Sina Sliding Food porta a Milano la cucina piemontese con chef Ivan Bartuccio
- Silvia Vecchione -
- lifeonthetopfloor -
Sentirsi a casa lontano da casa: questo è l’invito che Sina Hotels rivolge ai propri ospiti in tutta Italia. Missione ancora più ambiziosa nel centro di Milano, dove il via vai di troppi fusi orari scorre impetuoso, tra businessmen super impegnati e frettolosi shopaholic, dove le lingue e gli accenti provenienti da ogni parte del mondo si confondono tra loro nel rumore del traffico e le lancette dell’orologio avanzano veloci, spesso rubandoci pause preziose e distraendoci dalla bellezza delle cose più semplici. Missione ambiziosa, quindi, ma riuscita: nella mia esperienza presso gli alberghi milanesi del gruppo, ho sempre ritrovato un’atmosfera di calore e familiarità che vi ha reso piacevole il ritorno, dai brindisi estivi sulla panoramica Terrazza Aria all’affascinante serata di ieri, trascorsa tra il design boutique hotel Sina The Gray e la signorile eleganza del ristorante L’Opéra presso l’hotel Sina De La Ville.
La serata di ieri ha inaugurato il progetto Sina Sliding Food, nuovo format di cucine itineranti che vede i ristoranti degli hotel Sina scambiarsi gli chef per promuovere la cucina del territorio in altre regioni. L’intento è creare occasioni d’incontro tra le più rinomate eccellenze della cucina italiana, nell’esclusivo contesto di hotel di lusso che si trasformano ancora una volta in salotti ospitali e accoglienti, in luoghi di dialogo e di scambio, coerentemente alla filosofia Sina. La prima tappa del tour si svolge appunto a Milano, dove Ivan Bartuccio, chef del ristorante Le Scuderie dell’hotel Sina Villa Matilde di Romano Canavese (Torino) presenta un menu ispirato alla classicità piemontese, realizzato con materie prime di stagione e di qualità finissima, prime fra tutte il tartufo di Tartufi Urbani e il barbaresco di Antinori.
A inizio serata veniamo invitati ad accomodarci presso il Gbar del Sina The Gray per degustare un aperitivo a buffet in stile piemontese: toma alle erbe e Castelmagno sono deliziosi in abbinamento alla mostarda di fichi e alla confettura di albicocche, ma, conoscendo il menu della cena, cerco di porre un freno consapevole alla mia golosità. A distrarmi dai formaggi tentatori, ci pensa l’atmosfera vivace, resa ancora più suggestiva dalla vista sulla scintillante Galleria Vittorio Emanuele. In una nuova compagnia, brillante e ben assortita, ci si diverte a chiacchierare di vino, lasciando da parte anche lo smartphone per dare spazio alla convivialità del momento, in nome di un evocativo invito a brindare con il signature cocktail della casa, il Milano Torino 1958.
Prima di lasciare il Sina The Gray per dirigerci al vicino ristorante L’Opéra, ci concediamo un tour tra le stanze più iconiche dell’albergo. Spettacolare la vista dalla prestigiosa Gallery Room, dotata di meravigliosa vasca idromassaggio e arredata secondo l’inconfondibile gusto estetico dell’architetto Guido Ciompi, che in ogni angolo dell’hotel desidera inserire elementi etnici e materiali d’ispirazione esotica per ricreare ancora una volta l’atmosfera di casa firmata Sina. A ribadire il concetto di home away from home, ogni giorno nei lavandini di tutte le stanze vengono posate foglie di fico fresche e verdissime, che rendono vivo, personale e intimo l’ambiente dell’albergo, trasformandolo da potenziale spazio astratto a contesto caldo e familiare.
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Ivan Bartuccio |
Ultimo cin-cin prima di abbandonare l’hotel The Gray in direzione Sina De La Ville. Qui, il ristorante L’Opéra risplende di classica eleganza; la solenne magnificenza dell’ambiente ben si presta a raccontare una tradizione culinaria importante come quella piemontese. Sorridente, Ivan Bartuccio fa il proprio ingresso in sala, raccontandoci il menu creato appositamente per l’occasione e degustabile presso il ristorante fino al 18 novembre compreso, sia a pranzo che a cena.
L’antipasto è la patata cotta nel sale con tuorlo d’uovo, fonduta di toma d’Alpeggio e tartufo: quanto basta per confondere la vista della Madonnina e trasportarci tra le dolci colline del Canavese.
A seguire, il risotto Carnaroli al tartufo è morbido e cremoso, ma dimostra carattere col croccante della nocciola: un contrasto di consistenze ben riuscito e piacevole al gusto. La bavetta di vitello cotta a bassa temperatura con purè allo scalogno e tartufo ben si accosta alla raffinata intensità e alla corposa persistenza del barbaresco Prunotto Antinori.
Coerente con la carta ma dichiaratamente audace il tocco di tartufo sul dessert, che rinfresca piacevolmente il palato grazie al gelato al fior di latte, qui abbinato alla purezza del cioccolato fondente e alla dolcezza dei pinoli caramellati.
Ho trascorso la cena in ottima compagnia presso un tavolo piuttosto inusuale perché composto interamente da lombardi: raro trovarne così tanti, tutti insieme, nella tanto cosmopolita Milano. Facile sentirsi a casa per noi che a casa ci eravamo, si può dire. Sarà, ma la serata ha reso possibile qualcosa di più: ci ha trasportati via dal trambusto e dalla frenesia della città per portarci tra le verdi colline piemontesi fino alla pace di Villa Matilde, invitandoci a degustare sapori e profumi autentici in un contesto che fa di convivialità e ospitalità la propria essenza, portando ovunque il calore e l’atmosfera di casa.
S.V.
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