- Silvia Vecchione -
- lifeonthetopfloor -
Il rosso
c’è, il bianco anche, in un ambiente luminoso, arredato con eleganza
minimalista; non c’è verde Italia, ma blu Francia, blu mare, che dà profondità
e lascia che lo sguardo si apra e si perda cercando l’orizzonte al di là della
sala. E se, insieme alle nuvole nel cielo, si addensano nella testa dubbi e domande,
per fortuna ci pensa Franco a intervenire con una calorosa accoglienza e una
bottiglia di Grand Cru Ambonnay Andrè Beaufort, fresco, minerale e persistente.
All’ingresso, mi colpisce in controluce il look delle addette alla sala: pantaloni
scuri con stampa fiorata, proprio come i miei! Che intesa. Loro danzano come
ninfee su questo sfondo bianco e blu, volteggiando nell’aria con fra le mani i
profumi e i colori di una cucina che si scoprirà leggera e raffinata, in totale
coerenza con il contesto. Lascio il mare in tempesta fuori dalla porta oggi e mi
concedo il lusso di un pranzo al Ristorante Balzi Rossi di Ventimiglia.
Si parla di Francia, a volte
in francese, ma l’amuse bouche è Liguria nel piatto, con sardenaira e focaccia
di Recco: lo street food regionale reinterpretato in chiave gourmet; l’intensità
di sapori è concentratissima in questi mignon che sanno di classicità ridotta all’essenza
più pura, che mi conquista.
Un altro omaggio alla costa, l’acciuga fritta e il delicatissimo
ripieno del barbagiuai, che oserei chiamare così finché siamo a Ventimiglia,
per mantenere, almeno in terra di confine, un po’ di quel buono e sano “amor
patrio” che di solito, purtroppo, non ci caratterizza. Racchiuso in un fragrante
doppio wafer ai cereali, è sofisticato anche il brandacujùn.
Piatti di sapidità
volutamente marcata che, giocando sapientemente sui contrasti tra croccante e
morbido, invitano il palato a proseguire, lasciandogli intuire che il mantra in
cucina è la doppia “E” di Equilibrio ed Eleganza. Saranno Balzi Rossi, d’eleganza
rosso Francia, sì, ma mai balzi azzardati: questo è promesso.
La promessa, ancora più romantica
davanti al mare in tempesta, viene mantenuta con il baccalà cotto a bassa temperatura,
cavoletti di Bruxelles ed emulsione di porcini e prezzemolo: il verde
brillante, tutto italiano, stuzzica con l’acidità del cavoletto e il profumo
del prezzemolo, mentre il porcino ben si avvolge intorno al baccalà rendendo
più morbido un piatto che è incipit marino d’autunno.
A questo punto, lo chef
Enrico Marmo mi sorprende con una portata più audace: i fegatini di triglia con
trippa di baccalà e fagioli di pigna vengono nobilitati dalla mano leggera e
dal gusto ricercato di una cucina che è sempre bilanciata e non ama né
l’ostentazione né l’eccesso. Less is more,
se mi è concesso un po’ di inglese in questa giornata di mare e animo inquieto alla
Turner.
In cima ai Balzi Rossi,
conquistano il primo premio della giornata i bottoni di melanzane alla
parmigiana con crudo di scampi e succo di pomodoro: ripieno delicato che
ricorda l’estate, gusto garbatamente intensificato dall’acidità del pomodoro e la
freschezza dello scampo che crea piacevole contrasto di temperature, innalzando
in raffinatezza un piatto di semplicità mediterranea solo apparente, ancora una
volta impeccabile nell’esecuzione.
Poi la protagonista è di nuovo la triglia, stavolta in versione filetto; il pesce è abbinato al caviale di lenticchie e alla salsa di miso, che alleggerisce regalando un tocco esotico all'insieme
A seguire, il germano reale
cotto a bassa temperatura è servito accompagnato da radicchio su un piatto
trasparente dallo stile minimal chic, quasi a equilibrare la presunta rusticità
della portata, firmata sempre dalla mano raffinata propria dell’autore. Alla base,
la scritta “Eat what you love” appare
decisa, in un bel nero marcato, a ricordare che, in fondo a tutta questa
perfezione e ricerca di bellezza, c’è innanzitutto la verità del gusto.
Si riconosce ancora l'influenza mediterranea nel predessert: la granita di mandorla alla siciliana leviga il palato con dolcezza, rinfrescandolo e preparandolo al cremoso di cachi profumato all'olio d'oliva. L'estate che cede il passo all'autunno in una fantasia di colore, dolce non dolce.
La lunetta di gelato alla nocciola accompagna alla chiusura del pasto: così vellutata, cremosa e avvolgente da riuscire addirittura a scaldare,
come la luce che, in questa ventosa giornata autunnale, si lascia alle spalle
le inquietudini del mare in tumulto per rifugiarsi nell’elegante sala bianca
del Ristorante Balzi Rossi.
S.V.
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