi tutte le pietanze di un banchetto per assicurarsi che non vi fosse nulla di avvelenato. Così, i piatti venivano disposti sul mobile che poi avrebbe preso il nome di "credenza" e, salvo effetti collaterali, al segnale di via libera la festa poteva iniziare, con la convinzione - o  la "credenza" appunto - che tutto fosse degnamente commestibile.



Forse nel 1600, tra aristocratici e nobildonne, si parlava più di veleni che di vegani. Io mangio quasi ogni cosa - chi è stato a tavola con me conosce i miei, pochi, limiti - e una buona forchetta non si tira indietro a provare cucine alternative, sapori esotici o interpretazioni, più o meno audaci, della classicità. Un piatto vegano non mi spaventa affatto, anzi, quando si è sempre in giro per ristoranti penso possa solo fare bene! Certo è che davanti alla risposta secca " È buono" e all'espressione consapevole di Giovanni, mi viene voglia di assaggiarla proprio tutta, questa Credenza.



Intanto, vi presento il buon vegano: bietole, verdure di stagione e clorofilla di prezzemolo. Enchanté, per davvero: un verde brillante che richiama il prato del bel giardino zen al di là della sala e trasmette speranza in quello che sarà, su questa bella tavola dove il moderno minimalismo viene spezzato da raffinati tocchi di colore e dettagli decorativi.


Andando con un po' più d'ordine, farei ritorno al momento amuse bouche per citare il roll di insalata russa tonnata. Bello da vedere e piacevole da gustare: il croccante e il sapido risvegliano le papille gustative e la morbidezza rassicura, in un finger food che ammicca in vezzoso abito a fiori e poi conquista con la personalità di chi sa quello che fa. Esperienza, passione, determinazione e coerenza fanno di Giovanni Grasso, Igor Macchia e Chiara Patracchini un team vincente, che crea cucina bella, nuova e di sostanza.


La melanzana arrostita con toma di alpeggio, pomodori confit e patate al pesto sorprende per la tecnica e il contrasto tra consistenze. Un viaggio da Nord a Sud che saluta l'estate in un'istantanea dai colori vividi. E la mia faccia davanti al risotto mantecato con toma delle viole l'avete vista? Una frase un po' disordinata è giustificata, direi, davanti a un piatto che avvolge i sensi in tanta profumata cremosità. Il tartufo, ça va sans dire, sta decisamente meglio qui che su una pagina Facebook.



Il dessert scelto per me è un mix che ben si adatta alla personalità imprevedibile e un po' controversa - così dicono - di un segno doppio: ciliegie allo zenzero, camomilla, cioccolato bianco e granita ai fiori di sambuco. Quanta dolcezza, delicatezza, morbidezza e calore racchiusi insieme a carattere, decisione, durezza e freschezza.



Un mix equilibrato in tutte le sue componenti, degna conclusione di un banchetto che lascerebbe soddisfatti anche gli aristocratici e le nobildonne, sempre che il loro Maestro Credenziere fosse in grado di limitarsi agli assaggi.





Piccola pasticceria da portar via, se si vuole, in una deliziosa scatoletta mignon che è oggetto di design, pratica ed essenziale. Portar via, ma per andare dove? Qui non ci sono camere, è vero, ma proseguendo sulla bella strada del design c'è Casaformat, il progetto di ristorazione e ospitalità responsabile sempre firmato dal duo Macchia-Grasso. In località Orbassano, a due passi dalla Palazzina di caccia di Stupinigi, Casaformat abbina l'assoluta modernità degli interni con la cucina gourmet che nasce dall'orto, per non deludere nemmeno i vegani.




S.V.

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